Il silenzio: spazio di saggezza

Comunicando s'impara

Quando comunichiamo, forse non diamo molto rilievo a uno dei comportamenti che è invece tra i più importanti nella pratica comunicativa: il silenzio. Esistono vari tipi di silenzio che tutti noi possiamo sperimentare, ognuno con un significato e una motivazione differente e soprattutto con conseguenze diverse. Infatti c'è silenzio e silenzio...

Viviamo in una società in cui lo spazio per il silenzio bisogna proprio andare a cercarlo perché, invasi da "fiumi di parole", è diventato merce rara. La nostra vita abbonda di parole, di suoni e di rumori. Una volta il silenzio ricopriva ogni cosa e i rumori prodotti dal lavoro erano meno pervasivi rispetto a quelli di oggi. E cosa dire della comunicazione? Siamo una società in cui parlare ad alta voce, telefonare senza curarsi di chi ci è accanto è diventata una consuetudine. Viviamo in un'era dell'informazione eccessiva in cui emerge un'obesità di parole, suoni e rumori. Non a caso si è diffuso un nuovo vocabolo, infodemia, per indicare «quell'abbondanza di informazioni, alcune accurate e altre no, che rendono difficile per le persone trovare fonti affidabili quando ne hanno bisogno». Anche l'overdose di informazioni, notizie e opinioni che circolano su canali differenti (giornali, tv, chat, social...) genera un rumore inutile che potrebbe avere effetti negativi anche sulla nostra salute mentale contribuendo a suscitare stati d'ansia e di depressione.

Ma come definire il silenzio? Se da una parte è un linguaggio ambiguo dall'altra è una realtà connaturale e indispensabile per la nostra vita. «Il silenzio non è l'opposto della parola – scrive Sabino Chialà – , ma è il contesto in cui la parola si iscrive, ciò che la contiene, appunto. È, per utilizzare una immagine, il foglio bianco su cui la parola si staglia e che dà spessore al colore della parola. C'è tra la parola e il silenzio un doppio rapporto che li vivifica entrambi». A parte questa definizione, che potremmo dire poetica, è necessario renderci conto che nella relazione le parole o il silenzio non si escludono vicendevolmente, ma esercitano un'influenza sugli altri che provoca comunque una risposta che può essere comprensiva o conflittuale. A questo proposito occorre sempre essere consapevoli di ciò che i nostri comportamenti suscitano nell'altro.
Ma sappiamo recepire i diversi tipi di messaggi che il silenzio può veicolare?

C'è un silenzio che può diventare paura della comunicazione, dell'incontro con l'altro, sterile ripiegamento su se stessi o perfino rottura di ogni relazione. Tutti abbiamo conosciuto gli effetti dolorosi di certi volti inespressivi, immutabili, indifferenti e muti.
Il silenzio può anche essere protesta, aggressione e sottile vendetta contro gli altri. Quando alla semplice domanda «Come stai?», «Cosa c'è?», «Ho fatto qualcosa che non dovevo?», riceviamo in risposta solo silenzio o espressioni interrogative, è molto probabile che ci sentiamo interiormente aggrediti, colpevoli di qualcosa di indefinito e, soprattutto, rifiutati. Il silenzio può, allora, diventare un modo per dominare e manipolare («tu vuoi sapere e io non ti parlo»), per disprezzare («chi ti credi di essere?»), per aggredire («così me la paghi»), per fuggire dalla relazione («lasciami stare»), per richiamare l'attenzione («ti rendi conto o no che ho un problema?») (cf. V. Isingrini, La parola che nasce dal silenzio).

Ma c'è anche il silenzio che è sinonimo di saggezza: è il silenzio di chi si ferma a pensare prima di parlare, silenzio che significa attenzione verso colui che parla, silenzio come segnale di rispetto durante un funerale, oppure quando osserviamo un minuto di silenzio per onorare le vittime di qualche evento tragico, silenzio per concentrarsi e raccogliere le proprie idee, silenzio di riflessione, prima di prendere adeguate decisioni, silenzio per assimilare ciò che è stato detto o ascoltato, silenzio per incontrare se stessi e Dio. Infine vi è il silenzio che scaturisce da un profondo rapporto di comunione tra due persone in cui le parole spesso sono superflue a motivo delle affinità personali.

È urgente riscoprire il valore del silenzio, bene prezioso e sempre più richiesto in un tempo in cui il fascino del rumore, la dispersione mentale e l'accelerazione continua costituiscono l'ambiente di vita per l'umanità del terzo millennio.

In questo prossimo santo Natale auguro a ciascuno di coltivare interiormente degli spazi di silenzio per posare lo sguardo su ciò che veramente conta e per consentire alla Parola di vita di prendere dimora in noi.

Buon Natale!

Diciamolo con... una preghiera

Donaci la grazia del silenzio
Signore, donaci la grazia del silenzio;
insegnaci cosa sia il silenzio.
Non il silenzio di chi non ha nulla da dire,
il silenzio del vuoto e del nulla.
Non il silenzio della morte.
Nulla è così muto e vuoto
come il silenzio delle lapidi.
E salvaci soprattutto dal silenzio
dell'orgoglioso e dell'arido:
di chi non si degna di dire, di parlare,
di comunicare;
di chi non conosce la fraternità
con i suoi compagni e amici,
né la fraternità con le cose.
Insegnaci e donaci il silenzio
del contemplativo,
quello che nasce dalla scoperta di Dio
e del suo mistero:
il silenzio che nasce davanti al tuo abisso,
Signore.

David. M. Turoldo


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