L'Assunzione di Maria ci ricorda che siamo stati creati per il cielo e che il nostro cammino terreno è un percorso a tappe per poter giungere alla meta di essere sempre con Gesù, come lei.
Maria sta per lasciare questa terra. Gli apostoli sparsi per il mondo ad annunciare il vangelo, avvertiti dagli angeli, tornano a Gerusalemme. Attorniata dagli amici di Gesù, eccetto Tommaso ancora di ritorno dall'India, la madre di Gesù muore. Gli apostoli la depongono nel sepolcro, e mentre si preparano a ripartire arriva Tommaso. "Troppo tardi - gli dicono - ormai l'abbiamo sepolta". "Non è più nel sepolcro, è in cielo con Gesù. Non era morta. Dormiva". Gli undici non ci credono. "E' così", insiste Tommaso, tirando fuori dalla sua bisaccia una cintura. "Ma quella è la cintura del vestito con la quale l'abbiamo sepolta. Come l'hai avuta?". "Me l'ha data lei. Piangevo, perché temevo di non arrivare in tempo a salutarla, quando mi è apparsa e mi ha detto: "Non ti affannare ad arrivare. Non sono più sulla terra e non sono più nel sepolcro. Sono in cielo con Gesù. Dillo ai tuoi amici quando arrivi". "Non mi crederanno". "Con questa ti crederanno", mi ha detto, sfilandosi la cintura e mettendola nelle mie mani. Pietro, come sempre, rompe gli indugi: "Andiamo a verificare!". I Dodici vanno al sepolcro, lo aprono, entrano: Maria non c'è più. Al suo posto un letto di fiori.
Questo bellissimo racconto, sintetizzato frettolosamente, è circolato da subito tra i cristiani, che hanno celebrato la Dormitio Mariae (il sonno di Maria) secoli prima che fosse proclamato il dogma dell'Assunzione.
Ciò che è accaduto a Maria, accadrà a tutti noi, anche se, purtroppo, non in maniera serena come a lei. Questa è la bella notizia. Questo è il vangelo.
La festa dell'Assunta è per risvegliare questa verità: siamo fatti per il cielo, per raggiungere con la nostra "carne" il Risorto.
Tocca a noi cristiani "evangelizzare" questa verità con una ricerca intelligente, sana, costruttiva della gioia, e quindi della vita eterna, della gioia, e della festa senza fine.
Tocca a noi testimoniare la certezza che, nonostante tutte le apparenze, "l'enorme drago rosso" è sconfitto dal figlio maschio partorito dalla donna; e che "la voce potente nel cielo" continua a risuonare vittoriosa: "Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo".
Maria assunta in cielo, oltre a indicarci il punto di arrivo della nostra tribolata ricerca, ci insegna anche la strada per raggiungerlo. E' quella del Magnificat: l'esatto contrario di quella che percorre "il mondo", cercando la felicità nel potere che schiaccia gli umili, nella ricchezza che dimentica i poveri, nella superbia che illude di poter fare a meno di Dio.
Siamo fatti per il cielo. Non sbagliamo strada. Tutte le gioie della vita sono un dono per accrescere la nostalgia di lassù. Sono tappe. Se diventano un traguardo non portano più a niente.
La madre di Dio e madre nostra ci illumini e ci accompagni.