Il Film

Cristiada, scritto da Michael James Love e diretto da Dean Wright, narra una pagina drammatica della storia messicana. La Guerra Cristera, o Cristiada, da cui il titolo del film, è una guerra civile combattuta dai cattolici contro il governo anticlericale e massonico del presidente Plutarco Elías Calles, il quale innestò una violenta e implacabile repressione contro la fede cattolica. Il Paese precipita in una sanguinosa guerra civile. Chiese, ordini religiosi, seminari, istituti, collegi, furono chiusi e i beni confiscati. Proibita ogni attività religiosa e impedito l'accesso ai sacramenti. I trasgressori venivano uccisi e appesi ai pali del telegrafo come monito per il resto della popolazione. Il popolo cristiano amareggiato dalla situazione di repressione in atto nel Paese, inizia una lotta passiva e non violenta. Successivamente però, la totale soppressione della libertà religiosa e il desiderio di riscatto porta il popolo a combattere e ad affidare al generale Enrique Gorostieta Velarde (Andy Garcia), il più autorevole esperto militare del Messico, l'incarico di guidare una controffensiva mettendo il suo genio militare a servizio della causa. Con impegno e tenacia riuscirà a trasformare studenti, professionisti e operai in un gruppo militare efficiente. La loro dedizione, il coraggio e la fede del quattordicenne José Sanchez Del Rio, gli faranno capire come i sani principi e gli ideali siano fonte di eroismo, anche quando la giustizia umana sembra irreparabilmente smarrita. Il generale Gorostieta muore durante una sanguinosa battaglia ma l'intento di riconquistare la libertà di culto viene infine raggiunto.

Per riflettere dopo aver visto il film

Il film è costruito sulle cronache The Cristero Rebellion, scritte nel 1976 dallo storico francese Jean Meyer, che risiede in Messico. La persecuzione dei cattolici, avvenuta durante gli anni 1926 -1929, rappresenta una pagina drammatica e dolorosa della storia messicana sulla quale era calato un pesante silenzio. La totale assenza di libertà religiosa fece impugnare le armi ad alcuni, sostenuti dal popolo e dai sacerdoti. Utile dunque la ricostruzione realizzata dal film Cristiada, prodotto dal messicano Pablo Barroso e diretto dal regista Dean Wright, che presenta uno spaccato di questa storia da aggiungere alle tante dolorose vicende del secolo scorso. Il desiderio di dare credibilità al racconto e al venir meno della libertà di opinione e di culto, ha portato il regista a caricare di drammaticità i personaggi e a collocare il racconto in una contesto di violenza e di sacrificio. Nel 1929, un accordo tra le due fazioni mettono fine agli scontri. Quando deposero le armi però, i Cristeros furono uccisi per vendetta a migliaia dai nemici. José Luis Sanchez, tredicenne protagonista di quegli eventi e simbolo della fedeltà al proprio credo, è stato beatificato nel 2005 da Benedetto XVI insieme a altri dodici Cristeros.

Una possibile lettura

Cristiada è un film che aiuta a comprendere e riflettere sul significato profondo e incontestabile della libertà. «Raccontare questa vicenda esemplare significa - come ha dichiarato il regista – aderire al suo senso profondo e riflettere sul pericolo, sempre attuale, che certi eventi possano ripetersi». La tragedia messicana che viene presentata, richiama le ostilità e le persecuzioni che anche oggi subiscono i cattolici in molti paesi del mondo. Padre Francisco Elizalde, missionario messicano, spiega il senso reale di questa lotta «Il governo di Calles non volle mai trattare. Prima si percorsero vie diplomatiche e pacifiche ma, poi, visto che era tutto inutile, il popolo dovette impugnare le armi. Fu l'exstrema ratio. E fu necessaria, perché un cristiano non può vivere senza i sacramenti. Tanto che, se non li appoggiò ufficialmente, la Chiesa non condannò mai l'azione dei Cristeros.». Se chi deve garantire sicurezza e pace a un popolo diventa il suo oppressore, questi ha diritto di combattere per la propria vita e la propria fede. È in quest'ottica che va collocata la scelta cinematografica di invocare Cristo Re mentre si spara sul nemico. Ai cristiani, più che il benessere, interessava la propria libertà religiosa e di culto. Lottavano non per una ideologia, ma per difendere le loro chiese e poter ricevere i sacramenti: non volevano morire senza sacramenti e non volevano che i loro figli crescessero senza averli conosciuti. Il film si chiude con le vere immagini dell'esecuzione di un Cristeros, il quale va incontro alla morte con le braccia aperte, segno della croce, ma anche della pace.