L'essenza spirituale della cetra

Musiche originali ed elaborazioni per cetra composte ed eseguite da Elena Guidi, monaca della Fraternità di Maria Immacolata. Un repertorio scritto per questo strumento particolarmente adatto alla preghiera, ideale per la meditazione e la contemplazione, oltre che ricercato da appassionati e studiosi.

Il suono multiforme della cetra

Goffredo Boselli, monaco di Bose, ha scritto una bellissima presentazione per il libretto che accompagna il CD Canto d'amore: «Ciò che rende unico uno strumento musicale è che esso genera un suono diverso da quello di tutti gli altri strumenti. Come ogni persona ha la propria e inconfondibile voce, così ogni strumento ha il suono quello solo suo. Ciò che rende unico il suono generato della cetra è l'impossibilità di ascoltarne uno solo. Al suono della cetra si potrebbe applicare quello che il salmista dice della parola di Dio: "Dio ha pronunciato una parola, due ne ho ascoltate" (Sal 62,12). Questo è il principio dell'interpretazione biblica. Allo stesso modo, la cetra genera un suono e chi lo intende ne ascolta due o più, attingendo ad esso una ricchezza multiforme e inesauribile.
Di certo, soprattutto quando risuona all'interno della liturgia – come strumento solista o accompagnando la salmodia – il suono della cetra ha la capacità di creare un ambiente sonoro che solo esso sa realizzare. La sonorità propria di questo strumento musicale crea sensazioni e sentimenti unici.
All'interno dell'azione liturgica un mistero della vita di Cristo, oppure un testo del Vangelo, una preghiera, un tema spirituale può essere espresso in molti e diversi modi: con dei testi, dei canti, delle musiche, delle icone o delle pitture. La cetra ha un modo originale e irripetibile di far viver un episodio della vita di Cristo, un racconto evangelico, un'orazione, un Contenuto spirituale: lo fa rivivere suscitando un sentimento, ne fa fare esperienza creando una sensazione interiore, accompagnandoti tra paesaggi profondi. La cetra crea molto più di una semplice atmosfera, la cetra genera un ambiente sonoro che è l'essenza stessa dello spirituale. La cetra consente a chi l'ascolta di celebrare una liturgia intima».

Il nome dei Salmi

Così prosegue la presentazione: «Da ultimo, la cetra gode di un privilegio unico: è il solo strumento a dar nome a un libro biblico, il Libro dei salmi. Il nome ebraico del libro, attribuitogli in epoca giudaica, è Tehillîm, "Lodi". Se l'espressione sefer ha-tehillîm, "libro delle lodi", ritrovata a Qumran in un frammento del rotolo della "Guerra" (4Q491 17,4) indica veramente il libro biblico dei Salmi, noi avremmo lì la più antica attestazione del titolo del libro (IIª metà del Iº sec. a. C.). Il nome "Salmi", deriva dal greco Psalmoí, titolo della raccolta nel Codice Vaticano dei
LXX (IV sec. d. C.). Psalmòs indica un "canto accompagnato dal suono di strumento a corde" (e corrisponde esattamente all'ebr. mizmôr, di cui è la più frequente traduzione nei LXX), mentre Psaltérion, da cui "Salterio", indicava originariamente uno "strumento a corda" (forse l'archetipo della cetra) quindi è passato ad indicare il libro stesso: è infatti il titolo della raccolta nel Codice Alessandrino dei LXX (V sec. d.C.).
Chiamare il Libro dei Salmi Salterio, come si fa comunemente, significa confessare che a quei testi biblici, per essere pregati, è essenziale non solo il canto ma lo strumento che lo accompagna. Allora, sì può forse osar dire che privati del Psaltérion i salmi non sono fino in fondo preghiera?

Una delle maggiori interpreti della cetra in Italia

Per concludere, Boselli dedica alcune annotazioni all'autrice e interprete del disco: «Sr. Elena Guidi è oggi in Italia una delle maggiori e più autorevoli interpreti della cetra. Invitandola regolarmente a Bose per tenere corsi di cetra, e avendo avuto il privilegio di includere alcune sue composizioni, da lei stessa eseguite, nella recente incisione della nostra liturgia delle ore – Preghiera dei giorni, Edizioni Qiqajon 2015 – sr Elena è per noi non solo amica cara della Comunità, ma riferimento obbligato al quale attingere il repertorio di musiche per cetra da eseguire nelle nostre liturgie».


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