Osservare… fuori e dentro di me

Passi verso una scelta di vita/8

Siamo persone “tutte d’un pezzo”! Quello che abbiamo e viviamo dentro, in un modo o nell'altro lo esprimiamo al di fuori di noi. Dove? Nella quotidianità, nei luoghi che frequentiamo... ma a volte la nostra percezione di quanto accade in noi e attorno a noi non coincide esattamente con quanto succede davvero.

A chi non è mai capitato, andando in autobus o in treno, di affiancarsi a un altro mezzo e – quando questo si muove – percepire che sia il proprio a spostarsi? Oppure il contrario? Già... a volte la nostra percezione di quanto accade non coincide esattamente con quanto succede davvero. E questo ci confonde...
Questa immagine ci dà lo spunto per domandarci se c’è una relazione tra ciò che accade DENTRO di noi e ciò che accade FUORI di noi. E, se c’è, che tipo di relazione è. E ancora prima: che “cos’è” il dentro e cos’è il fuori? Per rispondere può essere buono partire da ciò che ci capita nella vita quotidiana. Facciamo un “esercizio” prendendo un episodio capitato in Cile durante il viaggio di Papa Francesco: avrete visto le immagini della donna del servizio d’ordine che viene disarcionata dal suo cavallo e cade. Cosa ha fatto il Papa? Inaspettatamente, si è fermato, è andato a vedere come stava, le ha dato un bacio, l’ha benedetta e ha continuato il suo viaggio...

Conclusione: quello che c’è dentro (la priorità data alle persone da parte del Papa) esce fuori con un gesto di vicinanza. Questo ci dice che nelle azioni che compiamo ci manifestiamo per ciò che abbiamo dentro: perché siamo persone “tutte d’un pezzo”, intere... trasparenti, nel bene e nel male (anche se talvolta tentiamo di nasconderci!). C’è quindi una “connessione” imprescindibile tra il nostro mondo interiore e la manifestazione di noi stessi.


I segni dei tempi

C’è anche un’altra direzione della “connessione”, questa volta da fuori a dentro: tutta una serie di input che il nostro dentro riceve. Noi osserviamo, ascoltiamo, riflettiamo su ciò che accade nella nostra vita, in quella di chi ci sta accanto o nel mondo... Mi riferisco a ciò che l’ultimo Concilio della Chiesa chiama “i segni dei tempi”, invitando a “scrutarli” e a «interpretarli alla luce del vangelo, così che, in modo adatto a ciascuna generazione, possa rispondere ai perenni interrogativi degli uomini sul senso della vita presente e futura e sulle loro relazioni reciproche» (Gaudium et Spes, n. 4). L’interpretazione dentro di noi dei segni dei tempi, per poter rispondere con le nostre scelte quotidiane e le nostre scelte di vita, dipende prima di tutto da come “usiamo” i nostri occhi. Abbiamo 3 possibilità:

  • Osservare, come esploratori inviati nella Terra Promessa (cf Nm 13).
  • Guardare, come Gesù con il giovane ricco (cf Mc 10,17-27).
  • Vedere, come Giovanni di fronte al sepolcro vuoto (Gv 20, 1-10).

Più il nostro sguardo è veritiero e profondo, più darà luce e forza alle nostre decisioni, per farle sgorgare dagli appelli che il nostro mondo ci rivolge.


Segni dei luoghi

foto di P. Grzegorzewski

Possiamo parlare anche di "segni dei luoghi", intendendo ciò che abbiamo di fronte a noi – quindi fuori – e che mette in movimento i nostri cuori.
Papa Francesco scrive: «Nel libro della Genesi sono contenuti i racconti della creazione... questi racconti suggeriscono che l'esistenza umana si basa su tre relazioni fondamentali strettamente connesse: la relazione con Dio, quella con il prossimo e quella con la terra» (Laudato Si', n. 66).
i segni dei luoghi sono quindi le 3 relazioni che intessiamo con chi è altro da noi e che ci coinvolgono:

  • Con Dio: dal quale siamo custoditi.
  • Con il Prossimo: qualcuno da custodire.
  • Con la Terra: qualcosa da custodire.

Questi legami sono ciò per cui possiamo definirci esseri di "relazione": ci provocano, ci chiamano, ci chiedono di giocarci... e il modo in cui rispondiamo a chi è fuori di noi dice (e ci fa scoprire) chi siamo.

A conclusione consegno una preghiera che può accompagnare i momenti in cui siamo chiamati a fare delle scelte:
«Ispira nella tua paterna bontà, Signore,
i nostri pensieri e propositi,
perché vediamo ciò che dobbiamo fare e abbiamo la forza
di compiere ciò che abbiamo visto» (dalla Liturgia).

È la sintesi di un percorso: ciò che è fuori di noi ci raggiunge dentro; facendo memoria, interpretiamo per poter decidere; e infine mettiamo in atto ciò che abbiamo scelto. E ci ritroviamo persone trasparenti, unificate ...e coerenti!

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Dall'articolo: Osservare... fuori e dentro di me, di Cinzia Giacinti, in Se vuoi. Rivista di orientamento per giovani, N. 2 - 2018.

Se vuoi n. 2 - 2018

Se vuoi N. 2 - 2018
Rivista di orientamento per giovani

La rivista si apre con l'articolo del nuovo direttore dell'UNV, don Michele Gianola, che presenta il tema della prossima GMPV: "Dammi un cuore che ascolta". Negli altri articoli si mettono in evidenza le potenzialità dell'ascolto, attraverso i linguaggi verbali e non che abitualmente attiviamo nelle relazioni. Il dossier sviluppata il binomio "giovani e affettività".

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