Il gruppo: un nuovo noi

Io - Tu - Noi

Che cosa avviene quando il catechista incontra il suo gruppo? Si instaura un campo dinamico di idee, emozioni, sensazioni. Nasce qualcosa di nuovo che modifica i soggetti della relazione.

«Perché un ragazzo nel contatto personale con il catechista è tranquillo, quasi timido e, nel gruppo, si scatena vestendo i panni del clown? Perché un ragazzo con gli amici è sicuro di sé, spiritoso, allegro e, nel gruppo, appare isolato, insicuro? Come mai alcuni ragazzi, in privato, coltivano interessi culturali, sono attivi nel volontariato e, in gruppo, ostentano un atteggiamento indifferente, quasi superficiale?».
L’educatore, spesso, è impreparato di fronte al potere del gruppo, che non è la somma dei componenti, ma un sistema interconnesso, una trama dinamica, una rete che produce inaspettate alchimie. Il rischio è quello di non sfruttarne il potenziale creativo per la crescita di ognuno e per il raggiungimento degli obiettivi.

Come funziona un gruppo?

Kurt Lewin, teorico della psicologia dei gruppi, ricorda che il gruppo è qualcosa di diverso dalla somma dei membri. Ha una struttura e obiettivi propri. Segue le sue leggi, quali:

  • l’interdipendenza: un cambiamento di stato di una sua parte o di una frazione qualsiasi, interessa lo stato di tutte le altre;
  • la circolarità della comunicazione: ogni comportamento è comunicazione e, quindi, influenza gli altri e ne è influenzato. Così l’atteggiamento del catechista verso un ragazzo provoca una reazione a catena, che influenza gli altri.
  • l’equifinalità: in un sistema fluido e connesso si può giungere a un risultato, iniziando da punti differenti e seguendo percorsi diversi; il risultato, infatti, non è determinato dal punto di partenza, ma dalla natura del processo e delle relazioni del sistema. Così il raggiungimento degli obiettivi da parte di un componente dipende dalla possibilità che gli è offerta di inserirsi nel processo di crescita dell’intero gruppo, attraverso l’uso di strategie adeguate.

Creare l’armonia – cioè, in senso etimologico: connettere, collegare, mettere d’accordo, «attuare una sintesi di parti diverse, formanti un tutto ben proporzionato» – è compito di ogni educatore che sa riconoscere e servirsi delle leggi che regolano il gruppo.
Il catechista vigila perché siano rispettati gli spazi, i tempi e le regole che normano i rapporti fra i componenti e le azioni comuni. Esercitando questa funzione, egli offre al gruppo un contenitore affidabile per lo scambio di idee ed emozioni, e per la costruzione creativa di progetti comuni.
In questo clima si favorisce anche la relazione con il Signore, che è amore e comunione.

Il circle time

Il circle time, o tempo del cerchio, è uno strumento efficace per sviluppare l’empatia, la capacità di comunicare idee ed emozioni e per gestire i conflitti. Periodicamente, o quando se ne ravvisi la necessità, i componenti del gruppo, disposti in cerchio, si confrontano su un tema, su una situazione da risolvere. Si possono utilizzare cartoncini con punti interrogativi («Ho una domanda per il gruppo»); con esclamativi o con faccine di diversa espressione (es. da disegnare). Questi elementi facilitano l’avvio della comunicazione.


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