Vivere l’anno della misericordia

L'anno della misericordia è una fantastica opportunità per ridare energia e, magari, uno scossone alla nostra fede. Lo è per tutti, ovvio, ma la sfida è ancora più intrigante se con noi ci sono adolescenti. Pochi o molti che siano, stando con loro, sappiamo di quante iniezioni di creatività abbiamo bisogno per rendere i percorsi di fede coinvolgenti. E così, anche questa volta, vogliamo provare a viverli insieme.

Con l'anno della misericordia è come se papa Francesco stesse prendendo tutti noi credenti, un po' tanto comodamente seduti sulle nostre sicurezze, e ci stesse scrollando da un modo di vivere la fede in Gesù Cristo troppo distaccato, spesso ideologico e fatto di precise misurazioni tra comandamenti eseguiti e regole non rispettate. È come se stesse instancabilmente dicendo a tutti noi: «La fede ha bisogno di assaporare un po' più di umanità e di passione per la vita. Ha bisogno di persone che sappiano essere canali d'amore, che vogliano cambiare il mondo, migliorandolo attivamente».
E in fondo lo sappiamo, di questo hanno bisogno anche i nostri adolescenti. Loro, sempre così alle prese con ormoni impazziti e un'energia che sta facendo esplodere la loro vita, hanno bisogno di sapere che la fede non è stare seduti per imparare cose da fare, ma fede è vivere, spesso e volentieri controcorrente.

Sono stanchi di stare solo ad ascoltare, hanno voglia di fare esperienza, è la loro età che glielo richiede. Per questo ci lasciano e vanno altrove, dove di cose più interessanti se ne fanno fin troppe, anche se magari non così buone.

Una proposta da vivere insieme

L'anno della misericordia allora diventa per noi una possibilità in più, un'opportunità per dare spessore alle nostre parole e trasformarle in proposta di vita.

Misericordia significa tantissime cose. E nella nostra testa di catechisti vengono in mente, come prime, le opere di misericordia. Personalmente però avrei fatto un'altra scelta per evitare che misericordia si riduca solo ed esclusivamente a cose, atti, azioni da compiere. Quelli verranno, ma prima occorre ancora qualcosa.

È fondamentale sperimentare l'amore con il quale siamo amati. È necessario sentirsi raggiunti dalla misericordia che altro non è se non amore all'ennesima potenza. I nostri ragazzi devono sentire e scoprire che misericordia prima che sforzo è esperienza, poi risposta, poi scelta. Devono poter sperimentare che di fronte a loro ci sarà una porta sempre aperta e un padre sempre lì ad aspettare.

Così ho pensato di proporre un itinerario articolato in sei tappe che, partendo dalla legge nuova dell'amore «Amatevi come io ho amato voi», aiutasse tutti, catechisti e adolescenti ad allenarsi in misericordia, a vivere, giorno dopo giorno, per tutto l'arco dell'anno, o anche per la durata di un intenso camposcuola, un vero e proprio training per vivere sempre meglio e più efficacemente a ritmo di misericordia. Sei tappe come sei i personaggi-chiave da incontrare e sei gli atteggiamenti su cui allenarsi.

 

I compagni di viaggio

A introdurre il percorso non poteva che esserci lui, il simbolo per eccellenza delle misericordia: il buon Samaritano. Forte e provocante come sempre, ma oggi ancor di più: perché straniero, perché praticante di un'altra religione, perché «uno di cui meglio non fidarsi». E sarà proprio lui a chiederci di aprire gli occhi per accorgerci del mondo.

E poi, uno dopo l'altro: Maria di Nazaret, Zaccheo, Pietro e Giuda e Maria di Magdala. Con loro, la cui vita è stata stravolta e capovolta dall'incontro con Dio Padre e con l'uomo-Dio Gesù, i ragazzi potranno scoprire nella loro vita particolarissime sfumature di misericordia, che diventeranno per loro atteggiamenti-chiave da coltivare, passo dopo passo per diventare capaci di amare come Dio ha amato noi. Ma di personaggi ne manca uno. Alla fine non poteva che attenderci il Padre con le sua braccia aperte e il suo cuore immenso, in cui tuffarsi e perdersi.

Gli atteggiamenti-chiave

Sei, uno per ogni personaggio. Atteggiamenti che non necessariamente sono cose da fare, anzi, non lo sono quasi mai. Sono per lo più molle interiori da far scattare nel cuore dei ragazzi: aprire gli occhi sul mondo, mettersi in gioco, liberare le energie per amare, perdonare e soprattutto perdonarsi, lasciarsi amare da Dio, ricordare e non dimenticare mai l'amore ricevuto.

Il tutto si articola attraverso uno schema operativo che orienta ogni catechista a gestire l'incontro, o meglio, gli incontri, perché per ogni tappa si può lavorare per oltre un mese.

Per ogni tappa i ragazzi saranno chiamati a entrare in contatto con il personaggio-simbolo, a vivere una dinamica di gruppo, un incontro di catechesi attraverso canzoni contenute sul cd allegato, un momento di preghiera, un'esperienza da vivere per «uscire» dal proprio orticello e, infine, un allenamento da fare su alcuni specifici atteggiamenti da vivere ogni giorno. Per ogni singolo momento ogni catechista avrà a disposizione del materiale, in parte sul libretto, in parte sul cd, in formato pdf, da scaricare e stampare.

Gli elementi importanti su cui lavorare

Le varie tappe toccano alcuni aspetti, anche un po' problematici, della vita dei ragazzi. I personaggi hanno il compito, con le loro lettere personali, di rivolgersi direttamente a loro, di interpellarli, di scuotere una certa apatia e indifferenza con cui spesso vivono. Ma proprio loro potranno aiutarvi a far entrare, in modo narrativo, i ragazzi nelle logiche del Vangelo.

Sarà importante ascoltarli, accogliere le loro obiezioni, accompagnarli in profondità nel loro cuore, spezzare con loro la vostra vita, rendendola il primo canale della misericordia.

Tutto il resto sarà uno strumento, utile, necessario forse, ma indubbiamente secondario. Solo se i ragazzi riusciranno a fare esperienza di misericordia, potranno diventarne efficaci strumenti per il mondo.


Buon allenamento a tutti noi!


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