Anna Maria Cànopi: «Eccomi!»

Per tutta la vita e fino alla morte

Sono qui adesso per incontrarti, Dio, qualunque sia il mio qui e qualunque sia il mio adesso, fino alla fine, questo il mio eccomi. Dopo la morte di Anna Maria Cànopi, le pagine del suo libro "Eccomi" - vero testamento - fluiscono al lettore con il gusto di qualcosa di autentico e sincero perché impastato con la vita.

Forse lo sapeva la Madre, Anna Maria Cànopi, che questo sarebbe stato il suo ultimo libro e forse era consapevole del valore profetico e del valore di testamento che le sue parole avrebbero assunto; certamente dopo il 21 marzo 2019, giorno della sua morte, a pochi giorni dall'uscita del testo, le pagine di Eccomi fluiscono al lettore con il gusto di qualcosa di autentico e sincero perché impastato con la vita.

Probabilmente per questo la fondatrice del monastero dell'isola di Orta San Giulio propone una lettura profonda e in qualche modo originale della Parola: lega la donazione totale di sé a Dio, che la parola "eccomi" esprime, al momento della fine della vita, cosa che la Bibbia non fa mai espressamente: «Tutta l'umana esistenza, dunque, è un "eccomi" che, si può dire, giunge al suo compimento nell'"eccomi" estremo della morte, nella consegna di noi stessi nelle mani di Dio. Proprio questo è l'"eccomi" più importante e decisivo della nostra esistenza. Allora conosceremo il nostro vero volto, perché ci vedremo in Dio e sarà esaudito il nostro più profondo desiderio: vederlo a faccia a faccia, così come egli è».
Tutto in lei è teso all'incontro con il Signore, sembra essere questa la chiave di lettura di ogni riga, la traduzione concreta della parola "eccomi": sono qui adesso per incontrarti, Dio, qualunque sia il mio qui e qualunque sia il mio adesso, fino alla fine.

Il Dio vicino

Quello che mi ha profondamente colpito è vedere srotolarsi il filo rosso del senso della vita in ogni situazione, in ogni momento dell'esistenza; l'offerta della propria persona è qualcosa che chiede costanza e presenza e che non si improvvisa ma che si costruisce in una relazione. «Al suo "eccomi" deve allora corrispondere il nostro "eccomi" lungo la nostra intera esistenza e nello spazio delle singole giornate che si susseguono. Nella vita di ogni uomo, ci sono i grandi "eccomi" delle scelte decisive che si declinano poi nei tanti "eccomi" quotidiani, feriali, eppur sempre carichi di tanta grazia».
La Cànopi, con la semplicità e la profondità di una narratrice, ci racconta gli eccomi che costellano tutta la storia della salvezza dall'Antico al Nuovo testamento. Personaggi diversi per età, storia, carattere ci guidano a non avere paura di rispondere a Colui che per primo si fa vicino anche a noi: si tratta di Abramo, Giuseppe, Mosè, Samuele, Davide, Isaia, Maria, Gesù, Anania. Tra di loro vediamo peccatori, giovani, profeti e tutti con il proprio carico di umanità e singolarità che si aprono alla bellezza e alla pluralità di esperienze di Dio con alcune costanti: l'ascolto fiducioso della Parola nei segni della storia, l'obbedienza alla volontà divina, l'inadeguatezza umana riconosciuta che lascia spazio all'azione di Dio, la sofferenza che si trasforma in gioia, lo slancio del cuore e l'amore come stile di comportamento.
E tutto questo parla proprio a noi: «Ascoltando tutti questi "eccomi" presenti nella Sacra Scrittura, ciascuno di noi può sentire che anche alla sua porta il Signore bussa e lo invita a pronunziare il proprio personale "eccomi", per contribuire al cammino della storia della salvezza di tutta l'umanità».

C'è un'altra caratteristica che l'autrice sottolinea, che emerge con grande forza nella Scrittura e che può parlare anche alla Chiesa del nostro millennio: l'eccomi - che è qualcosa di molto personale - è sempre per gli altri. Ogni cristiano è seme di fede per i fratelli, ogni risposta è testimonianza, ogni chiamata è per tutta l'umanità.
A proposito di Isaia dice: «Oggi il Signore aspetta che almeno qualcuno gli risponda: "Eccomi, manda me! Sono disposto, sono al tuo servizio". Come si realizza questa missione? Come si parte? In alcune forme di apostolato si va, partendo fisicamente ma è importante soprattutto andare con la preghiera, con lo spirito, conservando nel cuore la sollecitudine perché tutti gli uomini conoscano il Signore e si dispongano ad accoglierlo e a rimanere con lui».

In preghiera

È bello allora concludere con una delle tante preghiere che troviamo in ogni capitolo e che allargano la mente e il cuore. L'eccoci diventa un canto a più voci che anche la creazione, che anche le stelle cantano risvegliando nel mondo stupore e speranza, gratitudine e solidarietà, per essere tutti insieme sorriso di gioia rivolto al Creatore:

«O Dio,
creatore del cielo e della terra,
l'universo canta la tua gloria.
Anche noi uniamo la nostra voce
alla voce di tutte le creature,
dal filo d'erba alle fulgide stelle,
per esprimerti il nostro amore
e la nostra gratitudine.
Tutto sussurra,
anche nel silenzio,
una lode melodiosa
a te, che tutto benedici,
e a tutto sorridi.
A te lode e gloria
in eterno.
Amen».


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