Pellegrinando - 1

Giubileo 2025

Dal 24 dicembre 2024 al 24 dicembre 2025, con l’apertura della Porta Santa della basilica di San Pietro, si celebrerà il Giubileo, 25° della sua storia, iniziata nel 1300 dal papa Bonifacio VIII.

Chi ritiene il Medioevo come secoli di buio e di ignoranza farà fatica a spiegarsi il successo del primo Giubileo, così affollato di pellegrini tanto che Dante Alighieri – presente con Cimabue, Giotto, e altri personaggi famosi – ricorda, nella Divina Commedia, il doppio senso di marcia sul ponte di Castel Sant'Angelo: una corsia per entrare e un’altra per uscire.
Nel Medioevo si viaggiava molto per motivi commerciali, militari, ma anche per pellegrinaggi. Uomini e donne di ogni fascia sociale si recavano a Santiago de Compostela, a Roma, a Gerusalemme, e ad altre mete meno famose, affrontando lunghe distanze, percorsi malridotti, briganti, animali selvatici, intemperie; ad essi si veniva incontro con locande, foresterie dei monasteri e ostelli.

LE LOCANDE erano come i nostri autogrill: chi arrivava, chi partiva, chi alloggiava, chi cercava compagni di viaggio. Nel nostro «pellegrinaggio ideale», per locanda intendiamo le realtà dove viviamo, lavoriamo, ci incontriamo, ci scontriamo, dialoghiamo… sia nel fisico sia nel digitale: web e social.
LE ABBAZIE E I CONVENTI, molto numerosi, per i quali il pellegrino era Gesù che passava e che doveva essere accolto se bisognoso, smarrito, in ricerca, desideroso di misericordia divina e umana. Li identifichiamo con luoghi ed esperienze dove si cerca una fede più convinta e consapevole. Attualmente monasteri e conventi hanno ripreso l’accoglienza per soste di pace e spiritualità.
GLI OSTELLI, situati fuori delle mura della città, gestiti da religiosi e religiose, accoglievano pellegrini, mendicanti, malati da tenere isolati per evitare contagi. Noi li immaginiamo come luoghi e strutture destinati ai più «esclusi», respinti, abbandonati. Oltre all’accoglienza materiale, i pellegrini, soprattutto quelli per l’Anno Santo, cercavano quella spirituale: il perdono dei peccati e una vita di fede più decisa. Per ottenere le indulgenze si richiedeva – come oggi – la pratica di opere di misericordia riassunte nelle sette materiali e sette spirituali.

Nel corso dei secoli il significato spirituale del pellegrinaggio, pur con la diminuzione del fervore religioso, è rimasto sempre lo stesso. L’organizzazione è completamente cambiata con l’utilizzo dei moderni mezzi di trasporto. Quello che una volta richiedeva tempi lunghi, fatica e rischi, oggi può essere realizzato in poche ore. È inevitabile, perciò, che tra le folle che accorreranno a Roma, molti lo scambieranno per una gita turistica. Stanno crescendo, però, di nuovo quelli che affrontano i pellegrinaggi «all’antica». È così che noi catechisti, e di riflesso i catechizzandi, cercheremo di vivere il viaggio verso la Porta santa.

Si parte!

PRIMA TAPPA: NELLA LOCANDA
Nella locanda passavano tutti coloro che erano in viaggio: viandanti e pellegrini di ogni estrazione. Non c’erano locande a più o meno stelle, erano le stesse per tutti. Magari lì si potevano incontrare Dante, Giotto, il ricco commerciante, il pellegrino devoto, il malvivente pentito. La locanda del nostro pellegrinaggio è una sosta nella vita che attraversiamo, dove per approfondire la fede ci viene proposta la pratica della carità in tutte le sue varianti.

Di primaria importanza per l’attuale situazione è l’esercizio intelligente delle due opere che sono alla base di tutte le altre: insegnare agli ignoranti, consigliare i dubbiosi. Potrebbero sembrare fuori moda sono, invece, di un’attualità straordinaria, se interpretate e vissute, rovesciate rispetto alle esigenze di altri tempi. Non si tratta infatti di giungere a un livello superiore di conoscenza e certezza, ma di convincerci e convincere che siamo ignoranti e sbandati. Noi siamo sicuri di sapere già tutto senza che nessuno possa farci scuola, perché l’abbiamo sentito in televisione e letto in internet e nei social. Non ci sono più, infatti, insegnanti e alunni, perché ci sentiamo tutti insegnanti. Diventiamo, così, facili prede di fake news, di influencer, di santoni, di maghi, fattucchiere e visionari. Non c’è ignoranza più pericolosa della presunzione di sapere, senza ombra di dubbio, cosa pensare, cosa dire, cosa fare, cosa scegliere. Nella prossima sosta, ancora nella locanda, ci «educheremo» a essere ignoranti e dubbiosi.

Sette opere di misericordia corporale
1. Dar da mangiare agli affamati.
2. Dar da bere agli assetati.
3. Vestire gli ignudi.
4. Alloggiare i pellegrini.
5. Visitare gli infermi.
6. Visitare i carcerati.
7. Seppellire i morti.

Sette opere di misericordia spirituale
1. Consigliare i dubbiosi.
2. Insegnare agli ignoranti.
3. Ammonire i peccatori.
4. Consolare gli afflitti.
5. Perdonare le offese.
6. Sopportare pazientemente le persone moleste.
7. Pregare Dio per i vivi e per i morti.


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