È risorto e vive con noi

Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore - 2021

La risurrezione di Gesù non è una nozione di storia, ma una notizia di oggi.

La Pasqua, come sempre, anche in quest'anno ancora tormentato e intristito dalla pandemia, fa risuonare l'annuncio gioioso: «Gesù è risorto!», il fondamento della nostra fede, perché, come ammonisce San Paolo: «Se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati» (1Cor 15,17). Ma cosa significa concretamente questo annuncio per la nostra vita di ogni giorno? È soltanto una nozione che abbiamo imparato, oppure una notizia che incide sui nostri pensieri, le nostre parole, le nostre azioni? "Gesù è risorto e vive accanto a noi". Va bene. Ma in cosa consiste la sua compagnia? Come possiamo riconoscerne i passi? Ecco che anche la Pasqua di quest'anno – anzi più degli altri anni, perché siamo meno distratti dalla gioia "pasquale" di contorno - diventa una verifica della nostra fede.

Gli strumenti per questa verifica ce li offre il Vangelo con l'episodio che la liturgia proclama la sera di Pasqua, quando la festa è al tramonto, come per dirci: la celebrazione è finita in chiesa, adesso portatela nella vita. Il brano lo conosciamo. È il racconto dei due discepoli che stanchi e delusi per come avevano visto chiudersi la loro avventura dietro a Gesù, se ne tornano a Emmaus per riprendere la vita che avevano lasciato quando il Maestro aveva fatto balenare sogni e possibilità diverse. Uno dei due si chiama Cléopa. L'altro? L'evangelista Luca non ce l'ha rivelato con il chiaro intento di invitarci a mettere il nostro. Ecco cosa succede.

Gesù si avvicina. Il verbo è carico di delicatezza e rispetto. Non irrompe con le insegne della divinità. Infatti i loro occhi non lo riconoscono. 
Cammina con loro. Non cerca di convincerli a tornare a Gerusalemme. Cammina con loro verso Emmaus, misurando il suo passo di risorto che poteva andare a mille, con quello della loro stanchezza umana e spirituale.

Prende l'iniziativa con una domanda: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino... con il volto triste?». Non fa loro la predica e tanto meno un rimprovero. Domanda per svegliare l'interesse e la ricerca delle risposte. Adesso può spiegare e illuminare con il racconto dei fatti accaduti in quei giorni, letti alla luce della Bibbia che illumina e dà senso ai fatti della vita. Il risultato è che il cuore dei due uomini "arde": il loro andare dietro al Maestro non era stato tempo perso. Non era stata un'illusione. Prima avevano sospirato mestamente: «Noi speravamo...». Adesso sanno che avevano fatto bene a sperare.

«Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano». Non chiede niente, non esige propositi buoni per il futuro. Non li esorta a tornare a Gerusalemme. Niente! Fa «come se dovesse andare più lontano». Lascia tutto alla loro libera scelta. Per questo arriva l'invito: «Resta con noi!». Come si fa a non apprezzare la compagnia di chi si avvicina a te, cammina con te, risponde alle tue domande, facendoti ardere il cuore?

Il Risorto resta e si fa riconoscere. Non sfoderando la gloria della sua divinità, ma con il gesto della condivisione: «prese il pane, lo spezzò e lo diede loro». Davanti a questo gesto, i loro occhi si aprono. E, mentre prima stanchi e con il volto triste andavano verso Emmaus, adesso corrono pieni di gioia verso Gerusalemme.

È così che il Risorto cammina accanto noi. Per sentirne i passi e la compagnia è necessario camminare accanto agli altri come egli fa con noi.


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