Il film narra una storia vera. Quella di Biagio Conte, il frate laico di Palermo che (come San Francesco) si è spogliato di tutte le ricchezze per dedicare la sua esistenza ai poveri, è insieme il paradigma e la risposta alle domande confuse che ci impongono i nostri cuori e le nostre menti ottenebrate dalla cupidigia del possesso e del denaro. A due anni di distanza dalla sua uscita nelle sale, Biagio, la pellicola del regista siciliano, Pasquale Scimeca, diventa un DVD pubblicato da Multimedia SanPaolo.

Biagio è nato nel 1963, quando i valori e i comportamenti della civiltà dei consumi si stavano per affermare come ideologia dominante in tutto il mondo industrializzato. E' cresciuto in una città, Palermo, devastata dalla speculazione edilizia. Una città che in poco più di un decennio ha raddoppiato i suoi abitanti e ha alzato steccati di tangenziali, ponti e cavalcavia con la campagna e le montagne che la circondano. Persino col mare, che pur ne lambisce le coste.

Come san Francesco

Quando Biagio ha 25 anni, Falcone, Borsellino e Padre Puglisi sono ancora vivi e Palermo è una città violenta e corrotta. Biagio sente la necessità di cercare il senso non solo della sua esistenza ma anche della società, della sua Palermo. Ritrovare la dignità dell'uomo. Dal suo pellegrinaggio ad Assisi, sulla tomba di Francesco, avverte che anche lui deve occuparsi dei fratelli poveri, degli ultimi, di quelli che la società emargina, rifiuta.

Da 25 anni, Biagio lotta per i suoi fratelli, i poveri, non solo con le parole ma con la vita vissuta, con azioni concrete che lo vedono digiunare, camminare portando su di sé la croce e attraversare paesi e città per richiamare le persone a non essere indifferenti. Più volte fratel Biagio lancia un grido disperato "a tutta la nostra società civile e istituzionale, rivolgendosi soprattutto ai ricchi e a tutti quelli che hanno accumulato tante e tante ricchezze materiali". "Purtroppo", evidenzia, "egoisticamente queste ricchezze non sono state ridistribuite correttamente per il bene comune, in particolare per i più bisognosi". E' da alcune settimane che ha ripreso a camminare, a piedi, verso Roma, dove spera di poter parlare con Papa Francesco. Mentre scriviamo ha appena fatto tappa a Messina. "Una società che non si dona - afferma - non aiuta e non ama, e che lascia indietro i deboli, prima o poi si sfalderà, crollerà. L'aiuto negato si riverserà in ogni modo su di noi stessi e sulla nostra società". E ancora" Una società che non attenziona i poveri prima o poi cade nell'impoverimento materiale e spirituale".

Parole chiare, autentiche e profetiche per il nostro tempo che vede risvegliare egoismi nazionalistici e vedute miopi. Parole di un uomo appassionato di Dio e del prossimo. Biagio, ci aiuta a cogliere attraverso la sua storia umana e spirituale il senso della vita, di se stessi, di Dio. Lasciare tutto per ritrovare il gusto dell'esistenza. Nel film, il regista, tra gli altri pregi, è riuscito a non fare di Biagio Conte, un santino da altare, ce lo rivela nella sua fragilità e forza. «Questo sognatore», si legge, nella sceneggiatura, «questo poeta, si chiama Biagio Conte, detto fra Biagio. Non scrive preghiere, non scrive cantici ma, invece di prose e versi, egli ci lascia la testimonianza di una vita semplice e pura. Grazie a quest'uomo semplice, dalla Sicilia, da questa terra martoriata, dal profondo delle sue viscere, sgorga oggi una fonte di rinnovamento e s'irradia una luce di vita di cui un riflesso giunge fino a noi».

Articolo tratto da Famiglia Cristiana, N.20/2016, di Fernanda Di Monte.