Il grande silenzio

Questo originalissimo film-esperienza, è intessuto di silenzio, come il suo titolo. Per realizzarlo, il regista Philip Gröning ha vissuto sei mesi nella Grande Chartreuse, sulle Alpi francesi, condividendo la vita quotidiana dei monaci certosini.

Il Film

Due ore e 40 minuti di silenzio. La pioggia che batte sul vetro, il suono della campana che richiama alla preghiera, il silenzio dei cortili innevati. Questo è l'inizio del film di Philip Gröning. Un'esperienza cinematografica totalmente diversa da quelle a cui il frenetico cinema moderno ci ha abituati. Nel film Il Grande silenzio il tempo cinematografico è quello vissuto quotidianamente dai monaci certosini. Il regista ha trascorso sei mesi, tra l'estate del 2002 e l'inverno del 2003, seguendo i monaci con la telecamera nella Grande Chartreuse sulle Alpi francesi, vicino a Grenoble. Nessuna spiegazione, nessuna conversazione, nessuna musica. Solo il mutare del tempo, le stagioni e i gesti ripetuti ogni giorno. Una quotidianità fatta di dedizione silenziosa in ogni momento e in ogni situazione, nel lavoro come nella preghiera.

La colonna sonora è costruita dai suoni e dai rumori prodotti dalla laboriosità dei religiosi: le forbici che tagliano il tessuto, il badile che affonda nella neve, i passi che risuonano nel chiostro, i canti liturgici che si alzano dal coro. Nessun suono o una voce fuori campo. Il partecipare dello spettatore alla vita del monastero avviene quasi unicamente attraverso le immagini. L'unica parola è quella di Dio.

Per riflettere dopo aver visto il film

Solo dopo 19 anni dalla sua richiesta di realizzare un film sui certosini nella Grande Chartreuse, il regista Philip Gröning ha potuto condividere la loro vita e realizzare così 120 ore di girato dal quale sono tratti i 160' del film. Uno mondo ricco e affascinante ma nello stesso tempo nascosto e umile. Le riprese di Gröning sono discrete, delicate, quasi timorose. Insieme a lui anche noi possiamo assaporare la forza del silenzio in una scelta radicale di distacco dal mondo.

Nel film è il silenzio a dare valore alle cose: oggetti, spoglie pareti, componenti naturali, volti segnati dagli anni e dalla solitudine, canti, rintocchi di campane e momenti di meditazione. Il ritmo della preghiera scandisce il passare delle ore, segna il tempo, dilata gli orizzonti. Un silenzio carico di paziente attesa, che diventa una voce potentissima di fede e di grazia. Un flusso di immagini che lascia nello spettatore la sensazione di toccare una realtà impalpabile, ma nello stesso tempo pienamente umana.

Una possibile lettura

"Solo in completo silenzio si comincia ad ascoltare. Solo quando il linguaggio scompare, si comincia a vedere". Sono queste le parole che aprono la visione del film e che indicano l'atteggiamento da tenere per cogliere appieno l'esperienza religiosa, e nello stesso tempo cinematografica, che ci viene proposta.

Il Grande Silenzio offre una profonda meditazione filmica sulla vita monastica utilizzando una forma di puro linguaggio espressivo. Il film non rappresenta la vita dei monaci, ma diventa esso stesso 'certosa' documentando lo scorrere delle loro giornate e ripercorrendo le ore cadenzate da severe pratiche di comportamento e di preghiera. Il tempo della preghiera si fonde nella pellicola con il tempo cinematografico lasciando nello spettatore la percezione di afferrare nel montaggio le riflessioni non espresse e nel silenzio le parole non dette.

Un film-esperienza, come lo definisce lo stesso regista, che è un invito a scoprire attraverso la quotidianità vissuta dai monaci qualcosa che va al di là delle facoltà umane. Ci troviamo di fronte ad una originale esperienza contemplativa che usa la grammatica del cinema come forma per esprimere lo spirito. Una lode al silenzio e ai ritmi lenti della contemplazione. I salmi e le preghiere, costantemente ripetute, sono il solo linguaggio, il solo mezzo espressivo per richiamare alla mente il divino, per comunicare con l'Assoluto.

Titolo originale: Die Grobe Stille
Genere: Documentario
Regia: Philip Groning
Interpreti: I monaci della Grande Chartreuse, monastero certosino nelle Alpi francesi.
Nazionalità: Germania
Soggetto e sceneggiatura: Philip Groning
Fotografia (Panoramica/a colori): Philip Groning
Musica: rumori d'ambiente
Montaggio: Philip Groning
Durata: 162'
Produzione: Philip Groning
Distribuzione: Metacinema
Anno di uscita: 2006
Tematiche: metafore del nostro tempo; solidarietà-amore; tematiche religiose
Valutazione del Centro Nazionale Valutazione film della Conferenza Episcopale Italiana: Raccomandabile/poetico/dibattiti**

Note:
- La storia dell'Ordine Certosino e la "Grande Chartreuse"
L'Ordine dei Certosini fu fondato da San Bruno di Cologne (1030-1101) nel 1084 ed è considerato l'ordine più rigido della Chiesa Cattolica. Dalla sua fondazione questo ordine di eremiti si è situato nelle montagne vicino Grenoble, Francia. Lì i monaci si dedicano interamente al servizio di Dio e alla vita spirituale, in silenzio permanente.
- Chartreuse
"Chartreuse" è un massiccio montagnoso nelle Alpi Francesi tra Grenoble e Chambéry. Ha dato nome all'ordine degli eremiti qui fondato nel 1084.
- La Certosa
Una Certosa è un monastero certosino. Il termine viene dal Latino "cartusia" per il francese "La Chartreuse", il luogo della prima Certosa. Con oltre 30 celle, la Grande Chartreuse – come indica il suo nome – è una delle "maggiori Certose" e fu costruita nella sua forma attuale nel XVII secolo.


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