Una celebrazione per aiutare i ragazzi a scoprire la bellezza del sentirsi amati da Dio, al di là delle apparenze e dei limiti attraverso il racconto evangelico del giovane ricco. Con la preghiera e un semplice gesto simbolico, i ragazzi sono guidati a riconoscere il valore unico che Dio vede in ciascuno di loro. Un percorso di fede e di libertà interiore che può diventare un momento intenso di crescita nel cammino di catechesi.
Si prepara l’angolo della preghiera: Bibbia aperta, icona di Gesù, lampada accesa. Ci si dispone in cerchio. Al centro si pone uno scrigno chiuso con uno specchio all’interno.
Canto: Segui solo me (Paolo Auricchio, in Mi ami tu?, Paoline)
Preghiera
Signore, mi guardo allo specchio
e vedo la mia immagine riflessa:
non è soltanto il mio corpo che si riflette,
ma anche il mio spirito.
Fa’ che mi possa vedere come tu mi vedi,
per riconoscere la mia bellezza e la mia dignità,
anche nelle mie debolezze e nei miei limiti.
Insegnami a non giudicare gli altri,
fermandomi all’apparenza esteriore,
ma a saper guardare al cuore
e alla vera essenza di ogni persona. Amen.
Catechista. Il racconto dal Vangelo secondo Marco ci presenta un tale che va da Gesù per chiedergli: «Che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?», cioè per essere veramente felice. Lui, fin da piccolo, ha osservato i comandamenti e Gesù fissa lo sguardo su di lui con amore, poi gli dice che gli manca una cosa sola: «Va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Gesù gli offre la chiave della felicità, che non consiste nel possedere i beni materiali, ma nella libertà del cuore e nell’amore, per poter seguire Gesù.
Gesù guarda con amore: accoglie, non giudica. Quando Gesù pone lo sguardo sul giovane ricco (cfr. Mt 19,20-22), lo vede nella sua verità, con le sue debolezze e potenzialità, e lo chiama così com’è. Noi siamo convinti che la nostra identità sia determinata dalle nostre azioni e scelte; Gesù, invece, mostra che ci qualifica il progetto che Dio ha su di noi, esplicitato nel modo in cui egli ci guarda e ci ama. Gesù, fissando lo sguardo sul giovane, lo vede come figlio amato nella sua bellezza e dignità. L’amore di Dio è incondizionato e gratuito e la nostra risposta non può che essere amore.
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 10,17-31)
Mentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: "Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?". Gesù gli disse: "Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre". Egli allora gli disse: "Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza". Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: "Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!". Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: "Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!". I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: "Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio". Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: "E chi può essere salvato?". Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: "Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio".
Pietro allora prese a dirgli: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito". Gesù gli rispose: "In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi".
1 Ragazza. Quando sono triste, Signore, il tuo sguardo mi ridoni il sorriso.
2 Ragazzo. Quando sono attaccato alle cose materiali, il tuo sguardo apra le mie mani al dono.
3 Ragazzo. Quando non mi accetto per quello che sono, il tuo sguardo mi faccia scoprire la tua bellezza presente in me.
Ogni ragazza/o si avvicina allo scrigno, lo apre e guarda nello specchio la sua immagine riflessa, poi prega: «Grazie, Gesù, perché tu mi guardi con amore».
Preghiera
Signore, aiutami a riconoscere
che la mia vera identità non dipende dai beni materiali,
ma si costruisce nella relazione con te.
Donami la tua generosità
perché condivida i doni che mi hai dato con gli altri,
gratuitamente, senza aspettative di ricompensa.
Illuminami perché comprenda
che la vera libertà consiste nel distaccarmi
dalle ricchezze del mondo per seguire te. Amen.
Canto: Tu sei (F. Buttazzo, in Mi ami tu?, Paoline)