Gesù nasce con i "sì"

IV Domenica di Avvento - Anno A - 2016

"Così fu generato Gesù Cristo", annuncia il vangelo di questa quarta domenica di Avvento, portandoci direttamente dentro il Natale. Poche parole come se non si trattasse di un evento unico, imprevedibile e irripetibile, ma di uno dei nostri piccoli fatti quotidiani.

In realtà, dentro e dietro a queste poche parole c'è il racconto misterioso di Dio che va in cerca della collaborazione delle sue creature, dei "sì", come quello di Giuseppe, senza lasciarsi fermare dai "no", come quello di Acaz. Seguiamo questo racconto.

Per arrivare al "così fu generato Gesù Cristo" il cammino è lungo. Tutto parte da un annuncio umanamente inconcepibile: "La vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele". Lo pronuncia un profeta potente, Isaia, per convincere un piccolo re della Palestina del Nord a rinunciare ai suoi progetti, e ad accogliere quelli di Dio: Acaz. Preoccupato dalla potenza aggressiva dell'Assiria, che allarga continuamente i suoi confini, sta organizzando le sue alleanze per difendersi. "Stai sbagliando alleati – gli dice Isaia –, non è questa la volontà di Dio". Ma il re non cede. Nascondendosi ipocritamente dietro a una preoccupazione religiosa ("non voglio tentare il Signore"), non accetta nemmeno l'offerta del profeta: "Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall'alto". Mica un piccolo segnale, ma qualcosa di clamoroso ("dal profondo degli inferi oppure dall'alto") che lo avrebbe dovuto rassicurare sulla potenza di Dio, liberandolo dalla paura del pericolo assiro. No, egli si fida più di sé e dei suoi alleati. Il profeta, allora, gli fa balenare davanti dove può arrivare la potenza di Dio con un annuncio umanamente impensabile: "La vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele".
Ma niente da fare: il reuccio non alza lo sguardo e sceglie di persistere nel suo no.

Resistere a Dio. Ma com'è possibile?

"Nulla è impossibile a Dio" dice l'arcangelo Gabriele a Maria (Lc 1,37). Ed è così, come conferma Gesù ai discepoli (Lc 18,27). Però, è altrettanto vero che Dio ha rinunciato alla sua onnipotenza di fronte alla libertà della creatura fatta a sua immagine e somiglianza. Questo perché non avremmo potuto essere "a sua immagine" se non fossimo stati lasciati liberi di decidere, anche di allontanarci dal lui.
Se dimentichiamo questa verità, non possiamo comprendere l'azione di Dio che conduce al "così fu generato Gesù Cristo", attraverso un lunga sequenza di no e di sì, fino al sì di Giuseppe che fa attuare la promessa: "la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele", perché crede che la potenza di Dio può realizzarla e perché accetta di farsene carico.

E noi?

La profezia: "la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele", presente dentro il cuore di tutti i cristiani, rimanda immediatamente e giustamente a Maria: il "sì" più alto che una creatura ha potuto esprimere al suo creatore.
L'annuncio della realizzazione: "così fu generato Gesù" ci ricorda di non dimenticare Giuseppe. Il suo sì, per quanto ugualmente alto e inarrivabile, sembra comunque dare più coraggio alla nostra piccolezza. Infatti sono stati tanti i cristiani che, avendolo preso come esempio e protettore, sono arrivati a grandi livelli di santità. Il suo esempio dia anche la noi la capacità di rafforzare il nostro sì a Dio, in modo che Gesù continui a nascere.
Sì, perché il Natale, quando tutto è bello, tutto è straordinario, anche ciò che sa di abitudinario, di superficiale, di consumistico, è però vero se, ricordandoci come fu generato Gesù, ci spinge a farlo nascere anche oggi con il nostro sì.


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