Un percorso tra Parola e icone

Evangelizzare con l’icona

È importante ritrovare una nuova e originale via occidentale all'icona, perché, in realtà, ogni comunità cristiana locale, in ogni tempo della sua storia, esprime se stessa, la sua esperienza di fede nelle im¬magini che poi usa per la liturgia e per la preghiera.

Le sette icone che vengono presentate nel libro: Icone sulla vita di Gesù Cristo per la nuova evangelizzazione, sono completamente libere da ogni forma di archeologismo, non vengono da alcuna «moda iconografica», non copiano schemi che poi devono essere spiegati, perché incomprensibili, ma nascono dal basso, cioè dal cammino di fede, dalla lettura attenta della Scrittura e dalla celebrazione comunitaria della stessa, dalla gioia di essere cristiani oggi, chiamati alla verità, alla comunione e alla missione. Esse sono state realizzate dai coniugi David e Paola La Fede per la parrocchia di S. Antonio Abate a Costa Volpino (BG).

Ogni singola icona nasce da una «Parola», e intende mostrarne il compimento oggi: annuncia una speranza, apre al futuro, all'azione fedele di Dio che non si dimentica mai del suo popolo, ma provvede in ogni tempo.

Ogni icona fa riferimento al Battesimo che urgentemente i nostri fedeli sono chiamati a riscoprire, come dono prezioso i cui frutti sono la vita in Cristo e la possibilità di amare come lui ci ha amati.

Ogni icona rinsalda la gioia di essere parte della comunità cristiana che non è frutto di sforzi umani, ma dell'azione dello Spirito Santo che rinnova il nostro cuore e ci apre alla comunione.

Una Parola che viene dal silenzio

La frase famosa dei Padri della Chiesa «quello che la parola dice l'icona lo esprime silenziosamente» non è certo da intendersi semplicemente come traduzione in immagini di ciò che si è ascoltato, quasi fosse una sequenza cinematografica per rendere in qualche modo maggiormente memorizzabile ciò che può risultare sfuggente all'ascolto. È quel «silenziosamente» che esprime il passaggio dalla parola all'immagine. «Silenziosamente» è uno spazio di tempo nel quale la Parola ascoltata è... ingerita, ruminata, e si fa carne in colui che l'accoglie.

Il silenzio è il tempo dell'incarnazione, il tempo in cui il potere di Dio crea.
Quando si dice « Parola di Dio » si fa riferimento a ciò che Dio ha attuato e attua nella storia dell'uomo.
Dio dice: « sia la luce »... e la luce fu.
Dio dice a Mosè: « stendi la mano » e il mare si aprì.
Dio dice: « colui che nascerà da te sarà santo » e il santo prende forma umana.
Dio si manifesta all'uomo con una « parola » scegliendo il canale dell'udito per essere compreso; senz'altro il mezzo più debole, che però lascia all'uomo la libertà di ascoltare-ricordare o non ascoltare e dimenticare.

La Scrittura segue la parola che si realizza e si concretizza nella storia. Sapiente è la proclamazione liturgica della Scrittura in assemblea che si conclude dicendo «Parola di Dio» come se fosse un'esortazione, un augurio, nella speranza che la Scrittura proclamata diventi per qual¬cuno «Parola di Dio», si concretizzi nella vita. Accogliere la Parola è far sì che questa diventi parte della vita e si compia in noi.

Da: Icone sulla vita di Gesù Cristo per la nuova evangelizzazione, di Paola e David La Fede e Gianfranco Lazzaroni, Paoline, pp. 11 e 19.


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