La fragilità che sgretola «gli odiatori»

Etica nel digitale / 2

Chi sono gli «haters»? Che influenza hanno soprattutto sui giovanissimi? Proviamo a saperne di più, aiutati dai nostri ragazzi adolescenti, e partendo direttamente dalle loro esperienze concrete. I laboratori proposti aiutano ad approfondire la tematica affrontandola nel modo corretto senza lascarsi sopraffare... dall'odio.

«Haters» in rete, ovvero «gli odiatori»

Li chiamano «haters», «gli odiatori», coloro che in rete si scagliano violentemente contro qualcuno anche senza motivo, solo per il gusto di scaricare la propria rabbia su un soggetto dematerializzato, e spesso fisicamente lontano, che ha ben pochi strumenti per difendersi da queste ondate. A loro fianco (non sempre, infatti, sono sinonimi) si collocano i cosiddetti «troll», termine che nella mitologia scandinava indica creature del bosco dannose e stregonesche, e che, nell'ambiente digitale, connota i provocatori che seminano dissenso o intasano le chat con lo scopo di fare reagire gli altri utenti.
Queste persone sfruttano, spesso, un fenomeno definito «effetto disinibizione del web» che, grazie all'ipotetico anonimato e alla possibilità di vessare indirettamente i loro bersagli, consente loro di manifestare il peggio di sé con la prospettiva di restare impuniti. «L'odio dell'hater», spiega Rudy Bandiera, divulgatore digitale, «è generato da sentimenti simili alla gelosia e all'invidia; tuttavia gli haters, a differenza dei gelosi, non desiderano diventare come le persone che prendono in giro o attaccano, ma al contrario desiderano esclusivamente insultarle e denigrarle».


Come smontarli

Gli strumenti per smontare queste catene di odio, che si ingenerano in rete, sono teoricamente semplici, ma richiedono un autocontrollo non indifferente. Innanzi tutto

  • importante non reagire istintivamente ed emotivamente; in alcuni casi si possono anche ringraziare per i loro commenti, dimostrandosi cordiali di fronte ad attacchi violenti;
  • è possibile, inoltre, rispondere garbatamente con commenti precisi alle loro affermazioni vaghe.

L'importante è non fornire benzina agli attacchi incendiari di haters e trolls, sottraendo loro lo scopo principale delle loro azioni disturbanti.
Non è un comportamento spontaneo, perché istintivamente siamo portati a reagire, difendendoci con rabbia; dobbiamo, quindi, allenarci e aiutare i ragazzi a rispondere in maniera appropriata.

LABORATORI

1. Sciogli la spirale di odio

Scopo di questo laboratorio è simulare un attacco violento tramite chat e verificare come ciascuno vi risponderebbe. L'ideale è quello di personalizzare l'attacco a seconda della situazione locale, individuando se c'è qualche argomento che potrebbe suscitare la rabbia dei ragazzi come la rivalità con un paese vicino, con un'altra scuola o una formazione sportiva. Meglio ancora se per ciascun ragazzo coinvolto nel laboratorio si riesce a individuare un argomento personalizzato e si lascia, poi, che ciascuno reagisca liberamente.
Nelle consegne iniziali si propone un tempo di scrittura che dev'essere abbastanza breve, indicativamente intorno ai cinque minuti. Terminate le risposte si leggono, a voce alta, provocazioni e reazioni, ascoltando e accogliendo senza giudizio l'elaborato di ciascuno.
I catechisti invitano poi i ragazzi a ripetere la risposta, tenendo presenti questi passaggi:
• non reagire emotivamente e impulsivamente;
• essere cordiali con la persona che ci attacca in chat;
• cercare di smontare la spirale con un'argomentazione precisa e verificata o con una battuta di spirito.
Dopo un breve tempo per riscrivere le risposte, si accoglieranno nella lettura a voce alta e ci si confronterà sulla differenza dalle prime proposte.
Il momento finale prevede l'accoglienza del brano tratto dal Vangelo secondo Matteo (5,38-42) che suggerisce come comportarsi di fronte alla violenza degli haters.
«Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l'altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da' a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».


2. Conoscere e gestire la rabbia

La rabbia è una delle emozioni primitive che proviamo sin dall'infanzia e che, spesso, percepiamo pericolosa e negativa, perchè ci fa perdere l'autocontrollo e può guastare i nostri rapporti sociali.
È generata, molte volte, da ingiustizie e frustrazioni, e non solo. Conoscere la rabbia, i suoi meccanismi di innesco e il controllo che possiamo esercitare, potrebbe aiutarci non poco a gestirla nella nostra vita e a riconoscerne gli aspetti postivi, come energia che ci permette di abbattere gli ostacoli che incontriamo.
Per attivare questo laboratorio occorre rivolgersi a un professionista locale, possibilmente psicologo e psicoterapeuta, di cui si abbia fiducia, per aiutare i più giovani nell'iniziare un percorso personale di riconoscimento e gestione della rabbia. Con poco tempo a disposizione è evidente che si potrà solo fornire qualche rudimento limitato ma – si spera – sufficiente a dischiudere la possibilità di intraprendere percorsi più seri e professionali in futuro.


3. Soluzioni destabilizzanti

In questo laboratorio inviteremo i giovani partecipanti a elencare le varie azioni che possono intraprendere i trolls allo scopo di individuare le soluzioni apparentemente «fragili» che, però, li destabilizzano e possono disarmarli.
Fra le potenziali azioni dei trolls segnaliamo: ridicolizzare le persone; l'invio di informazioni volutamente false, ma verosimili; l'intasamento della chat con messaggi fuori tema; sbagliare nomi e regole grammaticali per irritare le persone; accendere discussioni violente con argomenti futili, volgari e offensivi; pubblicare contenuti di disturbo.
Una volta elencate pubblicamente le potenziali azioni dei trolls e trascritte da ciascun ragazzo, si chiede di individuare personalmente una soluzione «fragile», ovvero non impulsiva e non di aperto contrasto, per smontare l'attacco del troll. Il brano evangelico di confronto resta sempre Mt 5,38-42.

L'articolo di Marco Sanavio è tratto da:

Catechisti parrocchiali n. 2 - 2018

Catechisti parrocchiali n. 2
novembre 2018

L'ascolto e l'accoglienza della parola di Dio trova pieno compimento in Maria, che diventa Madre di Gesù, e orienta nei percorsi degli itinerari e di Avvento, perché ognuno aderisca al progetto di Dio su di sé. Il tema del Dossier è: Coraggio e prepotenza.

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