Social-izziamoci!

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Social-izziamoci! Parola d'ordine di piccoli, grandi, giovani e adulti nel nostro quotidiano. WhatsApp, Facebook, Instagram, Twitter, YouTube, ormai sono social a portata di tutti... o quasi! Ma cosa significa essere "social", soprattutto per i giovanissimi? Scopriamolo insieme!

Siamo sempre più social... tutti!

Siamo sempre connessi! Non solo i nostri ragazzi, nativi digitali, ma anche chi, con qualche anno in più, ha imparato (forse con un po' più di fatica!) a usare le app social, anche senza capirle davvero fino in fondo.
Ed ecco che WhatsApp, Facebook, Instagram, Twitter, YouTube sono ormai diventate di «uso comune» anche da parte della generazione adulta, over «anta».

  • Sarebbe interessante chiedere ai nostri ragazzi se è capitato anche a loro di aiutare i loro genitori e i nonni a utilizzare le app social, e come si sono sentiti nel farlo. 
  • Proviamo a chiedere, soprattutto, che cosa significa per loro essere social. Perché essere social è molto più che avere un account su ogni tipo di app esistente oggi, è più che avere il numero più alto di amici in rete o followers.
    Non è un obbligo essere social, ma nell'era dove la prima fonte di informazione – di qualunque informazione! – è internet, appare inevitabile domandarsi: voglio esserci? Perché essere «social» parte da lì, dalla scelta di rendersi visibile, di dire «io ci sono»! E i nostri ragazzi vogliono esserci? In che modo?

Essere social è molto più che esserci: è interagire e creare relazioni e – perché no? – collaborazioni; è condivisione, dialogo, espressione della propria unicità, ma anche accoglienza dell'unicità dell'altro – amico o sconosciuto, vicino o lontano, piccolo o adulto – per farne terreno fertile di crescita e riflessione...

È essere in rete per fare rete con gli altri! Se ci pensiamo bene, anche Gesù è stato molto «social», scegliendo di assumere la nostra carne, di crescere in mezzo a noi, di camminare per le nostre strade, di entrare in connessione con tutti, e di annunciare a tutti la bellezza e la bontà di un Padre che ci ama!

Social sì, ma con attenzione! Educhiamo i no stri ragazzi a utilizzare i social network in maniera responsabile, a essere social con prudenza, impegno e rispetto, costruendo un'immagine di sé, fedele a ciò che sono. Orientiamoli a decidere con cura cosa far vedere o meno della loro vita.
Ma soprattutto... impariamo ad essere social insieme con loro!

Focus:amiamo la vitaLaboratorio
«In rete: pesci o pescatori?»

Incoraggiamo i ragazzi a sperimentarsi e a:

  • informarsi sul web, anche intervistando ragazzi più grandi, su potenzialità e rischi della rete e dei social: cosa emerge? Condividono quanto espresso? A loro avviso sono maggiori le potenzialità o i rischi? Questi amici più grandi cosa propongono ai ragazzi per navigare al sicuro nella rete?
  • realizzare un vademecum da pubblicare sul sito o sul giornalino della parrocchia con il risultato delle loro ricerche;
  • creare un gruppo whatsapp o facebook nel quale condividere anche «a livello social» il cammino dell'anno;
  • confrontarsi con la capacità di Gesù di entrare in connessione con tutti (cfr. pp. 4-5 del dossier).

Per approfondire vedi gli articoli:
   Le 10 parole della comunicazione
   Relazione: a voi la parola!

Il testo di Barbara Corsano è tratto dal Dossier "Ragazzi&Dintorni" in: 

Catechisti parrocchiali 2 - novembre 2019 - Paoline

Catechisti parrocchiali n. 2
Novembre 2019

Gli itinerari di catechesi mistagogica focalizzano l’atto penitenziale della Messa, accoglienza dell’amore di Dio, alla cui luce riconosciamo la nostra fragilità, così da intraprendere il cammino di conversione anche con il percorso di Avvento. Le rubriche formative aprono a nuovi dinamismi. Il Dossier #iostoconlavita approfondisce il tema: #inconnessione.

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