Amare il Signore per amare il prossimo

XXXI Domenica del Tempo Ordinario - Anno B - 2021

L'amore per i fratelli e le sorelle deve essere ricaricato dall'amore di Dio.

È difficile meditare sulle antiche parole del Deuteronomio, richiamate da Gesù: «Il Signore, nostro Dio è l'unico Signore, e non vi è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l'intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici», senza la sensazione di ripetere cose scontate. Chissà quante volte ci sono state ricordate, e quante volte ce le siamo ripetute, magari ripromettendoci di viverle con più impegno. Quasi quasi verrebbe voglia di parlare d'altro, ma di cosa se «non c'è altro comandamento più grande di questi»? Parliamone ancora quindi, prendendo lo spunto dalla conclusione di Gesù per verificare se ciò che dice allo scriba: «Non sei lontano dal regno di Dio», è rivolto anche a noi.

Perché lo scriba non è lontano nel regno di Dio ma ne è ancora fuori? Può darsi che il tipo, un po' saccente, conoscesse alla perfezione i due comandamenti, ma non altrettanto accuratamente li praticasse, e Gesù abbia inteso chiedergli un maggiore coinvolgimento pratico al quale teneva molto: «Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli» (Mt,7-21) e nel quale gli scribi non brillavano: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull'anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà» (Mt 23,23). Comunque, a noi le parole di Gesù servono da richiamo, sia perché sicuramente possiamo fare di più per metterle in pratica, ma anche per ricordarci che il primo comandamento è: "amare Dio con tutto il cuore, con tutta l'intelligenza, con tutta la forza".

In effetti, per quanto riguarda il secondo: «Amerai il tuo prossimo come te stesso», possiamo dire di essere abbastanza in linea, perché dovunque la povertà, la sofferenza, il bisogno chiamano, le risposte dei cristiani non mancano mai, come è stato confermato dalla pandemia, durante la quale la fantasia della carità è stata veramente sorprendente; però, quanto spazio della nostra vita dedichiamo ad amare Dio con l'intensità e la profondità che ci viene richiesta?
Amarlo «con tutto il cuore» comporta verificare continuamente che non ci siano altri "signori" che gli tolgano spazio e interesse, in modo da poterlo invocare in verità con le parole del salmista: "Ti amo, Signore, mia forza, Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore".
Amarlo «con tutta l'intelligenza» richiede una fede che si rinnova e si approfondisce, ricaricandosi della sua grandezza e della sua immensità, diventando misura delle nostre scelte quotidiane, tentate astutamente dal piccolo cabotaggio e dalla banalità, per potergli dire: "Mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio; mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo".
Amarlo «con tutta la forza», impegna in una dedizione non episodica ma costante da ridurci alla sera stanchi, come accade per la fatica compiuta per amare noi stessi, ma lieti di poter cantare: "Viva il Signore e benedetta la mia roccia, sia esaltato il Dio della mia salvezza".

È vero che Dio possiamo concretamente vederlo soltanto nei fratelli e nelle sorelle, ma se il nostro sguardo non si alza mai verso l'alto, verso il Signore, le debolezze, l'ingratitudine, le pretese, l'insistenza, la sensazione che la nostra carità non risolve niente, possono indurci a diminuire il nostro amore, a decidere che la nostra parte l'abbiamo fatta, che abbiamo già dato, allontanandoci dalle modalità della carità di Dio che «ama chi dona con gioia» (2 Cor 9,7); che «vi è più gioia nel dare che nel ricevere!» (At 20,35); che «gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8).

Riuscire a vedere la grandezza del Signore nostro Dio nella piccolezza del prossimo, richiede che la grandezza di Dio ci ricarichi. Questa ricarica avviene con la preghiera, con l'ascolto della parola di Dio, con i sacramenti.


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