Gratuitamente

XI Domenica del Tempo Ordinario - Anno A

La civiltà del dono nella inciviltà del profitto.

L’ascolto dei brani biblici proposti in questa domenica dalla liturgia si conclude con una consegna decisa di Gesù: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». Ma cosa hanno avuto gratuitamente i dodici uomini? Il dono ricevuto prima del “potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità”, è stato la “chiamata a sé”, uno per uno, ciascuno con la propria storia e la propria personalità. Una chiamata non conquistata, non cercata, ma ricevuta gratuitamente, come Gesù avrebbe ricordato e precisato nel discorso di addio dell’ultima cena: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi» (Gv 15.16). Senza questa consapevolezza potrebbe insinuarsi la convinzione, più meno consapevole, di avere dei crediti e dei meriti davanti a Dio, oppure di subire la sua consegna come un pesante fardello.

Chiamati a dare che cosa?

Gesù è esplicito: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni»; cioè annunciate che il regno della terra: dei potenti, dei forti, dei vincenti perde spazio a favore di quello dei deboli, dei bisognosi, dei sofferenti, di coloro che hanno bisogno di misericordia, di perdono, di liberazione. Questo non per opera dell’uomo, ma dono gratuito di Dio, elargito con amore infinito e pazienza inesauribile, come racconta il brano dell’Esodo nella prima lettura.

Il “gratuitamente” di Dio

Mosè sta conducendo il suo popolo dalla schiavitù verso la libertà, Dio lo accompagna con vicinanza costante e con interventi straordinari, come facendo scaturire l’acqua dalla roccia. Arrivati nel deserto del Sinai, il Signore si prepara a donare le tavole della Legge, chiedendo a Mosè di assicurare il popolo che esse non saranno un fardello o un castigo, ma la via per rispondere al suo amore che li sta portando «su ali d’aquile», da schiavi a liberi, da gente dispersa a suo popolo, «proprietà particolare tra tutti i popoli». Il comportamento di Dio è quello di un padre che indica ai figli la strada del bene, non per interesse o per guadagno, ma per amore gratuito, con l’unico desiderio che essi non dimentichino il bene ricevuto e si comportino da figli. Sappiamo che la riconoscenza andò a finire nel vitello d’oro, e nel continuo rimpianto delle cipolle, delle pentole della carne, del pane a sazietà dell’Egitto. Ma questo non fermò la misericordia di Dio che continuò a portarli su ali di aquila verso la Terra Promessa, preparando per tutti i popoli un dono umanamente impensabile: Gesù.

Il “gratuitamente” di Gesù

Nella seconda lettura della celebrazione, San Paolo ci ricorda che Gesù ha donato gratuitamente la sua vita, morendo non per i giusti, per persone buone, per gli amici, come qualcuno forse potrebbe riuscire a fare, ma per “gli empi”, per i peccatori, per quelli bisognosi di essere risuscitati, guariti, purificati, liberati, anche senza averlo né chiesto, né meritato. Non c’è un dono più grande di questo.

Il “gratuitamente” nostro

Ci siamo chiesti cosa avessero ricevuto gratuitamente i Dodici (nei quali siamo rappresentati tutti) da dare gratuitamente. Adesso lo sappiamo: l’amore, la misericordia, la pazienza che egli dà a noi fino a morire per noi. Doni grandi che sembrano al di fuori della nostra portata, ma che in realtà significano donare agli altri una vita buona, aperta alla condivisione, pronta a spegnere i contrasti e portare pace. Doni preziosi nel deserto arido, stressante, iroso, spesso incattivito della società del profitto. Ma come e quando donarli?

Strada facendo

Gesù, oltre a lasciarci la consegna ci ha indicato anche la strategia: «strada facendo». Cioè, né in tempi e luoghi prestabiliti; né quando gli impegni quotidiani ci lasciano un po’ di respiro; né da pulpiti e in circostanze eccezionali, ma uscendo per andare al lavoro, nel luogo del lavoro, tornando a casa, fermandosi al bar per una bibita e per un caffè, scegliendo le proposte televisive, collegandosi a internet… È in queste strade che c’è bisogno di dare ciò che ci viene dato con le parole e soprattutto con i fatti.


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