Il più bel secolo della mia vita

Scheda film

L’idea di fondo del racconto è singolare, i toni garbati, le risate si schiudono senza mancare di tatto, la tristezza fa capolino sfuggendo il dolore. Il quadro che si apre agli occhi dello spettatore è la storia di un incontro tra un giovane che rincorre la vita e di un adulto pieno di voglia di vivere che schiva la morte. La coppia Castellitto – Lundini è perfettamente complementare, un cinema di parole e situazioni, quello di Bardani, supportato da una gradevolissima fotografia.

Il Film

Il film è tratto dall’omonima opera teatrale, che affronta il paradosso di una legge italiana che proibisce ai figli non riconosciuti alla nascita di scoprire l’identità dei genitori biologici solo al raggiungimento dei 100 anni di età. I protagonisti, Augusto e Giovanni, sono due soggetti differenti per età, origine, formazione intellettuale, comportamenti e azioni. Sono però accomunati da un’unica sofferenza: non sono stati riconosciuti alla nascita. Puniti tutti e due dalla “Legge dei 100 anni” a una esistenza senza nome. Non sanno da dove vengono e chi li ha generati. I due personaggi del film possono essere il perno per affrontare questa legge ingiusta e inumana. Giovanni, il più giovane, fa parte della FAeGN (Associazione nazionale Figli Adottivi e Genitori Naturali), che da tempo si impegna e combatte affinché si possa cambiare questa normativa. Abbiamo poi Gustavo, unico centenario non riconosciuto alla nascita, che vive in una casa di riposo per anziani e non ha mai scoperto le sue origini. Con la speranza di ottenere la sua complicità, Giovanni va a trovarlo e lo porta a Roma, invitandolo a parlare in un convegno al cospetto del Ministro degli Interni. Solo la testimonianza di Gustavo può sollecitare il cambiamento di questa grossa ingiustizia, lui però non ha alcun interesse a farlo, non sembra affatto interessato a conoscere il suo passato.

Per riflettere dopo aver visto il film

Il più bel secolo della mia vita, una singolare commedia che unisce ilarità e sofferenza, porta sullo schermo l’inaspettata amicizia tra un uomo centenario aperto al futuro e un giovane inquieto ancorato a un passato senza nome. Due protagonisti diversissimi tra loro ma entrambi vittime di una insensata normativa che vieta ai figli non accettati alla nascita di conoscere i dati anagrafici dei genitori biologici prima del compimento del loro centenario di età. La realizzazione del film da parte del regista Alessandro Bardani ha richiesto un lavoro impegnativo. Non è stato facile trasformare un testo teatrale in un’opera cinematografica. Ma Il più bel secolo della mia vita è stato costruito attraverso un snodarsi di avvenimenti che mettono a fuoco le diverse personalità dei due protagonisti. L’idea di fondo del racconto è singolare, i toni garbati, le risate si schiudono senza mancare di tatto, la tristezza fa capolino sfuggendo il dolore. Il quadro che si apre agli occhi dello spettatore è la storia di un incontro tra un giovane che rincorre la vita e di un adulto pieno di voglia di vivere che schiva la morte.

Una possibile lettura

Il più bel secolo della mia vita è un divertente percorso senza una meta precisa, quasi un vagabondaggio in automobile che vede protagonisti il centenario Gustavo (interpretato dal bravissimo Sergio Castellitto) e il tenace Giovanni (interpretato da Valerio Lundini, un perfetto “antagonista” dell’indomabile vecchietto). Un lungo, suggestivo viaggio, ricco di improvvisi momenti stravaganti, nel corso del quale i due protagonisti, pur nella loro diversità, scopriranno aspetti nascosti della loro vita: il muro che ha innalzato Giovanni per proteggersi da una mancanza che non è mai riuscito ad accettare e la difesa di Gustavo che ha usato l’arma dell’ironia per ricoprire i vuoti e le mancanze. Il film affronta argomenti fondamentali della vita dell’uomo: la famiglia, le relazioni con i genitori, la necessità di conoscere le proprie radici, il sapersi rassegnare e perdonare chi ci ha abbandonato, ma anche chi ci ha accolto e cresciuto, commettendo a volte errori per eccesso di cura e non per mancanza di affetto. La chiave di tutta la storia la troviamo nelle parole dei protagonisti: «Lei è stato abbandonato come me – dice Giovanni – e se una persona non sa da dove viene, è una persona incompleta». E Gustavo ribatte «i figli non sono di chi li fa, i figli sono di chi li ama». Regia, sceneggiatura, interpreti si fondono in una sintonia perfetta, creando un finale capace di aprirsi a un sorriso e una lacrima.

Titolo Originale: Il più bel secolo della mia vita
Genere: Commedia - Dramma
Regia: Alessandro Bardani
Interpreti: Sergio Castellitto (Augusto), Valerio Lundini (Giovanni), Carla Signoris (Gianna), Betti Pedrazzi (Suor Grazia), Antonio Zavatteri (Presidente Faegn)
Nazionalità: Italia
Distribuzione: Lucky Red
Anno di uscita: 2023
Soggetto e Sceneggiatura: Luigi Di Capua, Alessandro Bardani, Leonardo Fasoli, Maddalena Ravagli
Fotografia: Timoty Aliprandi
Musica: Francesco Cerasi
Montaggio: Arzu Volkan
Durata: 90'
Produzione: Goon Films, Lucky Red con Rai Cinema, in collaborazione con Prime Video
Valutazione del Centro Nazionale Valutazione film della Conferenza Episcopale Italiana: Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematiche: Amore-Sentimenti, Anziani, Bambini, Educazione, Famiglia, Famiglia - genitori figli, Politica-Società, Solidarietà-Amore
Note:
- Il film è stato presentato al 53° Giffoni Film Festival in concorso nella sezione Generator +18.
- Il più bel secolo della mia vita, è tratto dall'omonimo spettacolo teatrale.


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