Buona Pasqua con Alleluia!

Domenica di Pasqua, Risurrezione del Signore - Anno A - 2023

Cercare le cose di lassù per spingere in alto quelle di quaggiù.

In questi giorni, a voce, sui social, col cellulare e persino con qualche nostalgico biglietto per posta è un continuo: Buona Pasqua! Come tutto ciò che si ripete sempre, questo augurio può finire per non significare più niente, e perciò ad augurare il niente. Esso invece contiene doni preziosi. Prima di tutto l’auspicio di una festa bella come la si aspetta con tanta attesa: famiglia riunita, dolci preparati in casa, la colomba, l’uovo di cioccolato, e magari anche il tempo bello. Cose buone da augurare a tutti, e magari tutti ne potessero godere. Però, se tutto finisse qui, la Pasqua non sarebbe molto diversa dagli altri weekend - forse soltanto un po’ più esteso grazie al Lunedì dell’Angelo - e dalle ricorrenze personali o familiari.

L'alone primaverile

Nel Buona Pasqua di più e di diverso c’è anche la sintonia con la primavera, la stagione che ha una grande presa su di noi, con la natura che si risveglia, con le giornate che si allungano, con le piante che si rivestono, con i prati e i balconi che fioriscono, con il canto degli uccelli… Proviamo a immaginare come sarebbe la vita se la primavera non arrivasse, e gli alberi rimanessero scheletriti e rinsecchiti, i prati aridi, niente fiori, né spighe, né viti, né canto di uccelli e voli di farfalle… Si spalancherebbe la strada alla depressione e alla scomparsa della bellezza. Perciò anche il Buona Pasqua con l’alone di una bella primavera è un bel dono da augurare.

La vita è passaggio

Nel Buona Pasqua c’è poi il nome che significa “passaggio”, l’uscita dalla schiavitù dell’Egitto verso la libertà della Terra Promessa, e per allegoria ogni passaggio dal male al bene, dal meno al più, dal feriale al festivo, dalla vita alla… No! Non può finire così. Il passaggio dalla vita alla morte non è Pasqua, non è lasciare l’Egitto per la Terra Promessa. Se la conclusione fosse la morte, bisognerebbe non passare, ma fermarsi, oppure tornare in dietro, da vecchi ad adulti, da adulti a giovani, da giovani a bambini. Ci si prova, e sono tanti i supporti e i prodotti che il mercato dell’eterna giovinezza offre. Ma è illusione. Se il Buona Pasqua finisse con la morte non sarebbe affatto bello augurarla e augurarsela.

Alleluia!

Per grazia di Dio, invece il Buona Pasqua contiene l’Alleluia, il grido di gioia che risuona quando nella Veglia Pasquale viene annunciato che il sepolcro è vuoto, e il Signore non è lì, perché è risorto: la bella notizia che viene comunicata sulla strada dal sepolcro a Gerusalemme, dove Maria Maddalena corre a portarla agli apostoli, come recita la bellissima sequenza pasquale: «Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via? La tomba di Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto, gli angeli, suoi testimoni, il sudario e le sue vesti».

Non un regalo ma un dono

Il Buona Pasqua con Alleluia è il dono più bello che possiamo augurare, perché esso è la vita che sconfigge la morte, il vero passaggio dall’Egitto alla Terra Promessa. Dono straordinario, ma anche straordinariamente impegnativo perché non è un regalo preconfezionato ma un bene da realizzare anche con il nostro contributo, portando l’Alleluia dentro la realtà, e la realtà verso l’Alleluia, con la strategia di San Paolo, cercando le cose di lassù dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; non quelle della terra.

Le “cose di lassù” non sono quelle che potremo godere dopo, lassù in cielo, ma quelle che “portano” lassù; quelle che spingono la vita verso un livello più alto di qualità, di bontà e di bellezza, come Dio l’ha pensata e la vuole. Le “cose di lassù” sono quelle che Gesù ha predicato e praticato quaggiù, invitandoci a seguirlo. Sono quelle che, come il lievito con la massa, possono aiutare a realizzare ogni giorno una “Buona Pasqua”.
E allora, fratelli e sorelle, Buona Pasqua con Alleluia!!


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