La partoriente

Simboli biblici

La donna partoriente che mette al mondo la vita, dopo l'attesa nella gravidanza e il travaglio del parto, nella Bibbia è simbolo ricchissimo che unisce dolore e gioia, angoscia di fronte all'ignoto e speranza, paura della morte e stupore dinanzi alla vita nascente.

L'immagine del parto nei testi profetici descrive il rapporto di fede con Dio, spesso attraversato dalla sofferenza ma sempre sorretto dalla speranza certa che Egli, al pari di un parto gioioso, farà passare da morte a vita, dall'angoscia alla gioia (cfr. Is 13,8; Is 42,14; Os 13,13; Mic 4,9-10; 5,2). In alcuni testi, i dolori della partoriente esprimono il terrore dinanzi alla morte a causa dei nemici che cercano di distruggere il popolo (Ger 6,24, Is 21,3; cfr. Sal 48,7). Il profeta Geremia con l'immagine della partoriente evoca lo stupore sbigottito per le conseguenze dolorose del peccato (Ger 13,21; 22,23; 30,6; cfr. Is 26,17-18) e nella donna partoriente addita il simbolo della vita che nasce dal dolore (Ger 31,8).

Nel Nuovo Testamento, Gesù nei discorsi di addio ai discepoli, con il simbolo della partoriente, spiega il suo passaggio da questo mondo al Padre. La partoriente, quando arriva il momento, vive nella sofferenza la gioia di "dare alla luce" il figlio che porta nel grembo. I discepoli, che soffrono per la partenza del loro Maestro, sanno che questa sofferenza è il passaggio necessario, doloroso come il travaglio del parto, verso una nuova nascita, che dona gioia: «La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo» (Gv 16,21).
L'apostolo Paolo paragona le sue fatiche missionarie alle "doglie del parto", che vive in continuazione, per permettere alle persone, tramite il suo coinvolgimento personale nella missione, di accogliere il Vangelo, di vivere di esso fino a essere trasformati in vangeli viventi che comunicano Gesù (cfr. Gal 4,19). Applica poi questo simbolo alla creazione, la quale anela al suo pieno compimento entrando, dopo un doloroso travaglio che la libera dal male, in una nuova nascita: «Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi» (cfr. Rm 8,21-22). Nel libro dell'Apocalisse l'immagine/simbolo della partoriente descrive la lotta che Gesù risorto, tramite i suoi testimoni, conduce nella storia contro il male che causa dolore e morte, per realizzare la nuova Gerusalemme, dove regna la pienezza della vita. Il veggente vede «una donna incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto» (cfr. Ap 12,2). Questo parto non è facile né veloce, ma colmo di attesa e trepidazione, perché riguarda il trionfo di Cristo nella storia, il cui compimento si avrà alla fine dei tempi. La partoriente, spesso, interpretata come Maria che dona al mondo Gesù, in realtà, è il popolo di Dio, la Chiesa, che nella storia, scontrandosi con le forze del male, identificate nel drago (cfr. Ap 12,3.4) va partorendo Gesù. La fatica della gravidanza, intesa come lotta tenace, non è vana, perché la donna/Chiesa «partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro (Ap 12,5).

 

Da sapere

  • Il simbolo della donna partoriente e della gravidanza come lotta del bene contro il male che si realizza nella storia, molto presente nel libro dell'Apocalisse, appartiene al genere Apocalittico. Si tratta di una letteratura, che si sviluppa in periodi storici attraversati da gravi difficoltà e anche persecuzioni che minano la speranza. L'Apocalittica vede la storia soggetta all'azione del Maligno e rassicura i credenti che vivono in tempi burrascosi, riaffermando, tramite immagini simboliche e l'anonimia dell'autore, la signoria di Dio sulla storia stessa.

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