Cristiani sale e luce

V Domenica del Tempo Ordinario - Anno A - 2017

“Voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo”.È il Vangelo che ci viene proposto in questa V domenica del TO. Spontanea una domanda: Possiamo anche noi essere sale della terra e luce del mondo? Se vogliamo essere suoi discepoli non solo possiamo: dobbiamo! 

"Voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo", dice Gesù ai discepoli dopo aver proclamato le Beatitudini. "Sale della terra e luce del mondo...", mica poco! E, nota bene, Gesù non dice: "Voi sarete", né: "Voi dovete diventare". Ma: "Voi siete". Siete sale e luce così come siete. Ma chi erano questi discepoli ai quali Gesù attribuisce una funzione così importante? Dei super uomini e delle super donne? Non sembra proprio. Noi ne conosciamo Dodici, i migliori, i prescelti, e questi non erano sicuramente super. Figuriamoci gli altri.
Ma come potevano essere sale della terra e luce del mondo delle persone normali, sicuramente piene di difetti e passibili di errori e cadute? La risposta è una sola: vivendo le Beatitudini da persone normali, piene di difetti e passibili di errori e cadute.
Ma allora possiamo anche noi essere sale della terra e luce del mondo? Se vogliamo essere suoi discepoli non solo possiamo: dobbiamo.

"Voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo".
Poche parole per una grande e urgente conversione: vivere la fede cristiana in positivo. Abituati da bambini a una educazione morale consistente nel non dire bugie, non fare dispetti, non disobbedire, non dire parolacce, non dimenticare le preghiere della sera..., abbiamo finito per rimanere bloccati in una concezione negativa della fede, consistente nell'impegno a non togliere sapore al sale e a non spegnere la luce. Una concezione che ha contribuito a rendere la fede incapace di incidere nella vita dei singoli e della società, come dimostra la corruzione che si manifesta in maniera asfissiante in tutti gli ambienti di vita, come la cronaca quotidiana testimonia.

"Voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo".
Ne siamo capaci noi così deboli, fragili, incoerenti, peccatori? Gesù lo ha chiesto a uomini e donne come noi, perciò è alla nostra portata vivere così. Anzi, possiamo vivere così proprio perché siamo consapevoli di non essere superuomini e superdonne, ma "piccoli", quelli che il "mondo" considera "perdenti".
Però, cos'è questo sale e questa luce che siamo chiamati a essere? È l'impegno a non vivere per se stessi ma per gli altri, consapevoli che la vita si oscura e perde sapore quando cade sotto la cappa dell'egoismo. La liturgia ce lo suggerisce con un brano antico, che però sembra scritto ieri, o addirittura domani: "Se toglierai di mezzo a te l'oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se aprirai il tuo cuore all'affamato, se sazierai l'afflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce".

È bello ed entusiasmante convertirsi a una fede che crea luce e sale dove si vive e dove si opera. E' stimolante vivere la fede, cercando di portare sempre un po' più sale e luce di quello che si trova, e lasciarne un po' di più di quello che si è trovato. Dovunque: in famiglia, nel lavoro, al bar, su Facebook... Non di rado (e non sempre a torto) noi cristiani siamo stati considerati come quelli che, quando arrivano, addio gioia di vivere. In questo tempo nel quale tutti si lamentano della volgarità, della banalità, delle manipolazioni che offendono la bellezza e la dignità della vita, abbiamo la possibilità di recuperare. Non con le parole, ma con i fatti, con una vita "sale e luce".

È quello che ci suggerisce la 39a Giornata Nazionale per la Vita che oggi celebriamo, con il titolo del messaggio dei vescovi italiani: "Donne e uomini per la vita nel solco di santa Teresa di Calcutta". Di una cristiana, cioè, che non ha elaborato teorie, ma ha vissuto "sale e luce".


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