Mettersi in vetrina o essere dono?

EducAzione/4

Manichini o persone? Per piacerci o fare in modo di piacere si fa di tutto, soprattutto nel mondo degli adolescenti, ma mettersi in vetrina è la strada giusta? Cecilia Pirrone suggerisce di aiutare i ragazzi a pensarsi come un dono e ad essere dono, per aiutarli a crescere nella vita...

Manichini o persone?

Da qualche tempo alcuni commercianti usano ragazzine o ragazzini come veri e propri manichini viventi, che indossano abiti o lingerie del negozio, al fine di attirare i clienti a soffermarsi davanti alle vetrine ed entrare a fare acquisti. Vetrine animate nelle quali essi si mostrano. Questo è solo un esempio per riflettere su quanto oggi sia determinante apparire a scapito del valore della persona. Ore spese a profumarsi, truccarsi, acconciarsi, per inviare i migliori selfie o pubblicare nelle vetrine dei social immagini poco reali, spesso ritoccate, con l'intento di voler sembrare perfetti.

Mettersi in vetrina evoca il mettersi in esposizione, come un oggetto, richiama all'essere di facciata, a esibirsi per piacere in modo superficiale e, purtroppo, molti ragazzi concentrano i loro sforzi di crescita, i loro tentativi di farsi accettare nel gruppo, solo su questo. Perché invece non andare in profondità? Perché non divenire segno vivo di gioia e di speranza?

Pensarsi un dono ed essere dono è il motore che spinge a crescere nella vita: donando si creano legami e relazioni che fortificano, che aprono alla possibilità che il bene vinca sul male.
Essere dono significa scoprire che una parte di noi è gratuitamente regalata all'altro, senza avere nulla in cambio, non per perderla, ma per aumentarne il valore.
Papa Francesco nella Giornata del dono, promossa dall'IID (Istituto Italiano della Donazione) ha esortato i ragazzi alla cultura del dono.


Il Percorso educativo

Il percorso ha come obiettivo quello di insegnare a riconoscere che il dono più grande, ricevuto da ciascuno, è la vita; a partire da tale consapevolezza, si può essere dono per gli altri.

  • È dono colui che nelle tenebre intravvede il bagliore della luce, colui che impara ad accettare sé e l'altro sia nei limiti sia nelle risorse.
  • Mettersi in vetrina significa sminuirsi, trattarsi male, ridursi a oggetti di «consumo» e piacere. Mettersi in vetrina impedisce di costruire relazioni autentiche, non superficiali.
  • Scegliere di essere dono è una sfida che va controcorrente. Sarebbe opportuno far cogliere ai ragazzi tale aspetto, così che essi, tanto appassionati della trasgressione, del non conforme, possano essere attratti da un simile percorso.

Il cammino di educazione al dono si può sviluppare sulle seguenti linee:
Aiutare il ragazzo a conoscersi e riconoscersi:

  • ho ricevuto in dono la vita dai miei genitori: che cosa significa questa realtà per me? • Quali sono i miei doni (talenti, caratteristiche positive...)?
  • Aiutarlo ad aprirsi alla relazione con gli altri:
  • penso a situazioni nelle quali persone, a me note, si sono fatte «dono» (volontariato, gesti di bene, attenzione agli altri...).
  • Quali piccoli passi concreti posso mettere in campo, per essere dono per gli altri (i miei amici, i miei genitori, gli insegnanti, le persone più deboli o più fragili...)?

L'articolo di Cecilia Pirrone è tratto da "Ragazzi & Dintorni" dossier di:

Catechisti parrocchiali n. 4, 2019

Catechisti parrocchiali n. 4
gennaio 2019

L’incontro con Gesù apre a Pietro nuovi orizzonti di fede, di vita e di annuncio del Vangelo. Su tale incontro trasformativo si sviluppano gli itinerari e le altre rubriche, dalla preghiera per l’unità dei cristiani al Congresso dei catechisti. Il Dossier è su Ester, regina bella e altruista e ha per titolo "Vetrina o dono".

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