Il colore della libertà - Goodbye Bafana

Goodbye Bafana

Il film racconta la storia vera di James Gregory, guardia carceraria nella prigione di Robben Island, dove è rinchiuso Nelson Mandela. Le vite dei due uomini si intrecciano in una lunga storia umana e politica iniziata nel giugno 1968.

Il Film

Tratto dalla biografia: Nelson Mandela, da nemico a fratello di James Gregory e Bob Graham, il film Il colore della libertà, il cui titolo originale è Goodbye Bafana, che in lingua xhosa significa ragazzo, racconta la storia vera di James Gregory, guardia carceraria nella prigione di Robben Island, un'isola del Sud Africa, dove è rinchiuso il leader della lotta all'apartheid, Nelson Mandela. Le vite dei due uomini si intrecciano in una lunga storia umana e politica iniziata nel giugno 1968. Gragory, uomo bianco nato e vissuto in Sudafrica, nutre nei confronti dei connazionali di colore un profondo impulso razzista ed è l'unico agente che conosce il dialetto Xhosa, una lingua dei neri. Per questo è nominato addetto alla censura e, in forza di tale incarico deve sorvegliare Nelson Mandela e i suoi compagni di prigionia, controllarne le mosse e ascoltare le loro conversazioni. Ma la vicinanza con Mandela trasformerà la sua vita e lo porterà a cambiare radicalmente le sue posizioni razziste, assumendo e facendo proprie le scelte di pace e convivenza proposti dal leader di colore. Da aguzzino diventa un convinto fautore di un Sudafrica libero, dove bianchi e neri possano avere uguali diritti e doveri. Tra i due uomini inizia un legame destinato a diventare sempre più profondo: insieme alle trasformazioni politiche e sociali del Sud Africa si intrecciano le vicende private delle loro famiglie. Nelson Mandela viene liberato l'11 febbraio 1990. Diventerà il primo presidente del Sudafrica dopo la fine dell'apartheid. Riceverà il Premio Nobel per la Pace nel 1993.

Per riflettere dopo aver visto il film

Il colore della libertà - Goodbye Bafana di Bille August, ripercorre i lunghissimi anni, dal '68 al '90, di carcerazione di Nelson Mandela visti attraverso gli occhi del suo carceriere James Gregory, che lo sorvegliò per 17 anni. Seguendolo nelle varie carceri del Sud Africa, egli resterà avvolto e affascinato dalla personalità e dalle idee del leader sudafricano dal quale riceverà giorno dopo giorno stima e amicizia.
I filoni attraverso i quali si snoda tutta la vicenda possono essere riassunti in pochi blocchi narrativi:
- La storia del Sud Africa, della sua cultura, degli avvenimenti politici e sociali filtrati attraverso la prigionia, le idee e le parole di Nelson Mandela, leader dell'African National Congress.
- Il legame fra il leader nero e il carceriere bianco. Un profondo e commovente incontro fra contrapposti, un rapporto singolare fra un nero colto e un bianco colmo di prevenzioni che invecchiano e migliorano insieme crescendo nella conoscenza e nella stima reciproca.
- I trasferimenti della famiglia Gregory legati agli spostamenti obbligati di Mandela. Da una casa all'altra, da un carcere all'altro.
- L'interrogativo: Chi è prigioniero? Mandela costretto a vivere i suoi anni maturi dietro le sbarre e le mura di prigioni diverse, oppure Gregory che, chiamato a sorvegliare Mandela e i suoi seguaci, viene a sua volta spiato dai superiori fino ad essere sospeso dall'incarico?
Il regista Bille August narra gli avvenimenti con uno stile da 'illustratore' di storie dal quale scaturisce un film lineare, semplice e didascalico. Una capacità di raccontare con precisione la memoria dell'apartheid e la presa di coscienza del Sud Africa attraverso una ricostruzione temporale che va dal 1968 fino al 1992.

Una possibile lettura

Il colore della libertà - Goodbye Bafana, girato interamente in Sudafrica, spiega l'apartheid e la rivolta contro questa forma di isolamento razzista, lasciando trasparire dal racconto la sofferta realtà di un popolo, ma anche un messaggio di pace e umanità. Durante le due ore di proiezione assistiamo all'implicita fine del segregazionismo, che segna la nascita di una nuova nazione sintetizzata nei due personaggi i quali sono costretti a una convivenza forzata e a imparare molte cose l'uno dall'altro. È fuori dubbio che Nelson Mandela, rinchiuso in carcere per ben 27 anni, è stato il simbolo e il riferimento di tanta gente di colore, uno dei più grandi personaggi del nostro tempo. Egli si oppone a un sistema politico che non ha ragione di essere, desidera guardare negli occhi i suoi simili senza paura, si impegna per dare alla gente di colore la dignità di esseri umani. Mandela credeva profondamente nella capacità dell'uomo di cambiare se stesso e nei lunghi anni di prigione si è preparato con meticolosità al momento della liberazione, certo che la sua liberazione rappresentava anche la liberazione di tutto il Sud Africa. Accetta di gestire il cambiamento del Paese e quando l'intero popolo gli si stringe intorno, capisce che è finalmente terminato il suo faticoso cammino: dopo anni di odio e violenze si sono imposti nel Paese democrazia e rispetto dei diritti umani. Ancora una volta un film ci insegna che la libertà non ha colore!

Titolo originale: Goodbye Bafana
Genere: Drammatico
Regia: Billie August
Interpreti: Joseph Fiennes (James Gregory), Dennis Haysbert (Nelson Mandela), Diane Kruger (Gloria Gregory), Megan Smith (Natasha Gregory da grande), Shiloh Henderson (Brett Gregory da grande), Mehboob Bawa (Ahmed Kathrada), Adrian Galley (brig. Kemp), Faith Ndukwana (Winnie Mandela), Terry Pheto (Zindzi Mandela), Lesley Mongezi (Walter Sisulu).
Nazionalità: Italia/Francia/Belgio/Germania/Sud Africa
Distribuzione: Istituto Luce
Anno di uscita: 2007
Origine: Italia/Francia/Belgio/Germania/Sud frica (2007)
Soggetto: tratto dal libro "Nelson Mandela, da nemico a fratello" di James Gregory e Bob Graham
Sceneggiatura: Greg Latter
Fotografia: (Scope/a colori): Robert Fraisse
Musica: Dario Marianelli
Montaggio: Hervé Schneid
Durata: 110'
Produzione: Jean Luc Van Damme, Ilann Girard, Andro Steinborn.
Giudizio: Accettabile/problematico/dibattiti *
Tematiche: Carcere; Famiglia; Politica-Società; Razzismo; Solidarietà-Amore; Storia;
Note: In concorso al 57mo Festival di Berlino (2007)
"Il film di Bille August ripercorre la memoria dell'apartheid, come in afrikaans s'è chiamata la segregazione imposta da 4 milioni di bianchi a 20 milioni di neri. Diventata legge nel 1948, nel 1973 l'apartheid è dichiarata crimine internazionale dall'Onu (ora è inserita fra i crimini contro l'umanità, e come tale è perseguibile dalla Corte penale internazionale dell'Aja). Tuttavia, solo a partire dal 1990, quando il presidente Frederik Willem de Clerk restituisce la libertà a Nelson Rolihlahla Mandela, in Sudafrica inizia un processo di riforma che, nel 1994 porta alla presidenza dello Stato l'ormai settantaseienne leader dell'African National Congress" (Roberto Escobar).


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