Estate, grest, feste, catechesi, tempi liturgici, scuola… come aiutare i ragazzi a vivere con serenità i vari momenti dell’anno in dimensione di crescita di vita e di fede? Usiamo le tecniche di animazione, non come espediente per attirare l’attenzione, ma come strumenti per armonizzare e amplificare le energie del gruppo.
È sempre tempo per una buona tecnica d'animazione a patto che l'animatore sappia fare chiarezza sull'obiettivo da raggiungere.
Vogliamo coinvolgere? Stimolare la curiosità? Raccogliere informazioni? Favorire l'attenzione verso chi parla? Sintetizzare le opinioni di tutti? Prendere decisioni? Risolvere un problema?
Alla base vi è sempre una domanda fondamentale: cosa mi aspetto da questa tecnica d'animazione? Quali benefici?
Ogni valida tecnica d'animazione è profondamente connessa al processo di crescita personale e di gruppo. Non parliamo quindi di un espediente per attirare l'attenzione, movimentare l'atmosfera e contrastare la noia che sovente accompagna un momento formativo.
Le tecniche d'animazione non sono formule magiche, non nascono a caso e non contengono alcunché di incomprensibile. La veste ludica che le caratterizza è ricca di significati simbolici e le regole rispondono a precisi criteri che favoriscono l'interazione.
Chi se ne serve impara facilmente a decodificarle riuscendo a cogliere in profondità i significati che si celano nelle fasi del loro svolgimento.
I destinatari, generalmente, le vivono come un'attraente e stimolante avventura: ne colgono in prevalenza gli aspetti divertenti, inattesi e talvolta bizzarri. Questa sorta di spaesamento creato da una cornice ludica e normativa artefatta è cercato: in qualche modo esso consente ai partecipanti l'accesso a una dimensione altra della realtà.
Le dinamiche introducono a una dimensione volutamente rassicurante, temporanea, regolata e perciò in grado di superare quelle barriere e resistenze che impediscono di mettersi in gioco in modo autentico.
Il conduttore presenterà la dinamica con chiarezza e ordine, senza tentennamenti, consapevole delle richieste da sottoporre al gruppo. Ogni fase della dinamica mira a mettere il gruppo a proprio agio, tutelando bisogni e diritti dei partecipanti. Ciascuno deve vedere garantita in ogni momento la propria libertà di scelta. L'assenza di giudizio dev'essere garantita in modo da impedire l'avvitamento del gruppo stesso all'interno di giochi pericolosi e dinamiche conflittuali disfunzionali.
Il successo della tecnica d'animazione ben condotta ha inevitabili ripercussioni positive sul clima di gruppo, che riconosce di aver vissuto un'esperienza significativa e di aver raggiunto obiettivi non scontati.
Ci piace immaginare le tecniche d'animazione come strumenti per armonizzare e amplificare le energie del gruppo.
Una volta individuato un obiettivo da raggiungere, la tecnica d'animazione si incarica di convogliare il contributo di tutti nella giusta direzione: attraverso specifiche indicazioni di gioco vengono attivati alcuni principi molto noti per una comunicazione interpersonale ecologica.
Le tecniche di animazione migliorano le interazioni, poiché tendono a controllare (filtrare) ed eliminare quei disturbi che impediscono al dialogo di procedere.
L'animatore si accorgerà ben presto che uno stile di comunicazione arbitrario e non normato alimenta spesso paure del giudizio altrui, ansie, rivalità interpersonali, atteggiamenti difensivi, che rendono l'argomento della discussione un luogo simbolico di autoaffermazione.
Che cosa è quindi il tempo?
Se nessuno me lo chiede,
lo so; se dovessi spiegarlo
a chi me lo chiede, non lo so più.
Sant'Agostino
La tecnica per la gestione del gruppo, anche quella apparentemente più semplice, può sfuggirci di mano rischiando di compromettere l'intera proposta. Prima quindi di presentare le proposte operative, pensiamo valga la pena di soffermarsi sull'uso del tempo, evidenziando i rischi di una progettazione non scadenzata correttamente.
Quanto deve durare una dinamica o una tecnica? È necessario porre un limite preciso? Questi e altri problemi relativi all'uso del tempo meritano una considerazione particolare perché uno degli errori più comuni, spesso involontario, è far durare eccessivamente un'attività, a volte anche per finirla a tutti i costi.
L'animatore con esperienza sa che le attività hanno un limite e che a volte, anche se non auspicabile, risulta necessario e opportuno terminare o rimandare la fase conclusiva.
La gestione del tempo infatti è legata a doppio filo ai processi di apprendimento. Fra tutte le risorse di cui noi disponiamo e che utilizziamo in misura più o meno grande, questa è senz'altro la più trascurata: sembra che tutti la considerino una variabile indifferente, soprattutto elastica. È difficile far comprendere che il tempo è un elemento assolutamente rigido e non modificabile.
Il tempo col suo scorrere agisce sulla realtà modificandola.
Il primo motivo per cui anche nei giochi si fissa un limite di tempo è quindi connesso a far percepire questa variabile come esistente e significativa nell'economia dei rapporti umani.
Ciò serve anche per ridimensionare la percezione, opposta alla precedente, che il tempo non basti mai, che sia sempre troppo limitato rispetto alle nostre necessità ed esigenze. Progettare e gestire temporalmente bene un'attività conferma il contrario, molte attività si possono svolgere grazie a buone pratiche metodologiche.
Inoltre il tempo assegnato per un'attività deve essere calcolato tenendo in conto anche il numero dei presenti. Ad esempio se in un gruppo di dieci persone che si incontrano per un'ora, teoricamente ciascuna ha diritto a intervenire per non più di sei minuti, bisogna offrire a ognuno una sufficiente porzione di tempo che permetta l'espressione di un contenuto a un livello soddisfacente per gli obiettivi previsti.
Un'altra indicazione suggerisce che nella scelta delle attività da proporre è bene tenere presente di avere tempo sufficiente per realizzarle.
C'è un'ultima situazione, non auspicabile, ma più frequente di quanto si pensi, nella quale la gestione del tempo è significativa: può accadere che i partecipanti di un gruppo si rifiutino di realizzare una certa attività proposta dall'animatore. L'animatore deve lasciare un tempo minimo prima di decidere di rinunciare alla sua proposta. La quantità di tempo in questi casi è «calcolata» tenendo presenti due aspetti:
• il superamento delle resistenze individuali attraverso una situazione minimamente ansiogena e la conseguente successiva esecuzione della dinamica/gioco;
• l'elaborazione minima della posizione assunta e quindi il cambiamento di attività.
Le tecniche presentate sono duttili e flessibili, ovvero possono essere utilizzate in differenti contesti e destinatari calibrandole e modificandole rispetto agli obiettivi che vi prefissate.
Ciò non significa che tutto può essere cambiato, in quanto la tecnica è stata creata per attivare determinati comportamenti e risposte da parte dei partecipanti. Esiste però la possibilità di apporre delle varianti e che, esse, derivano principalmente dalle competenze professionali dell'animatore e dalla conoscenza approfondita del gruppo.
I motivi sono veramente tanti. Proviamo a elencarne alcuni: sono quelli che abbiamo potuto constatare nella nostra esperienza.
Le tecniche d'animazione:
• permettono di esprimere il proprio parere senza esporsi immediatamente alle critiche altrui;
• salvaguardano il diritto di chi parla a essere ascoltato;
• sfruttano le energie di gruppo legate tanto alla competizione quanto alla cooperazione;
• sono divertenti come un gioco;
• aiutano a sospendere i giudizi;
• hanno regole precise;
• tutelano i timidi;
• incuriosiscono;
• rendono il gruppo protagonista;
• sorprendono;
• limitano i tentativi di monopolizzare la discussione;
• mirano a un preciso risultato;
• coinvolgono tutti;
• regolano i conflitti;
• creano nuove associazioni mentali;
• limitano gli sprechi di tempo.
In una parola: sono efficaci! Soddisfano i bisogni individuali e migliorano il clima di gruppo. Ogni tecnica è un corroborante che esalta dinamiche positive, cercando di imbrigliare quelle negative.
Riportiamo in PDF alcune tecniche tratte dai volumi della collana "Gli arnesi", curata da CREativ edita da Paoline Editoriale Libri.
La collana rappresenta una ricchezza tale di strumenti che ogni animatore può trovare un valido aiuto per aprire nuovi canali di comunicazione.
scarica il PDF di alcune Tecniche di animazione
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