Gioire!

Aspettando il Natale - III di Avvento

Questa settimana uno è l'imperativo: gioire. Ma – mi chiederete – è possibile gioire quando tutto attorno a noi sembra andare a rotoli? Quando sofferenza, povertà, violenza, insicurezza, squilibri ambientali sembrano lambire ogni parte della popolazione e tutto il pianeta? Esiste un angolo di mondo, una casa, in cui sia davvero possibile poter gioire?

Cos'è la gioia? E perché possiamo gioire nonostante tutto?
La gioia non viene dall'estraniarsi dal dolore, dalla fortuna di stare bene, avere soldi, salute, amici e casa. Non esiste un angolo di mondo in cui trovarla, e neppure un angolo di cielo. Un po' di anni fa, al catechismo, ci dicevano che quando la Bella Signora a Lourdes parlò a Bernadette, una volta le disse: «Io non vi prometto di rendervi felici in questo mondo». E queste sue parole diventavano una sorta di annuncio ufficiale; come a dire che chi crede deve rinunciare a monte alla felicità. Roba da paradiso, in poche parole. E di un paradiso tutto da guadagnare.
Ma è davvero così?
Mi permetto di dissentire, e lo faccio a partire in primis dalla parola di Dio e dal mistero di amore che celebriamo ogni giorno nell'eucaristia. Prendete per esempio i brani biblici di questa terza domenica di Avvento, domenica della gioia (Gaudete) appunto. Le letture sono un canto di consolazione, gioia, rassicurazione: Dio è salvezza, Dio è presenza, Dio è colui che opera a favore della vita. E il credente, colui o colei che si affida, ogni donna e ogni uomo sono dei chiamati: chiamati ad accorgersi, chiamati a riconoscere, chiamati ad aprire gli occhi e alzare il capo, chiamati a vedere Dio all'opera.
«Giovanni evangelizzava il popolo», così si chiude il Vangelo. Giovanni, sottolinea Luca, spargeva tra il popolo buone notizie, messaggi buoni, in una parola: vangelo. E alla domanda del popolo, dei soldati, di chi gli andava dietro: «Che cosa dobbiamo fare?», la sua risposta metteva in gioco le risposte di vita di ognuno: «Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha... non esigete nulla di più... non estorcete...». Come se la gioia non fosse un cercare un di più, ma un dare valore a ciò che già c'è...

Primo passo: riconoscere

L'ho appena detto: non esiste un angolo di mondo e neppure di cielo in cui scovare la gioia. Perché non esiste luogo in cui essa si nasconda. Perché? Perché non esiste gioia che viva al di fuori di chi la cerca. Non è un oggetto, non è una cosa da avere a tutti i costi, non è uno status da conquistare.
La gioia germoglia dalla capacità di riconoscere ciò che abbiamo, ciò che siamo, ciò che abbiamo ricevuto.
La gioia è una chiamata a compiere un cammino di riconoscimento del dono ricevuto, perché per quanto qualcosa ci sembri piccolo e insignificante è un dono, non ci è dovuto, e arricchisce comunque la nostra vita. Non esiste nessuno tra noi privo davvero di tutto...
Sono teorica? In realtà no. Mi sento molto concreta, sebbene sia sempre più facile piangerci addosso per quello che non abbiamo, sia esso affetto, ricchezza, benessere o salute.
Non so se vi capita. Spesso la tristezza per una amicizia che non scatta, per la stima non ricevuta da chi vorremmo, per una relazione che non decolla, ci fa precipitare in una tristezza infinita. E tutto il bene che qualcuno ci vuole, la stima che molti ci riservano, la gratitudine ricevuta per le cose belle, la vita di ogni giorno... si dissolvono, come prosciugati da uno pericoloso senso di vuoto, come fossero gocce d'acqua nel deserto dei nostri desideri inappagati. Ma così facendo diventeremo sempre più incapaci di gioia.

Per poter essere capaci di gioire bisogna imparare a riconoscere: ciò che siamo, ciò che abbiamo ricevuto, le persone che abbiamo accanto e che rendono speciale la nostra vita (anche se non sono quelle che noi vorremmo), i piccoli passi quotidiani. E allora per costruire gioia attorno a noi, iniziamo a scorgerla dentro di noi.

paoline aspettando il natale iii di avvento tassielli 1Come?

L'esercizio di questa settimana è: fare una lista di 10 cose belle. Non vi sembri banale. Ci stiamo perdendo nel rincorrere successi, traguardi, mete... E stiamo dimenticando quanto invece sia bella la strada, quanto siamo belli noi, quanto sia bello che ciò che ci sta attorno. E allora fermiamoci e in questa terza settimana impegniamo del tempo per compilare la nostra lista delle 10 cose belle che già abbiamo e per cui potremo anche ringraziare. Già... RINGRAZIARE!
Chi cerca chiede, chi riconosce ringrazia. Ed è così che ci si apre ogni giorno di più alla gratitudine... così si intraprende il viaggio interiore che ci porta dalla sterilità alla fecondità, dalla chiusura all'accoglienza.

Coinvolgiamo i più piccoli!

In questo percorso di riconoscimento, gratitudine, apertura, gioia, coinvolgiamo anche i bambini. Questa settimana per loro inizierà il countdown verso il Natale. Dal 16 dicembre, data che soprattutto per noi adulti segna l'inizio della Novena, scatta per i più piccoli il conto alla rovescia verso la festa più attesa dell'anno. E il calendario di Avvento Aspettando il Natale, li accompagnerà in questo cammino. Sarebbe bello compilarla anche con loro la lista delle cose belle per cui dire grazie. Sarebbe bello che a Natale, a Gesù Bambino potessimo arrivare tutti, piccoli e grandi, non con la lista delle cose da chiedere, ma con la lista dei grazie da trasformare in preghiera. Che ne dite?
La preghiera potrebbe essere pregata con i bambini, al catechismo o a casa, o in parrocchia [il link per il download è alla fine dell'articolo]. A casa potrebbe essere importante ricavare uno spazio di domenica, o anche la sera prima di andare a letto. Prima di pregare insieme il testo proposto, potrebbe essere molto significativo ricavare uno spazio di silenzio e condivisione in cui verbalizzare, ad alta voce, ciò per cui vogliamo ringraziare. Fare questo con i bambini è un momento estremamente pedagogico: sia da un punto di vista umano sia cristiano. 
Inoltre, per il percorso da vivere con i bambini, vi rimandiamo anche allo specifico articolo Aspettando il Natale.

Preghiera

Grazie!

Grazie, Signore Gesù,
perché il mondo è pieno di cose belle
e di persone belle che ogni giorno
rendono più ricca anche la mia vita.
Il sole ogni giorno scalda
e l'acqua bagna i terreni aridi.
Ci sono persone buone
che condividono quello che hanno.
C'è chi con la sua intelligenza
rende migliore il mondo.
Ci sono i medici che fanno di tutto per salvarci
e gli insegnanti che ogni giorno provano
a renderci più aperti al futuro.
C'è chi ci ama, e non si stanca mai di farlo.
Tanti sono i motivi per cui dirti grazie, Signore.
Ma oggi, il più grande grazie è per te,
perché ci ami e per noi sei pronto a tutto!

Noi ti aspettiamo, Signore Gesù,
vieni!


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