In trincea per amore

Storie di famiglie nell'inferno delle droghe

«Ho incontrato famiglie che si trovano a fare i conti con l'inferno delle droghe e ho deciso di raccontare le loro storie» (Angela Iantosca).

«Parla di noi!»

A fare questa richiesta a Angela Iantosca, autrice del libro, è stata una mamma che aveva attraversato l'inferno della droga per salvare suo figlio...

«Aveva le lacrime agli occhi e quel suo sguardo mi ha lasciato disarmata. Allora ho cominciato ad ascoltare anche loro. A farmi attraversare dal dolore dei familiari dei tossicodipendenti, sul quale nessuno si sofferma. A osservare impotente le lacrime di quel padre che tra i singhiozzi mi disse al termine di un incontro: "Ho fatto cose che un padre non dovrebbe fare, pur di salvare mio figlio!"».

Così l'Autrice racconta come è nata l'idea di queste pagine di testimonianze: si tratta di storie di madri, padri, fratelli, sorelle che hanno visto in faccia la disperazione e l'orrore che la droga porta con sé. La droga ammala e uccide non solo chi la consuma, ma anche chi gli vive accanto. Si tratta di malattie serie, spesso mortali, perché quando il dolore è tanto il corpo non regge il peso e manifesta il disagio: ictus, aneurismi, infarti e tumori raccontano un dolore che non si può tradurre a parole.

Di solito quando si parla delle vittime della droga si pensa a chi ne fa uso e ne diventa dipendente, alle vite che si spezzano e che restano a lungo segnate, quando addirittura non soccombono. Quasi mai si parla di chi con loro combatte questo nemico. Angela Iantosca, giornalista e scrittrice, da anni si interessa di temi legati alle dipendenze da droga e collabora con la comunità di San Patrignano al progetto di prevenzione alle tossicodipendenze We Free.

Nel suo lavoro ha scelto di ascoltare anche la voce di chi, suo malgrado, deve fare i conti con questo nemico da combattere. Non a caso il suo libro, già nel titolo, dice che di guerra si tratta e per questo si va... In trincea per amore.
Lo stile con cui l'Autrice racconta queste storie - crudo come solo una tenerezza grande può suggerire -, dice tutta la passione, il coinvolgimento che l'ha portata a raccontare le storie di chi lotta contro la dipendenza e, a seguire, anche la fatica, il dolore, l'umiliazione, il senso di impotenza e di colpa dei familiari che accompagnano il percorso di chi è rimasto impigliato nelle maglie della tossicodipendenza.
Non sempre chi assume droga è figlio, fratello, sorella. Ci sono mariti, mogli e, in quei casi sono i figli che tentano di restituire alla vita coloro dai quali hanno ricevuto la vita. O sono le mogli che tentano di difendere un sogno: quello di una famiglia normale dove l'amore, la complicità buona, la condivisione sono l'ambiente in cui ci si muove e si cresce. Un sogno talmente legittimo che, se infranto, ha conseguenze enormi su chi se lo vede strappare.

Le storie contenute in queste pagine sono pugni nello stomaco, ma sono anche una provocazione a considerare il problema nella sua globalità, perché uscire dalla droga non è una navigazione in solitaria ma una guerra, e le guerre, si sa, non si fanno da soli.

Sono testimonianze che dicono sacrifici, rischi, fallimenti e traguardi, ma parlano anche di confronti e di condivisione di esperienze che le diverse famiglie affrontano e mettono a disposizione di tutti. Non di rado, infatti, i parenti che hanno percorso il tunnel della droga sono diventati volontari che affiancano gli operatori nel cammino di recupero. Sono soprattutto speranze messe in comune e che hanno cancellato la paura e la vergogna di mettere a nudo situazioni delicate. L'Associazione Nazionale Genitori Lotta Alla Droga (ANGLAD) è una delle associazioni nate per dare voce e favorire scambi di esperienze e di percorsi.

Il libro racconta storie vere, ma non ci sono solo storie. Ci sono dati relativi alle sostanze più diffuse, forniti da associazioni e da organi dello Stato preposti a questo monitoraggio e che, quindi, sono un osservatorio privilegiato per acquisire una visione globale di un problema che non riguarda solo il nostro Paese, ma l'Europa intera e che, per questo, chiede politiche europee. I confini nazionali – lo sappiamo bene – rischiano, infatti, di essere solo uno specchietto per le allodole.

Un dato allarmante

In questi ultimi anni è cresciuto il numero di minorenni che fanno uso di sostanze. Possiamo immaginare che queste sostanze non provochino conseguenze pericolose in un corpo e in una psiche in evoluzione?
Nell'interessante e documentata appendice al volume, viene riportata una recentissima relazione (agosto 2019) di Luciano Squillaci, Presidente della Federazione Italiana Comunità Terapeutiche (FICT), che dice:

«Nel 2018 nei servizi dei Centri FICT abbiamo rilevato un aumento rispetto al 2017 del 34% di minori, parliamo di ragazzini di 12 anni e anche meno, che hanno assunto sostanze la prima volta, di questi il 16% ha fatto uso di eroina, il 72% di cocaina, il 42% di cannabinoidi, il 26% di allucinogeni, il 152% di alcolici».

Purtroppo si segnalano anche casi di ragazzini che si trasformano in spacciatori e anche questo è documentato nel libro, che non si limita ovviamente a denunciare, ma offre alcune indicazioni per educatori e genitori.
Leggere queste pagine significa non solo rendersi conto di una emergenza sociale gravissima; dietro a questa emergenza c'è il dolore di chi vive queste situazioni e prova a combattere ogni giorno per ricostruire un po' di vita e di speranza!


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In trincea per amore, Paoline

In trincea per amore
Storie di famiglie nell'inferno delle droghe

L'Autrice, raccontando spaccati di vita, accompagna nel mondo di quelle famiglie, con membri tossicodipendenti, che negli anni vengono maltrattate, mandate sul lastrico dai propri familiari e che, per arginare questa malattia chiamata «droga»...

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