Qualcuno di grande da scoprire

Focus / 7

Veramente i nostri ragazzi sono dei "creduloni"? In chi e in cosa credono? Proviamo a chiedere direttamente a loro cosa significa credere, partendo dalla loro esperienza.  Ci facciamo aiutare dagli spunti che l'autrice propone nell'articolo pubblicato su Catechisti Parrocchiali di aprile.

#iocicredo

Credere... un verbo che implica qualcosa di grande. Se andassimo a cercare il suo significato troveremmo una definizione interessante: «Accogliere fra le proprie convinzioni o opinioni, per intima persuasione, per adesione spirituale, per un atto di fede; dare credito a qualcosa, ritenerlo vero; essere certi dell'esistenza di qualcuno o di qualcosa».

Credere è, dunque, una dimensione che riguarda tutti, a ogni età, piccoli e grandi, e soprattutto i nostri ragazzi. Proviamo a chiedere ad essi «cosa significa» per loro credere, quali parole/sinonimi utilizzerebbero per spiegarne il significato. Soprattutto domandiamo «in che cosa credono». Tutti quanti iniziamo a credere sin da bambini...; questa attitudine ci accompagna per tutta la vita.

Si crede nell'amore di mamma e papà; si crede nei valori, quali amicizia, lealtà, onestà, solidarietà, democrazia, uguaglianza, che ci vengono insegnati e che, nel tempo, facciamo nostri; si crede in Dio e nel suo Figlio, Gesù, o per lo meno ci si pone la domanda.

Credere abbraccia tutto ciò che siamo, ma anche tutto ciò che viviamo. Ma come crediamo? Fidandoci alla cieca? Cercando «prove scientifiche», ragionevoli? Perché qualcuno ce lo chiede? Oppure per seguire la massa?

Invitiamo i nostri ragazzi a domandarsi «in che modo sono arrivati a credere in qualcosa o in qualcuno; che tipo di esperienza hanno vissuto». E non temiamo di rivolgere loro la domanda più bella e difficile: «Credi in Dio? Perché?».
Così come non dobbiamo temere di farci porre da loro la stessa domanda. È vero. I ragazzi ci guardano, e percepiscono la nostra fede, i nostri valori – e anche il nostro credere in loro – dai nostri gesti, prima ancora che dalle parole.

Davanti alla loro fatica di credere... non spaventiamoci! Piuttosto accompagniamoli nella loro ricerca di senso e nella loro ricerca di Dio. «Prendi il largo!» (Lc 5,4), diceva Gesù a Pietro, dopo che, assieme ai suoi compagni, aveva faticato tutta la notte senza pescare nulla. E dovrebbe essere il nostro invito ai ragazzi a non fermarsi davanti a ciò che sembra «incredibile» o «impossibile», perché c'è qualcosa... o, meglio, c'è Qualcuno di grande da scoprire e nel quale credere, e che, per primo, ci ama e crede in noi!


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«Perché credo?»

Incoraggiamo i ragazzi a sperimentarsi e a:

  • fare un'intervista agli adulti – parenti, amici, catechisti, insegnanti, anche estranei – per scoprire se credono in Dio, in Gesù, e perché.
  • Individuare, divisi in gruppi, i personaggi del Vangelo, oltre quelli indicati alle pp. 4-5, che hanno creduto in Gesù (gli apostoli, i Magi, alcune donne, i peccatori, gli ammalati, il centurione sotto la croce, ecc.) e quelli, invece, che non hanno creduto in lui (farisei, Erode, Giuda, ecc.): perché alcuni hanno creduto in lui e altri no?
  • Condividere i risultati delle due ricerche in gruppo: cosa cambia tra ieri e oggi?
  • Confrontarsi con la propria fede: credo in Dio? Perché?

Dall'articolo: Qualcuno di grande da scoprire, di Barbara Corsano, in Ragazzi&Dintorni, dossier di Catechisti parrocchiali 7 - aprile 2020.

Il Dossier "Ragazzi & Dintorni" n. 7 è all'interno della rivista:

Catechisti parrocchiali 7 aprile 2020, paoline

Catechisti parrocchiali n. 7
Aprile 2020

Gesù spezza il pane e lo condivide; nella comunione eucaristica egli stesso si dona a noi come Pane di vita e di comunione; e noi siamo spinti, dalla potenza del suo dono, a condividere e a creare comunione. In tale linea di amore si pongono: via lucis, diario del catechista, fede nei bit, Incontro su EG... Dossier è su: #iocicredo.

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