Due tempi forti dell'Anno Liturgico, Avvento e Quaresima, riuniti in un unico album. Quattordici nuovi canti composti, orchestrati e diretti da Marco Frisina, per celebrare il mistero della redenzione a partire dalla venuta del Salvatore fino al compimento pasquale.
Il mondo cerca salvezza, invoca da Dio l'aiuto per comprendere la sua storia, gli eventi terribili e dolorosi che sconvolgono la vita di tanti uomini. A tutti il Signore porta salvezza e offre la sua Parola e la sua Vita affinché ognuno riceva la potenza della grazia.
I tempi liturgici forti di Avvento e Quaresima ci mostrano il mistero della salvezza dal punto di vista dei poveri e dei sofferenti: le loro pene e le loro preghiere diventano le nostre e siamo chiamati ad ascoltare lo struggente grido del cuore dell'uomo che si innalza fino a Dio, e farlo nostro: Vieni, Signore, non tardare, vieni a portare gioia dove regna il dolore/vieni a consolare i cuori di chi piange nella prova. È l'invocazione accorata di ogni uomo che chiede al Signore la salvezza, così come fa la Chiesa Sposa nel finale dell'Apocalisse con il suo "Maranatha".
I testi del profeta Isaia ci invitano alla speranza e alla fiducia nelle promesse del Signore. Consolate il mio popolo. In questo modo inizia la seconda parte del libro del profeta, un messaggio al cuore di Gerusalemme e al cuore di ogni uomo chiamato a guardare verso il Signore che viene a salvarlo. Così la profezia di Is 2 ispira il canto Venite saliamo al monte del Signore, una visione luminosa della realizzazione piena delle promesse di Dio, quando le armi di distruzione diverranno falci e la guerra scomparirà, perché il cuore dell'uomo sarà redento dall'amore. Così nel canto Dio è la mia salvezza, ispirato da Is 12, viene cantata la bellezza della redenzione in cui il Signore guida il popolo verso la gioia della salvezza.
Il Cantico di Anna, Il mio cuore esulta nel Signore, celebra la misericordia di Dio che apre alla vita il grembo sterile, segno meraviglioso della grazia che ravviva e rinnova la faccia della terra. Similmente S. Paolo nella lettera ai Filippesi (Fil 4, 4-9) ci invita a gioire e a rallegrarci sempre nel Signore, Rallegratevi perché il Signore è vicino. E Maria, immagine perfetta della Chiesa che nella fede e nell'annuncio del Vangelo porta ad ogni uomo la potenza della salvezza di Cristo, è cantata nel brano Ecco la serva del Signore.
Un momento privilegiato per incontrare il Signore e scoprire la sorgente luminosa della fede, è la notte, cantata nel meraviglioso poema di San Giovanni della Croce ed espressa nel canto Benché sia notte. Allo stesso modo noi tutti contemplando il Volto santo di Cristo torturato dalla Passione, possiamo leggere nel volto sofferente del Redentore il volto dei sofferenti e dei poveri del mondo, il grido degli esuli e dei migranti, dei miseri e degli oppressi, dei sofferenti e dei rifiutati. Contemplarlo significa aprire il nostro cuore all'amore.
La preghiera litanica: Salvator mundi, riassume l'invocazione del mondo, piena di speranza e dolore, che si protende verso il Redentore in attesa della salvezza.
In questi tempi liturgici nei quali non è presente il Gloria, possiamo dare maggior spazio all'invocazione a Cristo redentore nel Kyrie eleison e all'acclamazione al Vangelo Gloria e lode a te, che può anche essere utilizzato come canto a Cristo salvatore, il cui versetto ci ricorda che la Parola di Dio è acqua viva che zampilla per la vita eterna.