L'Immacolata Concezione di Maria Santissima Madre di Dio

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Intorno alla Persona di Maria, la Chiesa ha solennemente definito quattro verità di fede che noi siamo tenuti a credere. Sono i quattro dogmi mariani: la maternità divina di Maria, la sua perpetua verginità, la sua immacolata concezione, l'assunzione al cielo.

La storia del dogma

Per tanti secoli, il senso dei fedeli, l'insegnamento dei Padri che commentavano le Scritture e il Magistero della Chiesa, hanno cantato e creduto questo singolare dono di Maria, la sua immacolata concezione. Tutti costoro hanno confessato la sua estraneità al peccato; hanno creduto e insegnato che in Maria Dio ha operato una creazione nuova. Dio ha salvato Maria, in vista dei meriti del Figlio, perché fosse la casa d'oro, la dimora santa, il tempio tutto avvolto dallo Spirito Santo per l'incarnazione del Verbo di Dio. La nuova Eva è tutta santa (Panaghia, in greco), come la prima Eva appena uscita dalle mani creatrici di Dio, perché tutto Santo era il Corpo del Figlio di Dio che si è incarnato in lei. In Maria rifulge l'onnipotenza di Dio, Egli ha voluto donarci in lei un pegno dei cieli nuovi e della terra nuova, preludio al dono del Figlio che è la nuova creazione per eccellenza, il nuovo Adamo.

Prima delle discussioni e precisazioni bibliche e teologiche vi fu sempre tra i fedeli questa certezza. Lo testimoniano tanti Padri di Oriente e di Occidente. Nei primi secoli del secondo millennio vi furono anche accese discussioni teologiche che videro protagonista un laico terziario francescano, filosofo e teologo, il beato Raimondo Lullo (1233-1316). Per il beato Lullo, Maria è una ri-creazione, Ella fu santificata dallo Spirito Santo nell'atto stesso del concepimento perché fosse la Madre Tutta santa per il Verbo di Dio incarnato. Si ricordano anche con gioia le affermazioni del Beato Giovanni Duns Scoto (1265-1308): «Dio poteva farlo di crearsi una Madre Immacolata e dunque lo fece», come per una salvezza primo frutto dell'opera della redenzione universale del suo Figlio Gesù. Duns Scoto fu detto «il cantore dell'Immacolata».

La riflessione teologica sino ai nostri giorni ha trovato testi numerosi e significativi nelle Scritture che la Chiesa aveva già letto in chiave mariana a partire dal, così detto, Protoevangelo (Gen 3,15) dove Dio dice al serpente: «Porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua. Questa ti schiaccerà il capo». Maria, figlia di Sion, è immagine di Israele, sposa che Dio prepara per sé, così come è immagine della Chiesa gloriosa, senza macchia né ruga, santa e immacolata. Il frutto di una riflessione di secoli nel rapporto Cristo-Maria-Chiesa è raccolto nel mirabile Capitolo ottavo della Costituzione Lumen Gentium del Concilio Vaticano II.

Nella tradizione liturgica di Oriente e di Occidente la memoria della Natività di Maria e poi della sua Concezione immacolata, entrarono con alterne vicende, dovute a controversie. In occidente, la memoria liturgica dell'Immacolata concezione, che non è la memoria della sua natività, fu celebrata in Inghilterra e in Francia fin dall'XI secolo, giunse poi anche in Italia a opera dei francescani. Il papa Giovanni XXII, mentre si trovava ad Avignone, celebrò la festa l'8 dicembre del 1325, proprio come un frutto dell'illuminata esposizione teologica di Giovanni Duns Scoto e Raimondo Lullo. Al Concilio di Trento, nella VI sessione (1546), vi furono appelli per una definizione dogmatica della Concezione immacolata di Maria. Il papa Alessandro VII (papa dal 1655 al 1667) con la Costituzione Sollicitudo omnium Ecclesiarum si mostrò favorevole alla definizione ma i domenicani fecero notare che l'Immacolata concezione di Maria era già un'acquisizione di tutta la cristianità, una tradizione che si protraeva da secoli senza bisogno di una solenne proclamazione.

La vera e propria definizione del dogma, nel frattempo ancor meglio precisato, giunse dunque soltanto nel 1854 ad opera del Beato Pio IX. Mentre era in esilio a Gaeta, il Papa consultò tutti i vescovi con l'enciclica Ubi primum del 1849, in quello che fu detto da san Leonardo da Porto Maurizio, il Concilio di carta! Le risposte a favore della definizione del dogma furono quasi la totalità e con la Bolla Ineffabilis Deus, Pio IX definì solennemente come verità da credere in tutta la Chiesa, l'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria Madre di Dio. Era l'8 dicembre 1854.
paoline arte floreale immacolata dicembre cristina cruciani 1 pQuattro anni dopo la proclamazione del dogma da parte dell'umile Beato papa Pio IX, Maria confermò la bellezza di questa fede della Chiesa rispondendo, alla grotta di Massabielle, alla piccola Bernadette che le chiedeva chi fosse: «Io sono l'Immacolata Concezione».
Papa Pio IX fece comporre anche un nuovo formulario di Messa per tutta la Chiesa che è giunto sino alla riforma del Concilio Vaticano II; i canti di ingresso e di comunione e le tre orazioni proprie sono confluite oggi nel nostro Messale, il Prefazio, molto bello, è di nuova formulazione.

L'Immacolata nel Tempo d'Avvento

Questa solennità si celebra nel tempo che potremmo definire il vero mese mariano dal punto di vista biblico, teologico e liturgico, cioè il tempo di Avvento, l'8 dicembre. Essa celebra la potenza della redenzione universale di Gesù Salvatore e redentore, ci fa anche meglio comprendere in che consista la redenzione: l'irruzione di una creazione nuova! Dio l'ha iniziata proprio in Maria per preparare in lei una umanità rinata e santa, capace di accogliere Dio.
Questo mondo nuovo è cominciato con Maria, nell'atto stesso della concezione della sua Persona. Oggi gli studiosi non esitano a dire che la concezione immacolata fu per Maria come un «battesimo»: la prima cellula del corpo di Maria era già una creazione nuova della novità di cui parla san Paolo spiegandoci il battesimo. Dobbiamo proprio affermare quanto sia importante la verità definita dal dogma della Concezione immacolata di Maria! Essa spiega a noi il battesimo, ci fa comprendere che noi, la Chiesa, siamo come Maria nel suo primo istante, una umanità salvata, immersa ormai nella creazione nuova, nella realtà degli ultimi tempi, nel mondo della risurrezione e, come lei, possiamo essere tutta disponibilità ad accogliere Dio.

Cantare Maria Tuttasanta, come la saluta l'Angelo nel Vangelo dell'Annunciazione è celebrare l'opera di Cristo Gesù, il Progetto del Padre e conoscere come e chi sia la Chiesa che in Maria ha inizio. Maria è la prima dell'umanità nuova, è il primo membro della Chiesa ma anche la Madre di questo Corpo ricreato del suo Figlio. Non esitiamo a dire che nel progetto del Figlio fin dalle origini della creazione c'era già Maria.
Vorremmo ribadire e sottolineare ancora con forza la necessità di comprendere il nostro battesimo cioè la nostra iniziazione cristiana: essa è una ri-creazione, un rinascere alla vita divina che ci era stata strappata dal peccato, ci rende nuovamente capaci di Dio e suoi intimi. Ci rende figli nel Figlio e perciò una umanità riuscita. Per questa coscienza la Chiesa fa proprio ogni sera il Cantico di Maria, il Magnificat, perché è il suo canto.
Non finiremmo più di dire di Maria, come hanno scritto di lei i Padri della Chiesa che l'hanno saputa cantare imparando quanto, guardando lei, impariamo di noi, quello che Dio ha fatto anche in noi e per noi.

paoline arte floreale immacolata dicembre cristina cruciani 2 pPer fiorire la solennità dell'Immacolata Concezione sceglieremo fiori bianchi: rose, dendrobium, lilium..., supportati da belle foglie verdi di monstera, aralia o aspidistra.
Possono essere delle semisfere ariose, disposte all'ingresso della chiesa, nei pressi dell'altare, accanto all'immagine di Maria. Non composizione sontuose ma ariose, eleganti nella loro sobrietà.

Fiorire le nostre chiese a Natale

È uso a Natale adornare le nostre chiese o cappelle con piante di Euphorbia pulcherrima, detta anche Stella di Natale, un arbusto originario del Messico ove cresce sino a due o tre metri. Alcune delle sue abbondanti foglie sono di solito di un bel rosso vivo e circondano quelli che sono i veri fiori con seme al centro, spesso di colore giallo-oro. Questa bella pianta ornamentale è giunta da noi negli ultimi decenni del Novecento, se ne conoscono tante varietà; oggi se ne producono anche con foglie di un bel colore bianco-crema o appena rosato.
Suggeriamo di creare delle macchie di colore con alcune piante aggiungendo appunto il delicato colore bianco che è anche il colore liturgico della solennità del Natale del Signore. Il rosso diverrà richiamo ai giorni di Pasqua, alla passione del Signore: Egli è nato per morire per noi e risorgere. Anche se noi sceglieremo soltanto il bianco e il rosaceo, possiamo aggiungere alle nostre composizioni qualche spruzzo di rosso. Buon lavoro!

 

La vita in cristo e nella chiesa 10 2018La Vita in Cristo e nella Chiesa n. 10
dicembre 2018

Le rubriche di questo ultimo numero dell'anno 2018 ci conducono per mano nel mistero del santo Natale, fonte di gioia per tutti. Di particolare rilievo gli articoli di Pietro Sorci che approfondisce i Prefazi di cui è mirabilmente ricca la e Walter Ruspi che ci introduce nella connessione tra la Liturgia delle Ore e la celebrazione eucaristica.

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