Gesù parola e immagine del Padre

V Domenica di Pasqua - Anno A - 2017

Nella V Domenica di Pasqua Gesù insegna anche a noi, come ai suoi discepoli, a riconoscere in lui il volto del Padre e a ricordare le sue parole come criterio-guida delle scelte di ogni giorno, per compiere poi opere permeate dalla logica del Regno.

Chissà quante volte Gesù aveva parlato del Padre, cercando di farlo diventare familiare ai suoi dodici amici, ed essi, come su altri argomenti, o avevano avuto timore di chiedere spiegazioni, oppure non erano stati in grado di capirle. Questa volta, però, dopo l'ultima cena consumata con i suoi, la situazione era particolare perché tutto sapeva di partenza e abbandono, e allora Filippo si era deciso a porre una domanda quasi ultimativa: "Signore, mostraci il Padre e ci basta". La risposta di Gesù la sappiamo: "Chi ha visto me, ha visto il Padre".

Questo dialogo tra Filippo e Gesù ci interpella, perché il problema di Filippo è anche il nostro. Quante volte, nei momenti di incertezza e di dubbio, o quando non riusciamo a spiegarci ciò che accade e perché ci accade, abbiamo implorato: "Dio cosa vuoi da me? Perché non mi fai conoscere la tua volontà?". E quante persone, non riuscendo a trovare la propria "vocazione" – cosa che oggi sembra sempre più difficile e rimandata nel tempo - invocano da Dio un segno o una voce per essere aiutati decidere?

La risposta di Gesù è quella data all'apostolo: "Chi ha visto me, ha visto il Padre". Che per noi diventa: "Chi vede me, vede il Padre". Cioè: "Trovate le risposte alle vostre domande vedendo me".

Ma come vedere Gesù? E' possibile?

Certo! Non fisicamente, è ovvio, ma nelle parole che ha detto e nelle opere che ha compiuto. E' lì che, vedendo lui, vediamo il Padre.
"Ma non è come lo vedeva Filippo e gli altri!". E' meglio! Essi lo avevano visto fisicamente per tre anni, e non avevano capito che egli era il volto del Padre: "Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?". Lo capirono invece dopo, quando, ricordando che le parole che aveva detto, non le aveva dette da se stesso; e che le sue opere le aveva compiute il Padre che rimaneva in lui, trovarono la risposta ai loro interrogativi e ai loro problemi. Dovendo affrontare il mormorio che stava salendo tra i discepoli di lingua greca e quelli di lingua ebraica, i Dodici ricordarono che Gesù non avrebbe sicuramente mancato di attenzione nei confronti delle vedove, come facevano gli scribi e i farisei. Così trovarono la soluzione adeguata: "Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense. Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola". E vennero istituiti i diaconi.

E' così che la Chiesa ha superato gli scogli minacciosi che gli si ponevano continuamente davanti, ed è così che i singoli cristiani hanno dato concretezza alla loro fede. E' questa l'unica strada da percorrere anche oggi, sia per la comunità della Chiesa che i per i singoli credenti.

Non è facile, perché la volontà del Padre, che le parole e le opere di Gesù ci manifestano, non combina con ciò che ci viene facile e piacevole, ma richiede di accettare la logica della "pietra scartata". E' san Pietro a ricordarci che avvicinarsi al Signore "pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio", esige di accettare la stessa ardua situazione, e per questo loda chi ha il coraggio accettarla: "Onore dunque a voi che credete; ma per quelli che non credono la pietra che i costruttori hanno scartato è diventata pietra d'angolo e sasso d'inciampo, pietra di scandalo".

Facciamo sì che la lode di Pietro sia anche per noi, perché accettare di essere pietre scartate è impegnativo,
ma così si diventa pietre preziose davanti a Dio.
E se non ci riusciamo come desidereremmo?
"Non sia turbato il vostro cuore", dice Gesù per rincuorare i suoi amici che di lì a poco lo avrebbero abbandonato.
"Non sia turbato il vostro cuore", dice Gesù anche a noi: "Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me",
"nella casa del Padre mio vi sono molte dimore".
Dài! Se non rinunceremo nonostante le fughe e le cadute, nella casa del Padre suo e nostro ci sarà posto anche per noi.


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