9. Le 10 parole della vocazione

Ogni cosa bella va raccontata, condivisa. L'incontro con Gesù probabilmente è avvenuto per noi sulla scia di un testimone e testimoniare anche noi il nostro di incontro è quello che, con semplicità e coraggio, siamo chiamati a fare in ogni nostra vocazione.

Scrive papa Francesco: «Il valore della testimonianza non significa che la parola debba essere messa a tacere. Perché non parlare di Gesù, perché non raccontare agli altri che Lui ci dà la forza di vivere, che è bello conversare con Lui, che ci fa bene meditare le sue parole? Giovani, non lasciate che il mondo vi trascini a condividere solo le cose negative o superficiali. Siate capaci di andare controcorrente e sappiate condividere Gesù, comunicate la fede che Lui vi ha donato. Vi auguro di sentire nel cuore lo stesso impulso irresistibile che muoveva San Paolo quando affermava: "Guai a me se non annuncio il Vangelo!"» (Christus vivit, 176).

1. Le 10 parole della vocazione 01

Link alla Bibbia

Diciamo la verità, sicuramente pensiamo che i discepoli e gli apostoli sono stati fortunati: loro sì che hanno potuto vedere e parlare con Gesù! Ah, se fossimo stati noi al loro posto, sicuramente avremmo fatto una figura migliore, avremmo creduto senza esitazioni. Invece per noi che non lo abbiamo potuto toccare in carne e ossa è difficile... Eppure noi abbiamo qualcosa che loro non hanno potuto avere: abbiamo la testimonianza, abbiamo 2000 anni di storie di una relazione tra uomini, donne e il Signore che continua a camminare con noi, abbiamo la capacità di quei primi di dare vita a racconti che hanno fatto da catena ininterrotta tra noi e Gesù. Per esserci la testimonianza serve l'assenza (fisica) di Gesù! Non a caso l'ascensione di Gesù al cielo è un passaggio importante per la nostra fede: da quel momento inizia il compito dei cristiani di ogni epoca, il raccontare l'incontro con Cristo. Per questo motivo ho scelto, per la parola 'testimonianza', un brano degli Atti degli Apostoli (4,32-37), il diario di una comunità che si "inventa" una vita nuova.

La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un'anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune. Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore. Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano il ricavato di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno. Così Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Bàrnaba, che significa "figlio dell'esortazione", un levita originario di Cipro, padrone di un campo, lo vendette e ne consegnò il ricavato deponendolo ai piedi degli apostoli.

Questo brano narra il rapporto inedito che la prima comunità ha con Gesù, di cui fa un'esperienza nuova, più vicina alla nostra, perché lui non è presente con il corpo; ci descrive come vive, i desideri, come si concretizza il nuovo modo di seguire Gesù. Allora possiamo rispondere ad alcune domande:

- Cosa vuol dire testimoniare? Che cosa si testimonia? Si testimonia la risurrezione di Gesù! In sostanza si mostra che la morte non è la fine di tutto, che c'è sempre una possibilità di vita nuova, che la fantasia e l'amore di Dio trovano sempre nuovi modi di vicinanza.
- Come si testimonia? Si racconta quello che si è sperimentato. Sperimentare non vuol dire sempre vedere e toccare: San Paolo non ha visto la risurrezione ma non possiamo negare che sia un grande testimone, e di per sé neanche i dodici hanno letteralmente visto Gesù risorgere.
- Come è credibile la testimonianza? Dai suoi frutti. Le parole sono fondamentali ma devono essere accompagnate dalla comunione tra le persone e dalla distribuzione dei beni, il farsi carico dei bisogni.

 

Le 10 parole della vocazione 02

Link al sociale

Anche quando parliamo di testimonianza indichiamo qualcosa che anche i non cristiani possono comprendere. Si tratta infatti, soprattutto nell'ambito giuridico, dell'atto di testimoniare, la dichiarazione fatta da un testimone, spesso davanti a un giudice e sotto giuramento di dire la verità. Ma indica anche le cose stesse testimoniate, è una prova o un documento. È interessante vedere come, anche in questo caso, l'esigenza di un testimone ci dice che il fatto non è presente e serve qualcuno che lo abbia visto. In qualche modo un elemento che è fondamentale anche in ambito laico è la fiducia e la credibilità del testimone, il suo aver sperimentato in qualche modo quello di cui si fa garante. Oggi, nell'era di internet, in qualsiasi campo, è più facile trovare spazi di testimonianza di ogni genere: chi ha assistito a un delitto o misfatto e lo ha filmato, chi ha conosciuto vip, chi racconta la sua esperienza con un santo... Questo è positivo e può aiutare anche noi a trovare modi e tempi di comunicare la nostra fede, dobbiamo stare attenti, però, che i criteri di affidabilità nel giudicare quello che viene detto siano rispettati.

 

Le 10 parole della vocazione 03

Link alla vita

«L'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri o, se ascolta i maestri, è perché sono dei testimoni». Così ha detto Paolo VI e aveva ragione! Se stiamo leggendo questo articolo forse è perché qualcuno che riteniamo degno di ascolto ce lo ha proposto, perché nel nostro cammino abbiamo incontrato persone che con il loro esempio sono entrate nella nostra vita. Ogni cammino vocazionale deve partire dalla riconoscenza per coloro che ci hanno accompagnato e guidato, quindi prima di tutto prendiamoci un attimo di tempo per ripensare a tutti coloro che sono stati testimoni di bene nella nostra esistenza: chi sono? Perché sono stati importanti? Cosa e come mi hanno aperto all'incontro con Gesù?

Ci sono tre elementi che riguardano la testimonianza che possono aiutare a discernere la chiamata di ciascuno, e a vivere la nostra personale testimonianza:

- Raccontare. La testimonianza della nostra fede si basa sulla narrazione. Non abbiamo prove scientifiche che attestino il nostro incontro con Gesù e la nostra vita cambiata, possiamo solo raccontare. Anche se sembra poco, è una grande possibilità: abbiamo a disposizione le parole, ma anche tanti altri linguaggi; possiamo dare spazio alla creatività nei modi. Il racconto che parte dalla nostra esperienza profonda ha la capacità di coinvolgere chi ci ascolta.
- Andare controcorrente. Non dobbiamo avere paura di mostrare la nostra amicizia con Gesù, anche quando questo vuol dire essere fuori dal coro perché da questo rapporto con Cristo nascono messaggi di bene, di speranza. Questo non vuol dire che siamo chiamati a condividere sui social tutti i santini che girano di Gesù, ma che siamo invitati a metterci la faccia.
- Essere coerenti. Testimoniare è esprimere quello che siamo e crediamo con le parole ma anche con i gesti, nella vita quotidiana, nelle scelte, nei comportamenti. Qui sta la sfida!

Se guardo, allora, a questi aspetti della testimonianza, come e dove capisco di poterla spendere meglio?

 

Le 10 parole della vocazione 04

Link al testimone

Il testimone di oggi lo definirei un giovane martire de nostro secolo. Martire è una parola seria, subito pensiamo a violenze, sangue... ma qui vorrei semplicemente riportare al suo significato originario, ossia quello di "testimone". Il martire è colui che testimonia con la vita la fede.

Vi propongo allora la storia di Gianluca Firetti. Giovane di Cremona, morto nel 2015, a vent'anni per un osteosarcoma. Eppure non è la sua morte che parla di lui, ma la sua vita, il come ha vissuto anche e soprattutto i tempi della prova, della malattia. Lo ha fatto con coraggio, con fede, con amore, con accoglienza dell'altro e dell'Altro. «La sua fede, declinata in apertura d'animo, preghiera, accoglienza del progetto di Dio, amicizia condivisa a più livelli, celebrazione dei sacramenti, consigli che dava ai ragazzi giovani come lui, è stata l'arca di salvezza sulla quale ha potuto vivere nella tempesta della sua malattia».

Per conoscere la sua storia clikka QUI oppure guarda questo breve VIDEO.

 

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