Gesù è la luce

II Domenica dopo Natale - Anno A- 2020

Soltanto Gesù ci rivela chi è Dio e illumina le strade che portano a lui.

Quest'anno la seconda domenica dopo Natale, diventa praticamente la vigilia di una delle feste più care al popolo cristiano, l'Epifania, senza però sovrapporsi, ma rendendo molto efficace il messaggio del tempo liturgico del Natale che abbiamo vissuto.
La Parola della domenica ci propone uno dei brani più alti di tutta la rivelazione: il prologo, cioè il sommario, l'indice ragionato – diremmo noi - del vangelo di Giovanni.
Di questo brano, da sempre oggetto di studi e riflessioni profondissimi, rimarchiamo il finale e la parola che ne riassume tutto il messaggio: la parola chiave.
Il finale: «Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato». Nessuno significa nessuno. Quindi nemmeno Abramo e nemmeno Mosè, che infatti vedevano dei segni: tre viandanti, il roveto ardente.... Tanto meno visionari e fanatici che non mancano mai. Gesù è l'unico che può farci conoscere il volto di Dio. Tutte le altre immagini sono elaborazioni e invenzioni potenzialmente pericolose e dannose, comunque fuorvianti e riduttive.
La conseguenza è importantissima: se vogliamo conoscere come si comporta Dio e come ama che ci comportiamo, possiamo scoprirlo soltanto in Gesù. Come desidera Dio che impostiamo il rapporto con gli altri, con le donne, con i bambini, con i poveri, con i malati, con gli stranieri, con chi pratica altre religioni...? Guardiamo Gesù! Quando ci domandiamo: "Cosa vuole Dio da me?", la risposta possiamo trovarla guardando come si comporta e vuole che ci si comporti Gesù.

La parola chiave: luce. Gesù è la luce e la luce può venire soltanto a lui. Questa è la parola che riassume il testo: «Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta». Se non vogliamo camminare nel buio o perderci dietro a luci ingannevoli dobbiamo cercare la sua luce come i Magi.

Seguiamo la luce come i Magi

Quello che il prologo di Giovanni ci ha proclama con un testo da approfondire e meditare, i testi della Parola dell'Epifania ce lo ripropongono con immagine e fatti da ammirare, contemplare, imitare, in modo che la fede in Gesù che è la luce della nostra vita non rimanga una bella frase, ma un progetto di vita concreto, un percorso come quello dei Magi.
Come i Magi che hanno visto spuntare la sua stella e sono venuti ad adorarlo, a differenza di quanti l'hanno vista come loro nel cielo, ma non se ne sono curati, rimanendo immobili e fermi nelle loro idee e nelle loro abitudini.
Come i Magi, con l'intelligenza e il coraggio di lasciare quello che già conosciamo, quello a cui siamo abituati, quello che ci dà la sensazione di stare sul sicuro, per cercare ciò che è nuovo, consapevoli che la stella del Signore è sempre più in là di dove siamo arrivati, e della cappa di conformismo che spinge a fare e a dire quello che tutti dicono e fanno.
Come i Magi e non come gli Erode che hanno paura di perdere quello che possiedono, e considerano l'altro e gli altri un'insidia alla loro tranquillità.
Come i Magi. Non come i capi dei sacerdoti e degli scribi del popolo: il nostro rischio più grosso, perché come e più di loro conosciamo tutto di Gesù, ma attaccati alle nostre abitudini e consuetudini siamo continuamente tentati di rimanere dove siamo.

Gesù è la luce. Cerchiamo e seguiamo la luce. Il "bambinello", come affettuosamente lo chiama il popolo cristiano, che ci accingiamo a togliere dagli altari e dai presepi, ospitiamolo dentro di noi: egli ci mostra il volto di Dio e illumina le strade che ci portano a lui.


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