Antonio Ruccia propone un percorso di conversione particolare. In questo cammino di Quaresima mostra come non basta percorrere la strada del Calvario come partecipanti piangenti, ma è necessario diventare persone «schiodanti». In che senso?
Sicuramente guardando la copertina del libro, quello che più colpisce, oltre all'immagine, è il sottotitolo: Cammino di conversione per una Chiesa di «schiodanti». La domanda sorge spontanea: ma chi sono questi «schiodanti»? Come definirli? In realtà l'Autore non li definisce in modo preciso ma spiega che «Gesù cerca schiodanti in grado di togliere dalla croce chi è stato crudelmente e ingiustamente condannato a morire».
Tutto il testo trascina il lettore in modo dinamico, attraverso un vero e proprio pellegrinaggio di vita, in cui anche il linguaggio, innovativo e coinvolgente, segue lo stesso andamento. Infatti, con un gioco di tempi verbali, si passa da participi passati a participi presenti: coloro che sono stati pro-vocati sono invitati a diventare pro-vocanti, i mandati e i motivati possono essere mandanti e motivanti. Al centro la figura di Gesù: è l'incontro con lui che rende ciascuno pacificato e la sua sequela pacificanti; è il suo farsi gratuitamente vicino che trasfigura, e stando alla sua scuola si diventa trasfiguranti.
La relazione con il Figlio di Dio, suggerisce continuamente Ruccia, mette le ali ai piedi e rende donne e uomini portatori di bene in modo molto concreto:
«Per questo per diventare "misericordianti" bisogna:
• alzare lo sguardo e accorgersi che il Crocifisso non è un oggetto ornamentale da parete, ma è una Persona che non ti lascia solo;
• impegnarsi per il bene e scorgere che nessuno è diverso. Cristo, il Crocifisso di Gerusalemme, t'invita a costruire insieme con gli altri la società».
Ogni capitolo propone una lettura trasversale dei Vangeli domenicali quaresimali. Ci si trova di fronte alle tentazioni di Gesù nel deserto, alla trasfigurazione, alla figura della Samaritana e del cieco di Siloe fino alla risurrezione di Lazzaro e all'entrata del Messia a Gerusalemme. Ogni episodio evangelico è motivo per fare un passo avanti nell'abbandono in Dio, ma anche nel vivere quotidianamente con slancio nuovo. Tra le righe emergono anche altri personaggio come Nicodemo, il Padre misericordioso, l'adultera e i due discepoli di Emmaus. Filo conduttore è la speranza e la bellezza di ogni esistenza guidata dal bene e al bene; non a caso, anche in queste pagine, l'ultima parola non ce l'ha la morte ma lo Spirito della Pentecoste.
Occhi in alto e braccia aperte sono per l'autore uno stile di vita e nel suo discorso sembra proprio non dimenticare nessuno. Chi fa esperienza di Dio non può che trasmettere il suo amore a tutti, soprattutto a chi è maggiormente dimenticato. Infatti nel libro nessuno è escluso: ritornano l'attenzione all'ambiente, alla vita in ogni sua fase, alla dignità umana, ai carcerati, ai poveri, ai giovani, agli anziani, ai media... insomma niente deve essere indifferente al cristiano.
«Gesù ci indica una strada tutta nuova: la via di chi crede nel domani, la Chiesa del giorno dopo, del domani! Una Chiesa, per intenderci, che ricomincia ogni giorno il suo lavoro soprattutto da coloro che sono emarginati. Gli schiodanti sono pronti a farlo? Sono pronti a collocarsi al fianco di chi sfortunatamente la strada l'ha percorsa in senso contrario?»
Alla fine quello che emerge è che questo cammino non è una scalata in solitaria, non si diventa schiodanti da soli ma è tutta la comunità, tutta la Chiesa che, insieme, si volge verso gli inchiodati del mondo e della storia per dare loro nuova vita.
«Urge una Chiesa materna e datrice di vita, generatrice di vagiti. Una Chiesa-mamma che con il suo fare ci spinga a non rimanere sulla soglia dell'incertezza, ma ci conduca a costruire sempre, con l'amore di una mamma, una casa aperta per tutti... nessuno escluso».
Una Quaresima qualunque? Se provassimo a lasciarci sconvolgere e coinvolgere per rinnovarci attraverso una lettura trasversale dei Vangeli domenicali? Non basta percorrere la strada del Calvario come partecipanti piangenti, è necessario diventare «schiodanti»...