3. L'ospite atteso

Avvento per giovani - Terza settimana

Terza settimana di Avvento. Continuano le pulizie, anche se ormai il grosso inizia ad essere fatto, e finalmente nell'aria, oltre al buon profumo di vetri e pavimenti tirati a lucido, si inizia a sentire anche qualcosa di appetitoso, unito ad una strana voglia di condividere e comunicare... un sorriso inconsapevole appare sui nostri volti: il nostro ospite è vicino!!

Vangelo della terza settimana di Avvento

Luca (3,10-18)
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

Lavori in corso1. Lavori in corso

Prepariamo la nostra casa perché sia confortevole togliendo qualcosa che non serve.

Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Siamo arrivati a un punto importante di questo percorso di Avvento in cui ad essere interpellato è, senza dubbio, il nostro desiderio di "uscire" dalle nostre abitudini e pensare a rimuovere, rimettere o fare qualcosa in noi, o attorno a noi, che ci permetta di lasciarci sorprendere dal Signore che viene.

In questa domenica, Giovanni Battista ci da ancora una mano e, come per gli Ebrei che erano andati nel deserto della Giudea e sulle rive del lago Giordano spinti un po' dalla curiosità, un po' dal bisogno, ma attratti sicuramente dalle urla di un uomo che diceva di essere solo "voce di uno", anche in noi nasce la domanda: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Cosa devo fare per cambiare qualcosa in questo mondo o nel mondo più vicino a me o addirittura in me stesso? Giovanni il Battista, l'uomo rude, senza troppi peli sulla lingua, senza paura di essere emarginato, proprio lui ci dice: State aspettando una Persona importante e forse non sarà proprio come la state immaginando; per questo, è necessario che questa attesa si traduca in gesti e opere che abbiano il sapore della condivisione, dell'onestà e della giustizia... proprio per preparare e allenare il cuore.
Come fare? È importante che ciascuno condivida con qualcuno della famiglia o del proprio gruppo qualcosa di suo. Continuiamo con le pulizie. L'invito è a fare spazio e a "sprecare" tempo, guardando, per esempio, negli occhi le persone di casa nostra e parlando con loro. Pulizia questa settimana potrebbe significare distaccarci, almeno per qualche momento, dal cellulare e ricominciare a sentire il calore e il contatto fisico degli amici o della sorellina rompiscatole, parlare con i propri genitori. L'esperienza di fare qualcosa, di lasciare o cambiare qualcosa è come il voler uscire dal meccanismo di quei giochi online che imprigionano la mente e la libertà e fanno perdere il contatto reale con se stessi e con gli altri.

E tu cosa toglieresti?

Prepara la festa2. Prepara la festa

Tutta la nostra vita è quel luogo pronto ad accogliere Gesù che nasce anche oggi; cerchiamo un atteggiamento da vivere.

In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Preparare un ambiente per la festa presuppone molte cose, tra cui anzitutto il motivo stesso della festa. Chissà a quanti party in discoteca o al pub abbiamo partecipato o siamo stati invitati! E la grande maggioranza di queste esperienze si è conclusa con un gran mal di testa, con l'aver esagerato nel bere o quant'altro. Questo tipo di feste, purtroppo, non ci obbliga a condividere qualcosa di importante, qualcosa che ci metta in gioco.
Giovanni Battista ci ricorda che se vogliamo accogliere il Figlio di Dio, è importante dividere-con, condividere qualcosa di nostro. Il cibo è uno degli elementi importanti per la festa. Cibo significa assaporare, gustare, comunicare e stare con gli altri. Il cibo è vita; dare ospitalità a Dio, nella nostra casa è dare vita a chi ci vive accanto, al signore del nostro stesso pianerottolo, con cui non parliamo mai e di cui forse ignoriamo il nome. È dare vita all'amico che sappiamo soffrire per mille motivi e del quale a nessuno interessa la storia. Nel condividere il cibo ci accorgiamo all'improvviso che esistono gli altri, che esiste un tempo che qualcuno ha dedicato per prepararlo e per far contenti altri. Perché l'alternativa alla condivisione è la chiusura egoistica nel proprio interesse... che però raramente appaga. Abbiamo bisogno di ascoltare la Parola del Vangelo, perché è l'unica parola che ci recupera e ci tira fuori dai nostri grovigli.

Nella canzone Io lo so che non sono solo Jovanotti scrive:

Ma l'unico pericolo che sento veramente
È quello di non riuscire più a sentire niente
Il profumo dei fiori l'odore della città
Il suono dei motorini il sapore della pizza
Le lacrime di una mamma le idee di uno studente
Gli incroci possibili in una piazza
Di stare con le antenne alzate verso il cielo
Io lo so che non sono solo...

E tu che cosa prepareresti?

Parole sussurrate3. Parole sussurrate

Componiamo una preghiera: segno del desiderio di ciò che vogliamo dire al nostro ospite Gesù.

O Gesù, Tu lo sai che spesso non trovo le parole per dirti qualcosa.
Oggi, però, mi sembra reale, guardando per un attimo il cielo stellato,
la sensazione che un po' del Tuo Cielo sia entrato nella mia stanza!
Ti prego di rimanerci ancora,
anche quando io non sentirò più nulla.
Ti prego di non mollarmi,
anche se qualche volta dimenticherò
che Tu sei disceso dal cielo
per fare entrare il Tuo Cielo nella mia "stanza",
in questa mia confusa esistenza!

E tu cosa diresti?

Aggiungi un posto a tavola4. Aggiungi un posto a tavola

Adesso tocca ad un testimone, qualcuno che ci parlerà, per esperienza, di Gesù, il nostro ospite atteso. Guarda il video.

 

Condividere, spendere un po' del proprio tempo per gli altri e con gli altri: questa è felicità. La gioia, infatti, non è mai completa e appagante se non è condivisa. Se ci sentiamo soli, guardiamoci attorno. C'è sempre qualcuno che ha bisogno di una mano, di un sorriso e di una parola gentile.

E tu chi inviteresti?


scarica il PDF della proposta


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