Con occhi nuovi

XXX Domenica del Tempo Ordinario - Anno B - 2021

La storia chiede ai cristiani di liberarsi da abitudini e convenzioni.

Un uomo siede a mendicare sulla strada che esce da Gerico. Ha perduto la vista, cadendo nel buio della cecità. Non è un rassegnato alla situazione di emarginato. Non è uno sfiduciato che ha rinunciato alla speranza di tornare a vedere. Tutt'altro! Consapevole della triste condizione in cui si trova, non ha nessuna voglia di arrendersi e cerca coraggiosamente soluzioni per uscirne. Il racconto dell'evangelista induce a pensare che non si sia trovato su quella strada per caso, ma per la speranza di poter realizzare un contatto con il Maestro di Nazaret. Infatti, appena il vociare della «molta folla» gli segnala che c'è Gesù Nazareno, comincia a gridare più forte che può: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Come mai chiama Gesù: «Figlio di Davide», quando gli stessi apostoli faticano a riconoscerlo come tale? Cosa sapeva di Gesù? Chi gli aveva parlato di lui? Chissà se, accovacciato ai margini della folla - in quei tempi i disabili non venivano sistemati in prima fila come oggi nelle udienze del Papa - lo aveva ascoltato predicare nelle sue frequenti presenze a Gerico. Quel grido: «Figlio di Davide», ci autorizza a immaginare che deve essere accaduto qualcosa di simile, altrimenti sarebbe difficile spiegare la sua determinazione: «molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: "Figlio di Davide, abbi pietà di me!"», e la sua reazione quando le sue grida raggiungono lo scopo.

Via il mantello!

Quando gli dicono: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!», ha una reazione straordinaria: «egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù». Occhio alle parole! «Gettato via il mantello». I Vangeli, quello di Marco più degli altri tre, sono avarissimi di particolari narrativi che ci avrebbero fortemente interessato, come i nomi e le storie di tanti altri miracolati e personaggi. Di Bartimeo invece si precisa che getta via il mantello. Come mai? Il mantello per i mendicanti era il vestito di giorno e la coperta di notte: praticamente la casa. Se un povero era costretto a impegnarlo magari per un tozzo di pane, alla sera glielo si doveva restituire: «Se quell'uomo è povero, non andrai a dormire con il suo pegno. Dovrai assolutamente restituirgli il pegno al tramonto del sole, perché egli possa dormire con il suo mantello e benedirti. Questo ti sarà contato come un atto di giustizia agli occhi del Signore, tuo Dio» (Dt 24, 10-13). Gettando via il mantello, il cieco si libera della sua condizione. Infatti: «Balzò in piedi». Quando mai un cieco balza in piedi, invece di alzarsi cautamente? E «Venne da Gesù». Non viene accompagnato, come in altri casi (il sordomuto di Mc 7,32), va da solo, sicuro. Il suo struggente desiderio di tornare a vedere - «Rabbunì, che io veda di nuovo!» - si è già avverato per la sua fede, prima che Gesù lo certificasse pubblicamente: «Va', la tua fede ti ha salvato». «Va'». Ma egli non va, come tanti altri miracolati a raccontarlo in giro, lodando Dio, ma segue il Maestro lungo la strada.

Bartimeo, immagine della Chiesa.

Bartimeo è un'immagine della Chiesa in questo preciso momento storico. Domenica 17 ottobre, papa Francesco ha aperto il Sinodo Mondiale sulla Sinodalità: un sinodo per essere sinodali, cioè per uscire fuori dalla autoreferenzialità (la Chiesa che dedica le sue energie e i suoi mezzi per curare se stessa, invece di predicare il Regno di Dio) e dal clericalismo (la Chiesa appannaggio di papa, vescovi e sacerdoti con i laici che fanno numero), una condizione che ha reso difficile l'attenzione e le risposte alle domande, ai problemi, ai bisogni degli uomini e delle donne di oggi. Di sinodi la chiesa ne ha fatti tantissimi, molto spesso soltanto per arricchire le biblioteche. Questo vuole essere diverso: non parte dall'alto dai così detti "strumenti di lavoro" da studiare, ma dalle domande, dalle critiche, dalle proposte dei fedeli, e anche di coloro che, che pur non essendo praticanti e credenti, ritengono importante la presenza e l'opera della Chiesa nella realtà. Sì, il cieco che vuole vedere di nuovo è un'immagine della Chiesa che ha bisogno di tornare a sentire Gesù in mezzo alla folla, gettando via il mantello di convenzioni, abitudini, consuetudini... per balzare in piedi e mettersi a seguire Gesù con occhi nuovi.

Bartimeo, immagine di noi.

Riuscirà la Chiesa a non lasciarsi frenare dai molti che gli dicono di tacere? Ci riuscirà se ogni cristiano si riconoscerà bisognoso di chiedere con l'umiltà e la determinazione di Bartimeo: «Rabbunì, che io veda di nuovo!», e di seguirlo con occhi nuovi lungo la strada dei problemi concreti della vita.


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