Scrive Daniele Ricci, racontando Il Messia al suo pubblico, nella presentazione che si trova sul copione dell'opera: «L'intuizione di comporre un musical sul Messia, che facesse da anello di congiunzione tra L'Atteso e Il Risorto, è cosa che risale a parecchi anni fa.
Appena avuta l'idea, subito, per la mia passione per il dialogo con i "non credenti", avevo composto un musical tutto incentrato sull'umanità di Gesù, cioè sulla realtà che a mio avviso è un grande punto d'incontro tra credenti e non credenti. Il risultato non mi sembrava niente male, sia per la storia, sia per le musiche. Ma una volta ascoltato tutto con attenzione, avevo sentito che qualcosa non andava, non ne rimanevo contento, con il cuore aperto alla speranza.
Ho capito allora che se io davvero volevo amare il mio prossimo, non potevo non cantare alla gioiosa verità che Gesù è anche vero Dio, e che ha amato ciascuno di noi con una misura "da Dio", prendendo su di sé tutti i nostri dolori, e rivelandoci che non siamo soli, perché abbiamo un Padre che ci ama!
Così iniziai una nuova stesura dell'opera, cercando stavolta di delineare quale fosse realmente il "mio" Gesù. L'Editore mi partecipò il senso di mistero che, a suo avviso, sempre doveva aver circondato la figura del Salvatore tra i suoi contemporanei, e la domanda che sempre doveva essere affiorata in chi lo avvicinava: «Ma tu, chi sei?». Questa domanda, che ora permea l'intera opera, ha costituito per me come un percorso spirituale via via che componevo i brani, fino a giungere a quello dell'ultima cena, in cui ho provato una forte emozione quando ho rappresentato Gesù che invoca, sopra i suoi, il Consolatore, colui che finalmente svelerà loro «la verità tutta intera».
Un altro aspetto importante di questo mio "percorso" è stato, come artista, essermi per la prima volta aperto alla collaborazione con l'altro. Sono cioè riuscito a superare quella sorta di gelosia della mia inventiva che mi ha sempre fatto guardare con sospetto ogni suggerimento esterno. Stavolta non solo ho partecipato di un comune sentire con l'Editore, ma ho addirittura ripensato l'intero musical in un lavoro di équipe con l'arrangiatore, Gregorio Puccio. E ne è venuta fuori un'opera assolutamente teatrale.
[...] Voglio confessarvi che, di fronte al progetto de Il Messia, c'è stato un momento in cui sono stato invaso dal panico, quando ho pensato che aver composto un musical sulla vita di Gesù era stata un'iniziativa troppo azzardata, quasi arrogante, perché: come si fa a dare l'idea del "personaggio" Gesù?Chi sono io per farlo? E poi, quanti episodi importanti e fondamentali per la vita spirituale ho dovuto per forza omettere?
Mi sono consolato solo quando ho pensato all'Eucaristia: ne basta un frammento, e quel frammento è tutto Gesù. Che possa essere così anche di tutto quanto lo riguardi?
A questo punto sono andato a rileggere una pagina di Chiara Lubich, quando racconta le meraviglie che si aprivano di fronte a coloro che con lei iniziavano una nuova divina avventura applicando con slancio e decisione le parole del vangelo nella loro vita. «E l'esperienza fu così viva che, dopo esserci nutrite a lungo della parola di Dio, ci parve che ogni parola uscita dalla bocca di Cristo non fosse che amore, quasi che una valesse l'altra e ognuna il suo Testamento; come nell'Ostia santa era tutto Gesù, ma anche in un pezzettino di essa era tutto Gesù, così Gesù era nel vangelo, come in ogni sua parola».
Ora, io non so proprio dire se tali parole possono riferirsi anche al mio lavoro, o a qualche aspetto di esso, ma mi sono sempre piaciute, e devo dire che rileggendole... lo spero tanto.
L'autore Daniele Ricci torna a proporre una nuova opera rock, che chiude la trilogia su Gesù di Nazareth. Il Messia percorre le tappe principali della vita pubblica di Gesù, dal battesimo al fiume Giordano all'ultima cena con gli apostoli. Direzione artistica e realizzazione musicale sono state affidate a Greg Puccio.