Quando da Paoline Libri mi hanno chiesto di scrivere un libro su papa Francesco, la mia reazione iniziale è stata di scetticismo, perché su Bergoglio in libreria si trova di tutto e di più e gli scaffali tracimano di volumi e volumetti a lui dedicati. Ma non mi piace mai dire no a priori, soprattutto se la richiesta è formulata con dolce insistenza da persone stimate. Così ho riflettuto e ho considerato che c'era un tema ancora «scoperto» eppure delicato e di rilievo: quello del rapporto di Francesco con le donne e del ruolo che il Papa immagina per loro nella comunità cristiana e nella società.

Proprio io?

Rimaneva un dettaglio importante: un lavoro del genere andava fatto da una donna. L'ho detto all'interlocutrice editoriale, ma la replica è stata: «Bella idea, la realizzi lei!». Sulle prime sono rimasto quasi infastidito: ho considerato quella risposta come un segno di superficialità. Poi ci ho ripensato e mi sono chiesto se non fossi io nell'errore, se quell'apparente modestia (sono un uomo, non posso arrogarmi il diritto di scrivere sulle donne) non fosse in realtà un atteggiamento spocchioso, maschilista, di chi si porta dentro i vecchi stereotipi che dividono tutto in «cose da donne» e «cose da uomini».

Allora mi sono messo all'opera, scandagliando una materia viva e magmatica, ribollente di attese e di novità. Un esempio fra i tanti: mentre elaboravo il testo è esploso il caso del diaconato femminile, con la decisione di papa Francesco di istituire una commissione di studio che valuti la possibilità di questa «apertura». Da giornalista mi piace dire, dunque, che con questo libro siamo sulla notizia e spero che contribuisca a dare un quadro d'insieme sulla questione femminile nella Chiesa.

Incontri al femminile

Nelle pagine del libro, però, non troverete solo concetti e idee, ma anche – e soprattutto – incontri. I tanti incontri che Jorge Bergoglio, prima e dopo essere divenuto pontefice, ha avuto e continua ad avere con le donne, laiche e consacrate, credenti e non credenti, famose e sconosciute. La fede nasce sempre da un incontro personale e si nutre di incontri. Francesco ha confidato di ascoltare il parere di una donna prima di prendere decisioni importanti, perché la visione femminile completa lo sguardo sulla realtà e sui suoi problemi.

In base a tale assunto, non potevo compiere questo viaggio in solitudine. Ho chiesto a tre colleghe che mi accompagnassero: la vicedirettrice della Sala Stampa della Santa Sede, Paloma García Ovejero, prima donna a occupare un ruolo così importante nel sistema informativo vaticano; la corrispondente dell'Ansa da Buenos Aires, Francesca Ambrogetti, prima biografa di Bergoglio, con il quale ha avuto lunghi e illuminanti colloqui; e la vaticanista di RaiNews24, Vania De Luca, presidente dell'UCSI, l'Associazione dei giornalisti cattolici italiani. Molte altre donne – giornaliste, teologhe, suore... – sono citate nelle mie pagine e anche a loro va il mio ringraziamento.

Un'ultima precisazione: ho cercato di mantenermi nei canoni dell'obiettività, attento a non cedere a una doppia tentazione: quella di essere troppo ad intra e vedere le cose in un'ottica di «corte»; e quella di guardare agli avvenimenti solo ad extra, cedendo alla supponenza di chi si sente distaccato e poco coinvolto nel racconto che va facendo.

Al lettore spetterà il giudizio.