L'inglese nella scuola dell'infanzia

L'apprendimento di una lingua straniera, in particolare l'inglese, è ormai diventato un elemento imprescindibile del bagaglio formativo di ogni ragazzo. E prima si comincia, meglio è. Ma come introdurre l'inglese con i bambini più piccoli? Quali metodi adottare?

Il primo approccio con la lingua straniera

Scrive Silvia Corradini, autrice del progetto Happy English: «(...) Nella prima infanzia l'acquisizione di una lingua straniera dev'essere un gioco, un meccanismo istintivo e di sperimentazione diretta che incuriosisce i bambini e li diverte. Ciò significa che i più piccoli hanno bisogno di essere esposti alla lingua con frequenza, anche se in principio non hanno consapevolezza e padronanza di regole e strutture grammaticali. Si predilige l'uso attivo della lingua con naturalezza e attraverso la ripetizione di semplici parole e piccole frasi. Non dobbiamo dimenticare infatti che i bambini hanno meno memoria degli adulti e meno capacità di ragionare sulla lingua, perciò il loro coinvolgimento deve avvenire in
modo implicito e informale.
Tuttavia, in età infantile nei bambini è innata l'abilità di riconoscere e memorizzare i vari tipi di suoni, a prescindere dalla lingua a cui appartengono, mentre nelle fasi di crescita successive questa abilità si riduce in modo significativo».

Il progetto "Happy English"

Una guida didattica per l'insegnante e un CD con dieci brani e le relative basi musicali: Happy English ha come obiettivo un divertente primo contatto con la lingua inglese, attraverso facili canzoncine, giochi, drammatizzazioni e filastrocche da memorizzare. Queste attività permettono di acquisire le competenza di base dal punto di vista fonetico, lessicale e comunicativo. «Per iniziare nel modo giusto ad insegnare l'inglese è necessario sintonizzarsi sulle stesse frequenze dei bambini, vale a dire sfruttare i canali comunicativi più immediati come ad esempio la musica, le attività di gruppo e motorie, le illustrazioni. Il primo approccio con la lingua attraverso il dialogo, l'esperienza e le emozioni, valorizza le abilità espressive, creative, cognitive e socio-emotive del bambino. L'apprendimento diretto basato sul "learning by doing" favorisce la partecipazione attiva nell'acquisizione di nuove conoscenze e stimola l'attenzione e la memoria dei più piccoli. È un'esperienza molto importante in quanto offre al bambino un ulteriore mezzo per comunicare e la possibilità di ampliare la propria visione del mondo. In questo contesto l'insegnante assume un ruolo di facilitatore e organizzatore delle attività, strutturando ambienti piacevoli e focalizzati su un apprendimento cooperativo: attraverso i lavori e i giochi di gruppo si sviluppano la propria autonomia e individualità e, al contempo, la responsabilità verso gli altri, la cooperazione, l'interazione e la socializzazione tramite il rispetto di regole condivise. Le finalità dell'insegnamento della lingua inglese sono infatti anche quelle di sollecitare e consolidare le competenze relazionali indispensabili alla comunicazione, favorendo l'acquisizione degli strumenti necessari per un confronto diretto tra la propria cultura e le altre».

Il ruolo degli insegnanti... e dei genitori

«La curiosità dei bambini va stimolata predisponendo da subito momenti di scoperta e di gioco, creando un contesto coinvolgente e positivo nel quale poter acquisire gli elementi di base della lingua inglese. In questa fase di apprendimento primordiale, è bene ricordare che oltre alla funzione didattica svolta in classe dall'insegnante, è fondamentale che i genitori stessi possano diventare interlocutori ideali con i quali i bambini iniziano a confrontarsi con la nuova lingua. Non è necessario che mamma e papà abbiano particolari capacità linguistiche, serve solo un pizzico di volontà e fantasia per cimentarsi nei primi passi in inglese. Sia il genitore che l'insegnante infatti svolgono funzioni educative fondamentali per la crescita e lo sviluppo dei più piccoli e costituiscono per loro un modello di riferimento privilegiato, cui fare riferimento. Il tempo che il bambino trascorre con i genitori e in famiglia è caratterizzato da una forte connotazione affettiva ed emotiva, l'influenza che i più grandi esercitano sui più piccoli è nota e si trasforma in un rinforzo positivo e di stimolo alla crescita, di pari passo con la funzione svolta dall'insegnante.
I bambini riconoscono la passione e l'impegno dei genitori nel decifrare una nuova lingua, apprezzano la scoperta condivisa, i traguardi conquistati insieme, poco a poco. Non dobbiamo dimenticare che i più piccoli sono abitudinari e se la nuova lingua entra a far parte della quotidianità come un gioco piacevole e divertente, nel tempo si trasformerà in un'opportunità a loro concessa, per ampliare il livello di comunicazione e d'integrazione all'interno della società».

 


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