In questo film, l'ultimo della sua carriera secondo lo stesso Olmi, attraverso un'ottica tutta personale, il regista racconta la storia di un giovane professore dell'università di Bologna, la sua voglia di cambiamento e il suo ritorno alla natura e alla verità.
In questo film, l'ultimo della sua carriera secondo l'affermazione dallo stesso Olmi, attraverso un'ottica tutta personale il regista racconta la storia di un giovane professore dell'università di Bologna, la sua voglia di cambiamento e il suo ritorno alla natura e alla verità. Questo desiderio viene descritto attraverso una scena simbolo molto efficace: egli inchioda (con cento chiodi) al pavimento dell'aula in cui insegna, i libri più preziosi custoditi nella biblioteca dell'università. La visione del cambiamento e della verità nel film si manifestano in modo inequivocabile tramite le scelte del protagonista che, deluso dal mondo della cultura e del libro, si ritira a vivere in una baracca sull'argine del Po creando così un nuovo rapporto con la vita, con le persone, con le cose. Il suo rifugio sul fiume diventa pian piano un punto di riferimento delle persone che vivono nello stesso posto. Chi impara a conoscerlo trova nella sua presenza e nelle sue idee una nuova concezione del mondo. La giustizia però fa il suo corso: il professore viene riconosciuto colpevole del gesto compiuto all'università e, allo stesso tempo, alcune famiglie del luogo ricevono l'ordine di lasciare le loro abitazioni lungo il fiume per fare posto a nuove costruzioni. Di lui non si avrà più notizia e i contadini aspetteranno inutilmente il suo ritorno.
Il maestro Olmi, cantore del cinema italiano, amante della solitudine e del bello, con la sua particolare tensione alla spiritualità torna a parlarci con questo Centochiodi.
- Il racconto trova il suo habitat naturale nello scenario rurale che richiama alla mente quello del film L'albero degli zoccoli.
- I temi sono quelli a lui cari, il cambiamento e la riscoperta della natura e della verità.
- Il protagonista una sorta di moderno messia che, sconvolto e deluso, si spoglia del suo bagaglio di vita per riuscire a trovare un nuovo contatto con la natura.
- La narrazione mette al centro della storia, oltre al giovane docente, la gente del fiume, i poveri, i puri di cuore. Sono loro che restano e che attendono e sperano nella realizzazione delle promesse.
La tesi del film, e quindi di Olmi, è la stessa a cui approda il protagonista: i libri hanno fallito la loro funzione di promuovere la comunione e il sapere tra gli uomini creando, invece, incomunicabilità e divisioni. Una sorta di nuova babele, dove prendere un caffé con un amico può far bene più di ogni opera letteraria.
"Il titolo nasce da una mia ossessione: quella di inchiodare qualcuno per impedirgli di fare del male" spiega Olmi. "Chi raccontare? Chi ricordare fra tanti come esempio assoluto di umanità cui poterci riferire nei momenti bui per trovare sostegno e speranza? - dice il regista – È scontato dire il Cristo? Sì: il Cristo Uomo, uno come noi, che possiamo incontrare in un qualsiasi giorno della nostra esistenza, in qualsiasi tempo e luogo. Il Cristo delle strade, non l'idolo degli altari e degli incensi. E neppure quello dei libri, quando libri e altari diventano comoda formalità, ipocrita convenienza o addirittura pretesto di sopraffazione (...)". In queste frasi troviamo tutto il tormento di Olmi credente, che con forza dipinge il cammino della Fede come una conquista che si raggiunge passo dopo passo nel contatto con la realtà della vita.
Alla fine del film il professore scompare lasciando il fiume e la sua gente. Questo nuovo profeta farà ritorno un giorno? Olmi non dà risposte, il suo è un interrogativo aperto dove noi possiamo però rafforzare la nostra certezza: il Signore della nostra Fede non scompare, è con noi sempre, in ogni istante e in ogni frammento dell'esistenziale e dello spirito.
Titolo originale: Centochiodi
Genere: Metafora
Regia: Ermanno Olmi
Interpreti: Raz Degan (il professore, voce italiana: Adriano Giannini), Luna Bendandi, Amina Syed, Michele Zattara, Damiano Scaini, Franco Andreani, Andrea Landredi (postino), Franco Seroni (messo comunale), Roberta Marrelli (pubblico ministero), Bruno Tabacchi (preside), Carlo Feltrami (appuntato)
Nazionalità: Italia
Distribuzione: Mikado Film
Anno di uscita: 2007
Origine: Italia (2007)
Soggetto e sceneggiatura: Ermanno Olmi
Fotografia: (Panoramica/a colori): Fabio Olmi
Musica: Fabio Vacchi
Montaggio: Paolo Cottignola
Durata: 92'
Produzione: Luigi Musini e Roberto Cicutto per Cinema11undici e RAI Cinema.
Tematiche: Gesù; Libertà; Metafore del nostro tempo; Solidarietà-Amore; Tematiche religiose;
Valutazione del Centro Nazionale Valutazione film della Conferenza Episcopale Italiana: Accettabile/problematico/dibattiti **
Note: Girato a Bologna, lungo gli argini del Po e nella provincia di Mantova.
- Realizzato con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Dipartimento dello Spettacolo - Direzione Generale Cinema.
- Candidato ai Nastri d'argento 2007 per: miglior soggetto, fotografia e montaggio.
In questo film, l'ultimo della sua carriera secondo l'affermazione dallo stesso Olmi, attraverso un'ottica tutta personale il regista racconta la storia di un giovane professore dell'università di Bologna, la sua voglia di cambiamento e il suo ritorno alla natura e alla verità.