Il credente adulto e consapevole non teme chi gli faccia domande. Non sfugge al confronto e non si sottrae alle sfide della cultura perché la fede non è un cieco sentimento che manda in pensione la ragione.
Mai come oggi è necessario dedicare tempo e impegno a comprendere ciò che si crede affinché si possa dire "So cosa credo e perché credo. Ho buoni motivi per credere e li posso raccontare".
Si tende a pensare che la fede e la ragione siano tra loro contrapposte. In realtà si tratta di due dimensioni che interagiscono. La fede adulta esige l'intelligenza. Anzi la fede adulta è fede intelligente, quella che conosce i motivi per cui si crede. Sa esprimere le ragioni della speranza cosicché si scopra che credere è un atto autenticamente umano in cui si impegnano insieme tutte le facoltà umane. Il cristiano dunque si forma pensando e con la stima per il pensiero. Solo così si può costruire una personalità credente che non è tale né per la sola tradizione né per abitudine. Il "sapere della fede" è la salvaguardia della fede che dura nel tempo.
La teologia sembra argomento per addetti ai lavori, ma ogni credente che si interroghi sui contenuti della fede e sull'incidenza della fede nel proprio modo di vivere, fa teologia. Lo sforzo (che si trasforma sempre in scoperta gioiosa) del pensare deve essere guidato e sorretto da chi ha già compiuto studi adeguati. In questa direzione si colloca il libro di Raffaele Ruffo che con maestria conduce il lettore a sondare le ricchezze del presentarsi di Dio. Chi è il Dio dei cristiani? Perché possiamo chiamarlo Padre? Quale rapporto può esserci tra libertà umana e volontà di Dio? Dio è un giudice severo e un ragioniere fiscale delle nostre azioni?
Il lettore di questo volume troverà risposte e indicazioni per continuare a pensare in quanto esso tiene da conto sia la riflessione sistematica sia la vita spirituale perché "pensare Dio" diventi anche un costruire se stessi. Alla luce di queste considerazioni si scopre che l'intelligenza che si coniuga con la fede, realizza pienamente il senso del termine: "intelligenza" infatti significa "intus-legere" cioè leggere dentro e in profondità.