Nella terra di tutti

Il sottotitolo di questo saggio recita: “Perché restare in una Chiesa con cui non riusciamo a trovarci d’accordo su molte questioni urgenti?” Così, se il titolo poteva far pensare a un qualcosa di aperto alla riflessione su spazi di condivisione, il sottotitolo presenta da subito il quadro di riferimento: la Chiesa e i problemi di scottante attualità.

Attenzione, però: il libro è una dichiarazione di ottimismo, che tiene i piedi piantati in una realtà per nulla edulcorata e per questo aperta alla speranza. L’Autore non fa sconti, esamina con passione e con sguardo critico tutte le questioni urgenti di cui fa cenno nel sottotitolo e che sono altrettante terre di nessuno, abitate da persone che si interrogano, che soffrono, che non trovano parole per dire la propria realtà e non sentono neppure pronunciare parole altre a cui appigliarsi per chiedere, per confrontarsi. Nel libro sono evidenziate le questioni pastorali più dolorose e delicate, che sono autentiche emergenze, e riguardano le donne, le persone in situazioni irregolari, le persone omosessuali, i giovani – che più di altri pagano il prezzo di una domanda di senso che non trova risposte adeguate –, gli abusanti e gli abusati… ma affronta anche problematiche di cui si parla poco, ma che favoriscono esclusione, solitudine e tanto dolore.

L’Autore, p. José María Rodríguez Olaizola, sj, rilegge la storia recente con le sue luci e le sue ombre, perché è necessario sapere dove siamo per disegnare mappe nuove e individuare percorsi possibili.
Da un lato, gli eventi tragici che hanno segnato il ventesimo secolo – due Guerre Mondiali, Hiroshima e Nagasaki, la Shoah e altri genocidi che hanno fatto rabbrividire il mondo – hanno portato molti a chiedersi “Dio dov’è? Perché tace?”; dall’altra parte la produzione su scala industriale e sempre più veloce dei beni materiali di consumo ci ha indotto a pensare che anche i beni immateriali come le esperienze e le relazioni – e magari anche Dio e l’esperienza religiosa – potessero essere oggetto di scelta e di consumo.
Un terzo elemento riguarda la valorizzazione dell’individuo per cui le classi sociali non sono più protagoniste della storia, ma è l’individuo che «diventa il centro della sua stessa vita. Le ricerche di senso contemporanee sono spesso caratterizzate da una dimensione soggettiva che diventa non negoziabile: che cosa ci guadagno, con questo? A cosa mi serve? Come mi arricchisce?».
Questo il quadro di riferimento, amplificato dal fenomeno della comunicazione, in cui si collocano cambiamenti sociali e culturali tanto repentini da far scricchiolare tutte le strutture, civili e religiose.

La Chiesa ha sentito il bisogno di un cambiamento e il Concilio Vaticano II è stato un evento di grande portata non solo ecclesiale, ma che ha generato fatiche e tensioni, anche perché le provocazioni del Concilio chiedevano spazi di calma, di riflessione, in un mondo che diventava sempre più rumoroso. E così la società civile ha maturato cambiamenti che nella Chiesa hanno avuto meno forza.

In questo saggio sono individuati atteggiamenti di rigidità, di rifiuto e di inconsistenza delle strutture e del tessuto ecclesiale che hanno dato spazio a quelle che l’Autore chiama “terre di nessuno” e che in realtà sono terre di molti, che partono da esperienze diverse e chiedono aiuto per la loro ricerca.
Pensare di dare la stessa risposta per tutte le situazioni e per tutti i tempi, senza lasciare spazio al dubbio e alla ricerca, non è un buon servizio, né alla persona, né alla fede. «Il dubbio non è nemico della fede, ma incentivo per avanzare verso una fede più profonda. Colui che abita la terra di nessuno è qualcuno che cerca solidità, ma una solidità che non è rigida. È qualcuno che cerca libertà, ma una libertà con radici … La terra di nessuno è una terra in cui a volte chi vi abita si scontra con situazioni che fanno star male».

Il saggio riprende e esamina da vicino quelle terre di nessuno che identificano i problemi più urgenti in cui la Chiesa fa ancora molta fatica a trovare il passo giusto. Lo sguardo che l’Autore suggerisce per questi problemi è uno sguardo libero; infatti molte di queste terre di nessuno chiedono un modo di guardare le situazioni, non dal di fuori e con atteggiamento rigido, ma ascoltando il dolore e la grande solitudine di chi le vive. Solo a partire da questo ascolto rispettoso, non conciliante, ma attento a tutta la realtà sarà possibile camminare insieme, con tempi e sfumature diverse, ma con la certezza che la fede non è un manuale di sopravvivenza con pacchetti di risposte pre-confezionate, ma è la certezza che il mistero di Dio abita la nostra storia e la conduce.

La pluralità può essere percepita come minaccia, ma anche come opportunità. Perché cresciamo di più, grazie alle differenze. Certo non è una strada facile, se lo fosse, non sarebbe necessario continuare a rifletterci. È la via difficile, ma duratura perché supera ogni forma di apparenza, per cercare l’essenziale, e l’essenziale, si sa, dura per sempre. Del resto ci possiamo chiedere con tutta onestà: davvero la Chiesa è meno plurale di altre istituzioni? A ben vedere c’è più diversità e ricchezza nella Chiesa che in altri ambiti della vita, da quello politico a quello finanziario e economico; la mancanza di pluralismo è una macchia di molte istituzioni.
La terra di tutti, scrive l’Autore in questo bellissimo libro, è proprio la Chiesa «quella stessa Chiesa che forse a volte ci dà sui nervi, ci preoccupa o ci disgusta perché non riusciamo a venire a capo di determinate situazioni, è la stessa che da secoli mostra volti diversi di un amore che si rimbocca le maniche. È la stessa, medesima Chiesa che ha mantenuto scuole e ospedali, la stessa che ha dato da mangiare agli affamati, la stessa che ha lottato contro la schiavitù quando nessun altro lo faceva – e quando anche al suo interno c’erano voci discordanti al riguardo. È quella stessa Chiesa che ha formulato il diritto delle genti».


Condividi

nella-terra-di-tutti-2.html

Articoli correlati

Newsletter

Iscriviti alla newsletter per essere sempre aggiornato su iniziative e novità editoriali
Figlie di San Paolo © 2024 All Rights Reserved.
Powered by NOVA OPERA