Giovani e... ambiente

È riconosciuto che tra i giovani c'è una «forte e diffusa sensibilità per i temi ecologici e della sostenibilità, che l'Enciclica Laudato si' ha saputo catalizzare» (Documento Finale del Sinodo dei Vescovi, 2018). Facciamo abbastanza per la cura del creato? I nostri stili di vita mirano alla semplicità e alla sostenibilità della casa comune?

Il 5 giugno scorso si è celebrata la Giornata Mondiale dell'Ambiente, denominata in inglese World Environment Day o con il diminutivo WED. È un'iniziativa promulgata dalle Nazioni Unite nel 1972 per la tutela dell'ambiente e dell'uso sostenibile delle risorse.

I giovani sentono in modo forte il bisogno di sollecitare la società civile alla difesa dell'ambiente. La parola ambiente fa rima con cambiamento. Sì, cambiamento di abitudini, ormai standardizzate, del nostro vivere quotidiano per realizzare un nuovo modo di abitare questo nostro mondo.
Bisogna partire dall'attenzione alle piccole cose come ad esempio fare bene la raccolta differenziata, evitare lo spreco della carta per scopi insignificanti... Insomma dobbiamo migliorare e correggere alcuni comportamenti sbagliati perché il cambiamento non può che partire da noi. La cura del creato non spetta a qualcuno che deve ancora arrivare ma è nelle nostre mani, nei nostri gesti quotidiani, nella voglia che abbiamo di creare un mondo migliore perché il futuro del pianeta ci appartiene.

L'emergenza è globale e le nuove generazioni hanno dato voce al grido della terra.
L'iniziativa del #FridayForFuture ossia del venerdì per il futuro è sorta in seguito alla protesta della sedicenne svedese Greta Thunberg, divenuta paladina del movimento ambientalista studentesco di tutto il mondo. Con coraggio e determinazione Greta ha fatto sentire la sua voce, alla quale si è unita quella di tanti giovani del Pianeta, per denunciare il degrado della terra, la deforestazione e l'inquinamento atmosferico.

Un nuovo modo di pensare l'avvenire del globo terrestre c'è e si chiama economia circolare. L'Unione Europea intende promuovere la transizione verso un'economia circolare, in alternativa all'attuale modello economico lineare. Ma di cosa si tratta? «L'economia circolare è un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile. In questo modo si estende il ciclo di vita dei prodotti, contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo. Una volta che il prodotto ha terminato la sua funzione, i materiali di cui è composto vengono infatti reintrodotti, laddove possibile, nel ciclo economico. Così si possono continuamente riutilizzare all'interno del ciclo produttivo generando ulteriore valore».

Non lasciamoci sfuggire questa possibilità per la cura del Creato, perché il nostro pianeta abbia un futuro! Facciamo nostre le parole di Greta che ha pronunciato nel suo intervento al World economic forum di Davos (Svizzera), dal 22 al 25 gennaio scorso: «Gli adulti continuano a dire "Dobbiamo dare speranza ai giovani". Ma io non voglio la vostra speranza, voglio che entriate nel panico. Voglio che sentiate la paura che io provo tutti i giorni. E voglio che interveniate, come se foste nel pieno di una crisi, come se la nostra casa stesse bruciando. Perché è così, la casa brucia».


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