Davanti al Signore la nostra vita

I Domenica di Quaresima - Anno C - 2016

Ritorna la Quaresima. Come ogni anno. Sempre con il racconto delle tentazioni di Gesù, che a noi sembra sempre lo stesso brano, anche se l'evangelista che lo propone è diverso. Questa ripetitività rende grande il rischio della assuefazione e del conseguente scivolamento del tempo liturgico sulla nostra vita.

Dobbiamo reagire, perché non siamo gli stessi degli altri anni, e ogni Quaresima è da vivere come nuova.

Facciamoci stimolare e aiutare dal bellissimo segno suggerito dalla prima lettura: la cesta delle primizie. Ascoltiamolo! «Mosè parlò al popolo e disse: "Il sacerdote prenderà la cesta dalle tue mani e la deporrà davanti all'altare del Signore, tuo Dio, e tu pronuncerai queste parole davanti al Signore, tuo Dio: ... Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato"».

Senza bisogno dell'intermediazione del sacerdote, perché in Cristo tutti siamo sacerdoti, portiamo la nostra cesta - la nostra vita - davanti al Signore, ricordando, come chiede Mosè, ciò che egli ha fatto per noi: «Il Signore ci fece uscire dall'Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi. Ci condusse in questo luogo e ci diede questa terra, dove scorrono latte e miele. Per noi il Signore ha fatto molto di più: ci fatti uscire dal nulla e ci ha portato alla vita».

Davanti al Signore e alla cesta verifichiamo con tutta la sincerità possibile il nostro cammino dall'ultima Quaresima a questa, e gettiamo dentro la cesta il nostro impegno a vincere, sull'esempio di Gesù, le tentazioni del diavolo.

"Di' a questa pietra che diventi pane".

Deponiamo nella cesta il nostro impegno a non vivere "di solo pane", cioè a non lasciarci imprigionare da ciò che possiamo mettere sotto i denti e nel portafoglio, da ciò che può essere quantificato e monetizzato. Quale e quanto è stato il nostro lavoro per non dedicare le nostre qualità, le nostre capacità, i nostri affetti, le nostre energie, il nostro tempo a servizio esclusivo del nostro benessere materiale? Quanto spazio e quanto interesse abbiamo riservato all'attenzione agli altri, alla famiglia, al coniuge, ai figli, agli amici, ai malati, ai poveri?

"Se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo".

Deponiamo nella cesta il nostro impegno a evitare i compromessi, i raggiri, le incoerenze tra fede e vita, le ansie, le maldicenze, i rancori, le liti, le gelosie per arrivare a far sì che "tutto sia nostro", cioè per emergere, per fare carriera, per essere avanti agli altri, per sentirci "più"?

Gèttati giù di qui; sta scritto infatti: «Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano"; e anche: "Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra"».

Deponiamo nella cesta il nostro impegno a seguire i progetti di Dio, invece di tentare di farlo scendere nei nostri; a camminare sulle sue strade, invece di tirarlo sulle nostre; a compiere la sua volontà di pace, di giustizia, di fratellanza, invece di lamentarci che lui non fa niente per non fare inciampare il nostro piede sui mali che ci rattristano, e che affliggono la società e il mondo. Ci siamo preoccupati dei problemi della povertà, dell'ingiustizia, della pace, della violenza, della fame, delle umiliazione dei fratelli e delle sorelle, della mancanza di misericordia, oppure ci siamo limitati a chiedere a Dio di risolverli? Quanto ci siamo impegnati a vivere la salute e la malattia, la gioia e la tristezza, la serenità e le ansie secondo i criteri di Dio, e quanto invece abbiamo preteso che il Signore ce le garantisse?

Se la nostra cesta è piena delle nostre vittorie sul male, possiamo far scivolare via questa Quaresima. Se invece...

Controlliamo bene, prima di decidere!


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