Empatia: l’arte di sintonizzarsi sulla frequenza altrui

Comunicando s'impara

"Capisco perché reagisci in questo modo" oppure "Perché non ti metti al mio posto?"... Quante volte abbiamo detto o ci sono state rivolte frasi di questo tipo da parte di un genitore, un amico, un'amica, un partner, qualcuno di nostra conoscenza. Il motivo sottostante queste espressioni risiede nella necessità di sentirci compresi e sostenuti perché ciò ci fa stare bene, ci rassicura. Saper comprendere l'altro è frutto di empatia, una particolare e invisibile abilità umana.

Alla base del nostro vivere vicini gli uni agli altri vi è la comunicazione empatica che ci consente di connetterci emotivamente con chi ci circonda, senza esprimere giudizi e senza confondere i sentimenti dell'altro con i propri sentimenti; senza lasciarci sommergere dall'emotività altrui, ma restando fedeli ai propri pensieri, valori ed emozioni.

La parola empatia deriva dal greco antico en-pathos e significa "sentire dentro" ossia sperimentare attivamente un'esperienza altrui. Nel linguaggio comune l'empatia è definita come la capacità di mettersi nei panni dell'altro. La persona empatica è quella che sa soffrire con chi soffre e gioire con chi gioisce. La comprensione empatica si basa sul saper riconoscere ciò che è reale e ciò che è significativo per l'altro. In altre parole chi ascolta cerca di sapere come l'altro vede e sente le cose e quali sono i suoi atteggiamenti personali di fronte ai vari aspetti della vita alfine di immedesimarsi nella sua esperienza. Ma per immergersi nel mondo altrui, gli occhi non bastano; saremo davvero empatici quando avremo imparato a leggere nell'animo umano mentre ascoltiamo le parole. Oltre lo sguardo e l'udito ci dobbiamo mettere qualcosa in più: il cuore.

Nel capolavoro letterario e umano di Antoine de Saint-Exupery, Il piccolo principe, ci viene regalata una chiave per entrare nell'intimo dell'altro e comprenderlo:

«Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi».
«L'essenziale è invisibile agli occhi», ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
«È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante».
«È il tempo che ho perduto per la mia rosa...» sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.

Proprio così: essere empatici è andare controcorrente. In un mondo che si muove sempre più rapidamente, sintonizzarsi sulla stessa frequenza dell'altro richiede tempo, pazienza, capacità di attendere.

Vi sono persone che possiedono un'attitudine innata per penetrare gli stati d'animo altrui. C'è anche chi invece deve allenarsi per padroneggiare questa dimensione comunicativa. Scopriamo insieme come migliorare la nostra comunicazione empatica.
Una prima condizione è il tono di gratuità che deve caratterizzare ogni scambio relazionale. Per sintonizzarci con i sentimenti e le intenzioni altrui occorre liberarci da inquinamenti di egoismo, da strumentalizzazione e ricerca di sé. Altrimenti non si è in grado di suscitare fiducia e di consentire l'apertura dell'altro.
Una seconda condizione è la disponibilità all'ascolto profondo. Occorre dare fiducia per essere accolti, occorre mettersi in ascolto per essere ascoltati. Occorre offrire per essere accettati. Occorre raggiungere il mondo interiore dell'altro, ciò che vive, al di là delle parole che usa, per comprendere ciò che sente. L'empatia è proprio la capacità di sentire con ponendosi alla distanza giusta, quella di chi compartecipa senza lasciarsi sommergere dall'emotività altrui, con il risultato di affondare entrambi. Tenendo distinta la propria emotività, si conservano autonomia e chiarezza nella considerazione del problema, qualità di cui chi si trova in situazione critica ha più che mai bisogno.
Una terza condizione è la trasparenza interiore. Quando vi sono interferenze emotive, mentali e istintive, i messaggi comunicati sono confusi. Quando invece si è liberi, in armonia con se stessi e il mondo, allora pensieri, desideri, impulsi, sentimenti e motivazioni non funzionano più come parti isolate, ma interagiscono in modo organico generando quella stabilità interiore che permette alla comunicazione empatica di procedere spedita e limpida, senza proiezioni e interferenze.

Non è sempre possibile mantenere vive queste condizioni, ma è sempre possibile prenderne coscienza per verificarne la loro presenza o assenza e per gestire innanzitutto le nostre emozioni, i nostri stati d'animo, avviando cammini di liberazione che consentano una comunicazione empatica sempre più corretta e fedele.

Diciamolo con... un film

paoline comunicando s impara marzo 2021 riccieri 1Propongo la visione del film commedia Moglie e marito (2017), diretto da Simone Godano con Pierfrancesco Favino e Kasia Smutniak. Andrea (Pierfrancesco Favino) e Sofia (Kasia Smutniak) sono sposati da dieci anni, ma stanno vivendo una profonda crisi matrimoniale. Pensano, infatti, al divorzio. Ma a seguito di un esperimento scientifico di Andrea, geniale neurochirurgo, moglie e marito si ritrovano improvvisamente uno dentro il corpo dell'altra. Questa esperienza incredibile, vissuta dai protagonisti, consente loro di cambiare per sempre e di ritrovare l'empatia, quella dote fondamentale che permette di osservare il mondo e chi ci è vicino con occhi diversi.

Dopo la visione del film si può condividere una riflessione su sentimenti ed emozioni sperimentate ripercorrendo le vicende dei protagonisti, comprendendo e condividendo il loro stato d'animo emotivo.

Alcune domande:

  1. Quali emozioni ha suscitato in te il film? Perché?
  2. Quale scena o quale dialogo del film ti ha particolarmente colpito? Perché?
  3. Quali sono, secondo te, i passi importanti che evidenziano la comunicazione empatica ossia l'assunzione della prospettiva dell'altro?

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