Inizio con grande gioia questa rubrica dove il tema incontra l'attualità. Lo faccio continuando la consuetudine di scrivere lettere ai miei figli. In questo caso a Simone, che frequenta le medie e che mi sfida ogni giorno a ridire ciò in cui credo, in un modo adatto alla sua vita, incarnato nel suo tempo.

Carissimo Simone,
in questo periodo hai sentito dire spesso che certe cose non si potevano più fare almeno per un po'. Se chiedevi il perché, ti rispondevamo che era per il nostro bene e, a volte, perché era vietato. Credo che, in tempo di emergenza o meno, uno degli aspetti della felicità stia nel saper scegliere tra onestà e legalità.
Legalità è fare quello che ti è chiesto, in conformità alle norme stabilite.
Onestà è compiere il bene; il termine deriva da «onore» e significa «cingersi di un ornamento che ti rende più bello» perché il bene fa bene.

Perché ti scrivo questo?
Perché ieri, rivedendo un film «Marvel», te ne sei uscito con l'episodio della piscina. Il solito episodio del solito bulletto. Tu te ne stai a distanza. Ti fai i fatti tuoi, ma quando ha toccato Niccolò, il tuo migliore amico, allora sei intervenuto. Il bullo ti ha messo contro il muro, ti ha bloccato. Hai resistito e stranamente lui se ne è andato.
La legalità ti avrebbe detto di chiamare i/le prof. E, invece, sei intervenuto perché non c'era tempo. Sei andato oltre il tuo semplice dovere. Sei andato controcorrente, anche in contrasto con il tuo carattere timido e riflessivo. Ti chiedo di avere sempre lo stesso coraggio: onestà è agire con lealtà, rettitudine, sincerità, in relazione agli altri e alle loro esigenze.

Tu hai genitori strani, che non ti danno ancora un cellulare e ti limitano il tempo di uso del tablet..., ma, poi, sei tu che decidi di non cadere nella trappola di vedere certi video, di fare certi scherzi con il cellulare degli altri. Sei tu che decidi come passare il tempo in internet: ti adegui alla massa o scrivi parole furbe? Cerchi apparenza o cerchi relazioni vere? Se gli altri, prendendoti in giro, ti dicono: «Che male c'è?», tu sfidali a indicarti dove sia il bene!

Quando eri piccolo ti piaceva mettere un seme in un vaso e aspettare che crescesse la piantina. Volevi vedere i risultati subito, ma dovevi aspettare. Con l'onestà è la stessa cosa. Non è mai subito, non è mai a nessun prezzo. Per questo non è di moda. Ma quando accetti tale sfida, diventi più determinato, perché fai quello che vuoi, non solo quello che senti. Perché vai controcorrente rispetto a ciò che non ti realizza e diventi più forte delle avversità. E, quando doni felicità agli altri, sei più felice anche tu...
Tuo papà

Decalogo anticonformista

• Raccontatevi a vicenda episodi in cui vi è stato chiesto di fare qualcosa di sbagliato e avete detto di no. Come vi siete sentiti?
• Scrivete un decalogo su come essere controcorrente oggi, nell'uso del cellulare; e su come gestire i social: quali gesti da evitare e quali da promuovere?

_{Dall'articolo: Una felicità a caro prezzo?, di Gigi Cotichella, in "Ragazzi&Dintorni", dossier di Catechisti parrocchiali 1 - Settembre/ottobre 2020.}