Conoscere e prevenire il bullismo “rosa”

Si parla spesso del bullismo tra ragazzi, ma quello tra ragazze è poco conosciuto e quindi sottovalutato. Quali sono le caratteristiche dell'aggressività delle adolescenti? Ce lo spiegano Emanuela Calandri e Tatiana Begotti, nel libro: "Quando il bullismo è al femminile".

Il fenomeno del bullismo cattura di frequente l'attenzione pubblica. Sempre più spesso i notiziari riportano episodi di prevaricazione gravi, con esiti estremi, configurabili come veri e propri reati. Quelli che suscitano l'interesse da parte dei mass media sono generalmente gli eventi più cruenti, quelli che turbano l'opinione pubblica e provocano un senso di sconcerto e di impotenza. Sappiamo tuttavia che questi episodi rappresentano solo la punta dell'iceberg. Nel contesto scolastico, infatti, accadono quotidianamente episodi di prevaricazione che non catturano l'attenzione dei media ma che possono avere conseguenze dannose, a breve come a lungo termine, per chi li subisce.

Il bullismo è una forma di prepotenza messa in atto in modo intenzionale e persistente nei confronti di un coetaneo più debole, che non riesce a difendersi. Questo può avvenire attraverso modalità dirette, fisiche o verbali, ma anche mediante forme più sottili, quali ad esempio la deliberata esclusione dal gruppo di coetanei, l'isolamento, così come la diffusione di dicerie, segreti, pettegolezzi o calunnie, con il preciso intento di arrecare danno alla vittima. Le modalità indirette sono più caratteristiche del genere femminile e fanno leva sulla manipolazione delle relazioni all'interno del gruppo dei pari. Trattandosi di forme di prevaricazione nascoste, spesso risultano difficilmente rilevabili dagli adulti e possono apparire meno gravi rispetto alle prepotenze fisiche. In realtà esse sono altrettanto offensive e minano il benessere delle vittime sia nell'immediato (influenzando negativamente aspetti quali il rendimento scolastico, la salute fisica e psicologica), sia nel lungo periodo (causando difficoltà relazionali, sofferenza e depressione).

Questo testo si propone di approfondire il tema del bullismo con una particolare attenzione proprio al genere femminile. Tuttavia è importante che i lettori sappiano che ciò che viene considerato comportamento tipico femminile può riguardare anche situazioni prettamente maschili. Siamo convinte che anche genitori di figli maschi possano riconoscere qualcuna delle forme di prevaricazione che descriviamo in questo testo. Ciò non perché si tratti di maschi che si comportano « da femmine », ma perché i comportamenti dei due generi si stanno nel tempo omologando. Per esempio, il fumo di sigaretta e l'abuso di alcol in adolescenza non sono più prevalenti nei maschi, ma ragazzi e ragazze sono coinvolti in percentuali molto simili in entrambe le dipendenze. Similmente, le caratteristiche che consideriamo più tipiche della prevaricazione femminile possono riscontrarsi anche fra i maschi.

Conoscere per prevenire e intervenire

A partire da tale premessa, abbiamo scelto di articolare questo volume iniziando da un primo capitolo che contiene una presentazione generale del bullismo. Riteniamo importante partire dalla definizione del fenomeno e delle sue caratteristiche, nonché dalla descrizione dei ruoli che possono rivestire i ragazzi (protagonisti e spettatori), perché la riflessione sulle possibili strategie di intervento parta da una conoscenza condivisa sul tema.

Nel secondo capitolo affronteremo più da vicino il bullismo al femminile, descrivendone modalità e motivazioni e delineando le caratteristiche dei diversi ruoli: bulle, vittime, spettatrici e difenditrici delle vittime. Il nostro intento non è tanto quello di tracciare un profilo dei diversi ruoli, quanto piuttosto di offrire una riflessione sull'aggressività femminile, che spesso, ma non sempre, presenta aspetti diversi da quella maschile e rispecchia le differenze di genere legate a radici biologiche e socio-ambientali.

Il terzo e il quarto capitolo saranno invece dedicati al ruolo che gli adulti (genitori e insegnanti in primis) possono rivestire nell'ambito del bullismo. Particolare attenzione sarà dedicata alla percezione che gli adulti hanno del fenomeno, agli atteggiamenti e comportamenti che possono prevenirlo, nonché a specifiche indicazioni per intervenire nel caso le proprie figlie o alunne siano coinvolte nel fenomeno. Faremo riferimento, come abbiamo detto, alle intenzionali e reiterate prepotenze che vedono il coinvolgimento del genere femminile, ma va tenuto in debito conto che molte osservazioni sono trasversali e valide anche per il genere maschile.

Nel trattare l'argomento ci siamo basate sui risultati delle ricerche condotte da noi stesse e su altri studi pubblicati su riviste scientifiche nazionali e internazionali. Per non appesantire la lettura abbiamo scelto di riportare solo i riferimenti bibliografici più generali. Ci auguriamo che questo testo possa offrire un'utile riflessione sul tema del bullismo al femminile a genitori, insegnanti, educatori e a tutti quegli adulti che hanno a cuore la salute e il benessere dei giovani. Pur non potendo offrire una soluzione univoca e immediata al problema, riteniamo che la sinergia tra le diverse figure adulte possa costituire un importante punto di forza nella promozione di comportamenti positivi e rispettosi dell'altro.

Dall'Introduzione al libro: Quando il bullismo è al femminile, di Emanuela Calandri e Tatiana Begotti, Paoline.

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Il bullismo femminile non è così visibile, ma non per questo meno pericoloso. Se non emerge la violenza fisica, quella psicologica è altrettanto pesante e devastante. Per questo è urgente farlo emergere in tutta la sua verità.

 

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