Ho incontrato l’Amore… e lo racconto

Cosa può succedere su un'isola quando, concedendo al cuore qualche giorno di pace e di silenzio, improvvisamente scopri la forza e la passione della vita, che arriva a te attraverso volti e storie che non avevi mai incontrato prima? Quando l'ascolto è totale i miracoli ridiventano possibili...

«Le ho fatto una domanda: "Francesca, ti vuoi riconciliare con la tua vita, la tua storia, con le tue fatiche? Ti vuoi riconciliare con tua madre?" Lei singhiozzando ha detto di sì, ma ha anche aggiunto che non ce l'avrebbe fatta e che la madre non c'era più. Le ho detto di chiudere gli occhi senza scoraggiarsi, di immaginare che su quel lago camminasse sua madre. Che poteva vederla, con gli occhi del cuore, quelli che vedono l'essenziale, come diceva la volpe nel Piccolo principe.
Il nostro dialogo.

"Com'è?"
"Bellissima, è bellissima, ma non mi ama, non mi guarda neppure".
"Guarda bene, non vedi che piange anche lei? Per questo non ti guarda, perché ha gli occhi bassi, si vergogna, ha paura, pensa che tu non la possa perdonare. E invece lei ne ha bisogno, Dio sa quanto. Se potessi ascoltarla, se potessimo ascoltarla, direbbe che lei non è stata una buona madre, perché...".
"Perché sua madre è morta mentre lei nasceva, ecco perché".

Le ho risposto di sì. Che c'è sempre una storia dietro la nostra. Una dietro l'altra. Fatiche dietro fatiche. E tanti nostri comportamenti attuali, quelli che non comprendiamo, che ci fanno star male, che spesso ci costringono a farci male, sono provocati da un fatto, una vicenda di cui non abbiamo memoria, un trauma che abbiamo scaraventato nelle catacombe dell'inconscio».
È solo un passo dello struggente dialogo con Francesca. E poi c'è il mio compagno di viaggio Valerio; c'è Anna, e poi un prete inquieto; due genitori distrutti dal dolore; ci sono Manuel, Fabio ...ci sono vicende «drammatiche, ma anche piene di tenerezza», in questo misterioso viaggio all'Isola di San Giulio...

Non su una delle tante «isole dei famosi»...

Ma proprio l'Isola di San Giulio, quella sul lago di Orta, dove il tempo sembra improvvisamente fermarsi, anzi tornarsene indietro sull'altra riva, col battello che ti ha appena scaricato.
Il tempo, all'Isola, ha il ritmo di una preghiera incessante, che si diffonde dalle grate del Monastero benedettino di clausura Mater Ecclesiae, e vi torna indietro.
Come un respiro.
Come la lieve risacca del lago.
Puoi incontrarci addirittura Dio, da quelle parti. E dialogare con lui. Nel silenzio. Che non è assenza di rumori, ma spazio del cuore che si apre al Mistero. Palpito dopo palpito.
Un viandante, senza averlo scelto, vi è approdato proprio nel giorno del suo sessantesimo compleanno. E quel viandante sono proprio io, «psichiatra disarcionato da cavallo lungo una delle tante vie di Damasco».

Sette giorni per ri-vivere!

Ero talmente stupito e commosso da quello che accadeva sull'Isola, da riuscire per la prima volta nella mia vita a scrivere un diario. Il diario di quei «7 giorni» di sosta in questo piccolo paradiso monastico, come lo ha definito il cardinale Ravasi.
Pensavo di essere da solo, sull'Isola. E invece sbucavano come fantasmi dall'unica via che sale dal lago e vi riscende, girando intorno alle mura del Monastero, altri pellegrini. Altre vite, altre storie.
Ciascuno con in spalla la sua croce. Magari per lasciarla lì da qualche parte, per sempre, oppure per imparare ad amarla... Ma ciascuno anche con quel gran bisogno di risposte, e quell'estremo desiderio di pace.

Così, di storia in storia, il diario diventa «un piccolo romanzo» sull'Amore: l'Amore che accoglie, che guarisce, che restituisce fiducia e speranza a chi pensava di averli perduti per sempre. L'Amore! Come quello di una minuta Madre abbadessa, nei cui occhi il Cielo si è compiaciuto di riversare tutto il suo abbagliante azzurro. Da dove viene la voce di quella monaca, profonda e leggera come il bisbiglio di un angelo? Da quale sapienza scaturiscono le sue parole? Me lo sono chiesto tante volte, guardandola.

E poi arriva il 7, un numero, diventato anche il titolo del mio diario: la sintesi matematica della «magia» della Fede.
Quel 7: conclusione della Creazione, perfezione di Dio che permette all'uomo di elevarsi. «Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che Egli creando aveva fatto...». Il numero dalla santa valenza per eccellenza, che sempre ricorre nei testi biblici. Il numero del compimento e della completezza.

Continuo a interrogarmi ancora oggi, a distanza di tre anni, sul perché una creatura così speciale come Anna Maria Cànopi, «poetessa di Dio», abbia scelto di dialogare con due laici – uno psichiatra e un cronista – intervenendo sui dubbi, le vicende, le storie che affiorano in questo mio diario, divenuto poi un libro.
«Valerio carissimo, sono lieta di saperti ancora vivo e "vivace"... Mi rendo volentieri disponibile a ciò che mi chiedi, sperando di essere capace di... fare la mia parte!». Madre Cànopi, «l'abbadessa che ha scritto per i Papi», risponde di sì alla dolce provocazione del mio amico giornalista di commentare il diario che avevo scritto all'Isola e che lui aveva «trafugato» dal mio pc – due anni dopo quell'incredibile viaggio – per renderlo pubblico. Perché? Non c'è una spiegazione! Il «7» è la spiegazione!

Buon viaggio interiore, l'Isola aspetta anche voi.

7 giorni. Diario dall'Isola di San Giulio in dialogo con Madre Canopi è stato pubblicato da Paoline, 2016.

 


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