Chiamati a vivere in pienezza

II Domenica del Tempo Ordinario - Anno B

Al Signore che chiama non si può rispondere con un “ni”.

Il detto "vivere alla giornata" indica una vita un po’ stanca, rassegnata, che va avanti come un disco che si ripete: stessi impegni, stessi orari, stessi desideri, stessi successi e insuccessi, stesse gioie e tristezze… Una vita così non è entusiasmante. Però può essere quella alla quale ci si adatta con più facilità, quasi senza accorgersene, dal momento che i momenti di novità e di vivacità sono brevi e passano in fretta come la domenica, mentre il lunedì con nomi diversi dura una settimana.
Il rischio è in agguato oggi più che mai, perché disponiamo di tutti gli strumenti possibili per risparmiarci la fatica dell’ascolto di noi stessi e della ricerca di ciò che ci manca per non vivere a scartamento ridotto. Il cellulare ci mostra il giorno, l’ora, anche i secondi, la pressione e il colesterolo, le strade da percorre anche senza leggere le targhe o chiedere informazioni; non dobbiamo più nemmeno guardare il cielo per indovinare che tempo farà, perché il Meteo è una delle trasmissioni più seguite, e il telefonino ci sa anche precisare se la pioggia cadrà sul nostro tetto, oppure si fermerà su quello del vicino.
Non è entusiasmante la vita così, sempre la stessa, con sprazzi di novità e creatività, che ad altro non servono se non a suscitare insoddisfazione e con essa conseguenze non di poco conto, come si può constatare nei giovani, nei quali, non avendo avuto il tempo di rassegnarsi e di adattarsi come gli adulti a questa routine, possono portare a derive drammatiche. Vedi la cronaca! Per noia sbarrare la strada con un filo di acciaio, prendere a calci e pugni i senzatetto, guerreggiare con pietre e coltelli, danneggiando tutto quello che si può.
Ci si può salvare dal vivere così? Si può reagire? Si deve reagire! Le proposte e le offerte non mancano, in prima fila quelle degli influencer e della pubblicità che con un niente soddisfano tutti i vuoti di felicità.

Una proposta alternativa

C’è però anche la proposta della parola di Dio. Essa è alternativa perché non indica prodotti in più e iniziative al di fuori della normale vita quotidiana ma le attività, gli incontri, gli impegni, i successi e gli insuccessi, le gioie e i dolori… e il viverli sempre come chiamata del Signore. Se si accetta questa proposta, non è possibile assuefarsi al vivere alla giornata, perché la chiamata del Signore è sempre nuova e chiede risposte sempre nuove, non su ciò che è accaduto ieri, né su quello che avverrà domani, ma su ciò che adesso si sta pensando, dicendo, facendo.
Come è possibile accettare questa proposta? Ascoltando se stessi e aprendo i desideri, le aspirazioni, i progetti, persino i sogni, alle dimensioni più alte prospettate dalla parola di Dio, come hanno fatto i pescatori del Lago di Tiberiade.

Ascolto e ricerca

Giovanni e Andrea sono due pescatori, non racchiusi però nel loro mestiere, infatti trovano il tempo e il modo di essere discepoli di Giovanni Battista che, vedendo passare colui che aveva annunciato come più grande di lui, lo presenta ai suoi discepoli: «Ecco l’agnello di Dio!». Due di essi: Giovanni e Andrea, non lasciano cadere le sue parole ma, incuriositi e colpiti da un annuncio così solenne, lo seguono. È bellissimo immaginare il momento in cui Gesù si gira e li sorprende con una domanda: «Che cosa cercate?». Non chiede: "Chi" cercate, ma "cosa" cercate. Il chi lo vedono, lo hanno trovato. Il cosa lo scopriranno, rimanendo con lui tutto un pomeriggio in un incontro così intenso che a distanza di tantissimi anni, quando Giovanni, uno dei due, scriverà il suo Vangelo, ricorderà ancora l’ora: le quattro del pomeriggio.
Cosa avranno scoperto i due pescatori? Non è scritto ma sicuramente che, quello che vivevano e come lo vivevano, non bastava.

Tutto bello! E anche facile, se avessimo anche noi il Battista a indicarci Gesù, e Gesù a invitarci a seguirlo. Ma ce li abbiamo! Il Battista è il nostro desiderio di bene, di pace, di bellezza, di amore. Gesù è l’invito a vivere tutto con lui, nella sua "dimora".


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